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Parrocchia di Santa Maria Mater Domini, Venezia

(Archivi storici della Chiesa di Venezia)

Sede: Cannaregio, VENEZIA
Date di esistenza: 1118 -

Intestazioni:
Parrocchia di Santa Maria Mater Domini, Venezia, ante 1188 -

Altre denominazioni:
Parrocchia di Santa Cristina, vergine e martire

La tradizione fa risalire la fondazione del tempio, in origine intitolato alla martire santa Cristina, al 960, per volontà della famiglia Capello, che ne avrebbe affidato l'ufficiatura e la custodia a monache benedettine. Non conosciamo il momento esatto in cui alle monache si sostituirono preti secolari nell'amministrazione della chiesa: possiamo tuttavia presupporre che tale passaggio dovette essersi consumato prima del 1188, quando, con lettera apostolica di Clemente III, la chiesa veniva confermata nei suoi beni e in particolare nelle sue giurisdizioni di chiesa parrocchiale. Completamente rifabbricata nel 1503, su probabile disegno di maestro lombardesco, la chiesa fu consacrata solennemente il 25 luglio del 1540 da Giovanni Lucio Stafileo, vescovo di Sobenico. Soppressa la parrocchia con i decreti 'eversivi' emessi nel 1807 dagli ufficiali del napoleonico Regno d'Italia, la sua circoscrizione fu dapprima inglobata in quella della vicina parrocchia di San Eustachio e compagni martiri, vulgo San Stae, quindi in quella di San Cassiano, di cui divenne chiesa succursale. Ritornata nel 1952 sotto la giurisdizione della parrocchia di San Eustachio, con il titolo di chiesa vicariale, è dal 1970 nuovamente chiesa succursale della parrocchia di San Cassiano.

Chiesa di giuspatronato laico, la nomina del pievano spettava congiuntamente ai parrocchiani e al capitolo: testimonianze documentarie del 1649 precisano inoltre che l'elezione era riservata ai soli proprietari di immobili ubicati nella circoscrizione parrocchiale, e che il candidato doveva essere un suddito veneziano. Rimasta collegiata sino al 1807, la parrocchia era retta da un capitolo, composto da un prete titolato, un diacono e un suddiacono. Dal 1807 la parrocchia è guidata da un parroco di nomina patriarcale.

La parrocchia era affiliata alla cattedrale di San Pietro apostolo: gli obblighi legati al rapporto di filiazione imponevano al pievano e ai titolati della chiesa di Santa Maria Mater Domini, tra gli altri, di assistere il sabato santo alla benedizione del fonte battesimale nella chiesa matrice, ricevendone l'acqua benedetta per il battistero della propria parrocchia, oltre a cespiti di vario genere fissati dalla consuetudine.


Complessi archivistici prodotti:
Parrocchia di Santa Maria mater Domini di Venezia (fondo)


Bibliografia:
F. CORNER, Notizie storiche delle chiese e dei monasteri di Venezia e di Torcello, Padova 1758 (rist. anastatica Bologna 1990), 392-393
G. TASSINI, Curiosità veneziane, Venezia 1915, 392-393
Il Patriarcato di Venezia. Situazione al 15 ottobre 1974, a cura di G. BORTOLAN, Venezia 1974, 473
F. CORNER, Ecclesiae Venetae antiquis documentis nunc etiam primus editis illustratae ac in decades distributae, Venetiis 1749, vol. II, pp. 300 e segg.
G. CAPPELLETTI, Storia della Chiesa di Venezia dalla sua fondazione sino ai nostri giorni, Venezia 1851, vol. II, pp. 404
G.B. GALLICCIOLLI, Delle memorie venete antiche, profane ed ecclesiastiche, Venezia 1795, vol. III, pp. 7, 15, 18; vol. IV, pp. 266-286
S. TRAMONTIN, S. Maria Mater Domini. Storia e arte, Venezia 1962, n. ed. 1968.


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