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Comunità ebraica di Casale Monferrato 1570-2009(parte I 1570-1946, parte II 1933-2009)

complesso di fondi / superfondo

Estremi cronologici: 1570 - 2009

Consistenza: Unità 2265: fascicoli

Storia archivistica: Le informazioni sull'archivio qui rappresentato sono tratte dall'inventario redatto da Chiara Pilocane nel 2011.
L'organizzazione dell'archivio della Comunità ebraica di Casale Monferrato prevedeva la separazione delle carte in due parti, con discrimine il 1946.
Rientrano dunque nella prima parte dell'archivio tutti i documenti della comunità fino al 1946, mentre la seconda parte del fondo (riordinato e inventariato a parte) raccoglie le carte datate dal 1946 al 2009, includendo dunque anche l'archivio di deposito.
Fanno eccezione gli enti cessati, la cui documentazione è per intero inclusa nella prima parte dell'archivio anche quando è successiva al 1946: ne deriva che, essendo ad oggi scomparse tutte le opere pie che affiancavano la comunità, gli archivi di tali società sono raccolti per intero nella Parte I dell'archivio (il documento più tardo è del 1986), insieme alle carte della comunità prodotte prima del 1946, mentre la seconda parte dell'archivio risulta sostanzialmente composta di un solo fondo, quello appunto della comunità, unico ente che ad oggi sopravvive del complesso quadro di aggregazioni sociali e assistenziali ebraiche fiorite in passato a Casale Monferrato.

Prima del riordino e della schedatura del 2010, il materiale dell'archivio storico era diviso in tre parti.
(a) Una parte molto più consistente era organizzata in 817 unità archivistiche (d'ora innanzi e nell'inventario u.a.), unità che in parte rispecchiavano l'ordine dato alle carte nel corso della loro produzione, ma in parte maggiore rappresentavano il frutto di un accumulo a tratti casuale e disordinato. Il disordine in cui versava la documentazione si manifestava a vari livelli, sia nella distribuzione reciproca delle originarie u.a., sia all'interno di ciascuna u.a. Non solo le carte erano accorpate in modo troppo generico, ma vi erano anche molti aggregati che contenevano documenti riconducibili a diverse funzioni e a diversi enti. Negli anni Ottanta del secolo scorso era stato compilato un elenco di dette u.a., elenco che forniva gli estremi cronologici di ciascuna u.a. e un'indicazione del contenuto: l'indicazione del contenuto era sintetica e generica e, giacché - come detto - molte u.a. raccoglievano al loro interno un coacervo di carte disordinate, non omogenee, accostate in modo fortuito, non poteva che risultare sommaria e imprecisa. Volendo fare solo pochi esempi, le u.a. originariamente segnate con i numeri 353-356, che occupavano un intero faldone, contenevano ciascuna tutti i tipi di documentazione legata alle elezioni della comunità, mescolata senza criterio e senza criterio divisa nei quattro fascicoli, che si differenziavano solo per il fatto di essere quattro "contenitori" fisicamente diversi. Il caso si ripeteva non di rado per la documentazione di tipo contabile: tipologie documentarie diverse, prodotte anche da enti diversi, erano riunite in uniche u.a., voluminose e confuse. Talora, insieme alla documentazione contabile erano conservate anche carte di altra natura e di particolare rilevanza, obliterate all'interno dei fascicoli e di cui l'elenco degli anni Ottanta non dava conto: citiamo a titolo di esempio la pratica di scioglimento dell'opera pia Hesrad Holim e del suo passaggio all'amministrazione diretta della comunità casalese, conservata in un grosso fascicolo di contabilità varia. Quanto all'accorpamento di u.a. riconducibili a enti diversi, si può citare l'u.a. precedentemente segnata con il n. 390 (ora divisa nelle u.a. 103 e 666) che teneva insieme suppliche rivolte all'università particolare di Casale e suppliche rivolte all'Intendente di Casale dalla Società del Coro israelitico.

Un discorso a sé sarebbe da farsi per il fondo aggregato della famiglia Sacerdoti/e, le cui carte - alcune piuttosto antiche - sono in larga parte riconducibili a cause e atti di altra natura: poiché i documenti erano accorpati casualmente in una serie di fascicoli distinti solo dal punto di vista fisico, in questo caso, quando non impossibile, la ricostruzione delle pratiche originarie è stata molto difficoltosa e, talora, non è del tutto certa.
Dal punto di vista fisico, tale documentazione versava e versa in stato di conservazione buono o discreto e solo pochi documenti necessiterebbero di un restauro.

(b) Altra parte dell'archivio è costituita da una piccola raccolta di documenti più antichi, per tradizione detti "pergamene" laddove, in realtà, su un totale di 28 pezzi si annoverano anche quattro documenti cartacei. Le "pergamene", di varia provenienza, varia natura e vario interesse, erano state sempre tenute separate dal corpo dell'archivio, assimilate ai pezzi del museo, ma fanno a pieno titolo parte dell'archivio storico: vi sono 8 concessioni dei governanti alla comunità ebraica del Monferrato (Gonzaga, vescovi della città e poi Savoia), la concessione di un terreno alla comunità di Casale Monferrato, 18 ketubbot, contratti matrimoniali ebraici, e la copia rilasciata dall'archivio notarile distrettuale di Casale Monferrato di un contratto di matrimonio (civile).
(c) Infine, una terza parte dell'archivio storico era costituita di carte accumulate in modo del tutto casuale, conservate all'interno di alcuni faldoni (senza intitolazione o con l'intitolazione "Varie") e di uno scatolone: le carte non erano né elencate né organizzate secondo alcun criterio logico. Tali documenti, sfuggiti anche all'inventariazione sommaria degli anni Ottanta e dunque del tutto inaccessibili agli studiosi e agli stessi responsabili della comunità, sono stati rinvenuti nei locali della comunità soltanto all'inizio del 2011, quando il presente lavoro di schedatura e riordino dell'archivio storico era concluso, le u.a. numerate e l'inventario redatto in una forma che si presumeva definitiva. La scoperta della "nuova" documentazione ha reso necessaria una riapertura dell'archivio e dell'inventario, una nuova schedatura e un secondo riordino che consentisse di integrare in modo corretto all'interno del fondo le carte emerse.

Come sempre accade per gli archivi storici, i documenti originariamente divisi in queste tre parti e ora raccolti a formare l'archivio della comunità e degli enti aggregati non costituiscono la totalità del materiale prodotto da detti enti nel corso della loro attività: non poche carte sono andate perdute, per le cause più disparate. Interessante in questo senso la testimonianza che si legge nell'u.a. 1 della seconda parte dell'archivio (1946-2009), una relazione stesa dal commissario straordinario della comunità nel 1946 in cui si dà contro fra le altre cose dei danni causati ai beni della comunità dalla guerra e dall'occupazione nazista: «[…] Gravissimo fu il danno creato anche all'archivio, sia allo storico, sia all'archivio corrente. Scomparsi sono quasi tutti i registri anagrafici della comunità, gran parte dei volumi contententi verbali delle sedute del consiglio d'amministrazione, non solo passate, ma anche delle più recenti e dell'ultima del 1932 in avanti e solo qualche foglio sparso fu potuto rintracciarsi, così pure bilanci e conti consuntivi tanto che, per avere i dati necessari alla formazione del nuovo bilancio, il sottoscritto ha dovuto ricorrere all'Esattoria comunale, che esercisce anche quella della comunità».


Il lavoro svolto
Si tenga presente che le tappe del lavoro brevemente indicate di seguito descrivono sia il primo, più lungo, intervento sulla parte dell'archivio che era già nota (le 817 u.a. elencate negli anni Ottanta del Novecento), sia anche il secondo intervento, che si è reso necessario per integrare nel fondo già riordinato i molti documenti scoperti nel gennaio 2011.

La prima fase è consistita nella schedatura del materiale per mezzo del software della Regione Piemonte Guarini Archivi; la documentazione è stata analizzata a livello di documento e descritta a livello di u.a. (fascicolo/i, registro, volume ecc.). Il numero provvisorio dell'u.a. assegnato ai fascicoli è stato registrato nelle schede e, contestualmente, è stato apposto a matita sulle camicie. Questo primo lavoro di analisi e descrizione del materiale (che includeva, come specificato, solo le carte note prima del gennaio 2011, voce (a) del primo paragrafo di questa introduzione) ha portato alla creazione di 1411 u.a, Con le schede delle cosiddette "pergamene" si è arrivati a 1438 u.a.

Una volta schedata la documentazione, la seconda fase è consistita nell'ordinamento concettuale del materiale (per mezzo della funzione "riordino" di Guarini Archivi).

Contestualmente è stato redatto l'inventario.

Si è infine proceduto con il riordino fisico dei documenti, che ha visto l'applicazione su ogni fascicolo o busta di etichette appositamente create, e lo spostamento materiale dei fascicoli: è stata così riprodotta la sequenza definitiva prevista dallo schema di ordinamento. Anche i faldoni sono stati dotati di etichette con l'indicazione dei fascicoli contenuti.

L'arrivo di nuovo, inatteso, materiale nel gennaio 2011 ha reso necessario ripetere tutte le fasi sopra indicate per la documentazione aggiunta. Tale documentazione è sia andata a formare nuove u.a., sia ad incrementare u.a. già esistenti (richiedendo dunque l'aggiornamento delle relative schede). Con l'aggiunta di questo secondo gruppo di carte, le schede dell'archivio storico sono diventate 1594, inclusi i documenti delle opere pie cessate successivi al 1946; la naturale compenetrazione fra questo materiale emerso solo in un secondo tempo e la parte di archivio già ordinata e inventariata ha reso ovviamente necessario ripetere anche i lavori di riordino concettuale, di assegnazione della segnatura definitiva, di inventariazione e di riordino fisico.


Si conclude con un cenno sull'organizzazione reciproca degli enti, da cui dipende l'organizzazione dei fondi scelta in sede di riordino; poiché - come naturale - la disposizione delle carte viene ricostituita e rielaborata sulla base della storia degli enti, alcuni riferimenti fatti di seguito potranno essere verificati e meglio circostanziati nella lettura della breve introduzione storica.
Nell'archivio troviamo diversi enti, caratterizzati da diversi gradi di autonomia e da diverse relazioni reciproche. Alcune opere pie, ad esempio, erano in varia misura dipendenti dalla comunità di Casale, altre lo divennero solo in un dato momento della loro storia, mentre altre ancora sembrano essere state del tutto autonome (fatto salvo l'inevitabile contatto che sempre permane all'interno delle comunità ebraiche fra tutte le istituzioni ad esse afferenti, contatto rafforzato non in ultimo dal fatto che i personaggi con ruoli di gestione nelle diverse istituzioni erano spesso gli stessi).
Questione a sé è quella dell'università israelitica generale del Monferrato, che aveva sede a Casale, ma che - come l'università generale del Piemonte con sede a Torino - era ente a sé con giurisdizione sovracomunitaria. Ne consegue che, benché la sede e in parte il personale della comunità di Casale e di quella del Monferrato fossero identici, le istituzioni sono disgiunte e così devono essere le loro carte; ciò non toglie che, a causa sia dei mutamenti istituzionali sia delle irregolarità nella gestione (che sono tanto più numerose nei piccoli enti con gestione autonoma e solo relativamente controllata), pochi documenti appartenenti ai due enti non siano fisicamente scindibili, e che sia stato dunque necessario fare alcuni rimandi da un fondo all'altro, per dar conto correttamente della distribuzione delle carte.
Quanto alla documentazione prodotta in una gestione 'coscientemente' e intenzionalmente sintetica delle carte di diversi enti (università particolare di Casale e generale del Monferrato, ma anche - e soprattutto - le scuole e alcune opere pie), documentazione per lo più di natura contabile, si è scelto di creare un'apposita sezione di "Amministrazione congiunta" nel fondo della comunità di Casale.

MONCALVO
L'unico fondo vero e proprio è quello della comunità moncalvese, che restò all'interno della medesima "università generale" di cui faceva parte Casale anche dopo la Restaurazione. Non solo: Moncalvo fu assorbita nel 1931 da Casale a seguito della Legge Falco (R.D. n. 1731 del 1930) ciò che giustifica la presenza del suo archivio insieme a quello casalese.
La documentazione prodotta dall'attività di questa comunità non è cospicua e - come assai spesso accade per le comunità piemontesi minori - potrebbe in parte essere conservata anche all'interno di altri archivi. Prima del 1932 è raccolta in un fondo a sé, autonomo, dopo il 1932 fa a pieno titolo parte del fondo della comunità casalese: oltre al fondo che contiene le carte fino al 1932, esiste dunque anche una serie denominata "Amministrazione della sezione di Moncalvo" all'interno del fondo della comunità di Casale, che contiene le (poche) carte prodotte fra il 1932 e il 1946, nel corso della gestione della comunità di Moncalvo da parte dell'amministrazione casalese. Si tratta esclusivamente di carte contabili e riferite all'amministrazione del patrimonio. Un documento si trova anche nella contabilità della serie dell'Amministrazione congiunta, poiché è riferito a Casale e Moncalvo insieme. Tale serie è naturalmente più cospicua nella seconda parte dell'archivio della comunità (con le carte dal 1946 al 2009).

FONDO SACERDOTI/E
Esiste inoltre un piccolo, incompleto, fondo familiare, quello dei Sacerdoti/e (il nome muta nelle carte): la sua presenza nell'archivio è forse dovuta al fatto che un personaggio che pare fra i più di spicco nella famiglia - comunque, il più documentato nelle carte - ebbe un ruolo all'interno della Confraternita di beneficenza israelitica della città e, con buone probabilità, anche all'interno di altri enti, comunità vera e propria compresa.

Quanto infine alle già citate ketubbot, i 18 documenti sono descritti in un fondo a parte, in calce.


Descrizione: - Comunità israelitica di Casale Monferrato con fondi aggregati e confluiti di altre istituzioni, 1570-1986, 1627 fascicoli nn. 1-1627;
- Comunità ebraica di Casale Monferrato, 1933 - 2009, 638 fascicoli nn. 1-638

Strumenti di ricerca:
Chiara Pilocane, Inventario dell'archivio storico della comunità ebraica particolare di Casale Monferrato, dell'Università israelitica generale del Monferrato, dell'Università particolare di Moncalvo, e Opere Pie annesse redatto da Chiara Pilocane nel 2011 (Parte I)
Chiara Pilocane, Inventario della Comunità ebraica di Casale Monferrato - Archivio storico e di deposito 1933 - 2009 redatto da Chiara Pilocane nel novembre 2011 (Parte II)

Siti web:
Sito ufficiale della comunità ebraica di Casale Monferrato

La documentazione è stata prodotta da:
Comunità ebraica di Casale Monferrato

La documentazione è conservata da:
Comunità ebraica di Casale Monferrato


Redazione e revisione:
Artom Antonella, 2011/08/17, prima redazione
Caffaratto Daniela, 2012/07/12, supervisione della scheda


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