Seat: Santa Croce, VENEZIA
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Parrocchia di Sant'Eustachio e Compagni martiri, Venezia, ante 1127 - 1810, 1953 - 1965
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Parrocchia di San Stae
Rimangono ancora da precisare i tempi dell'edificazione della chiesa di Sant'Eustachio e Compagni martiri, vulgo San Stae, e della sua erezione in parrocchia. Il Cappelletti la vuole consacrata dal primo vescovo di Olivolo, Obelario, attorno al 780; secondo la cronachistica, la chiesa sarebbe stata fondata nel 966 da tre famiglie patrizie, i Tron, i Zusto e gli Adoaldo, seppur Andrea Dandolo, descrivendo nella sua cronaca il vasto incendio del 1105 che distrusse diverse fabbriche ubicate in quella stessa zona, non ne faccia alcun cenno. La prima testimonianza documentaria che tuttavia attesti l'esistenza della chiesa risale solamente al 1127: a tale data anzi la chiesa sembra già avere acquisito il titolo di parrocchialità, essendo incardinata, quale sua filiale, nella chiesa cattedrale di San Pietro apostolo; nel 1331 la troviamo invece già documentata come chiesa collegiata. Soprattutto le visite pastorali del XVIII secolo la descrivono come parrocchia popolosa, dalla vita spirituale intensa, ricca e ben dotata, tanto che i suoi parroci erano ordinariamente promossi canonici della basilica ducale di San Marco. Con i decreti napoleonici di riorganizzazione della geografia delle parrocchie veneziane emanati tra il 1807 e il 1810, la parrocchia fu soppressa e la chiesa declassata a rettoria dipendente dalla chiesa parrocchiale di San Cassiano martire. Sin dal 1934 concessa alla Conferenza di San Vincenzo de Paoli per celebrarvi una messa festiva per i poveri della città, la chiesa riottenne il titolo di parrocchialità con decreto patriarcale del 13 aprile 1953; rimase tuttavia parrocchia per pochi anni, venendo nuovamente soppressa nell'ottobre del 1965. Dal giugno del 1966 Sant'Eustachio è chiesa rettoriale indipendente.
La chiesa, collegiata sino al 1807, era retta da un capitolo - composto da 2 preti titolati, un diacono, un suddiacono e 2 accoliti -, che originariamente amministrava in maniera collegiale i beni e le rendite del beneficio parrocchiale. Con la ripartizione successiva del patrimonio comune in masse proporzionate ai titoli assunti dai canonici, vennero pure meno lo spirito di condivisione, gli obblighi di vita comunitaria e la corresponsabilità nella guida pastorale della parrocchia; la cura delle anime e l'amministrazione dei sacramenti venne affidata al solo pievano o parroco, assistito talora da un sacrista.
La parrocchia era affiliata alla cattedrale di San Pietro apostolo: gli obblighi legati al rapporto di filiazione imponevano al pievano e ai titolati della chiesa di Sant'Eustachio e Compagni martiri, tra gli altri, assistere il sabato santo alla benedizione del fonte battesimale nella chiesa matrice, ricevendone l'acqua benedetta per il battistero della propria parrocchia, oltre a cespiti di vario genere fissati dalla consuetudine.
Generated archives:
Parrocchia di Sant'Eustachio di Venezia (fondo)
Bibliography:
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