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Olivetti

fondo

Estremi cronologici: 1949 - 1985

Consistenza: pellicole 985

Storia archivistica: La produzione cinematografica della Olivetti si distingue non solo per l’importanza storico-economica, ma per il linguaggio innovativo, l’eccezionalità delle collaborazioni artistiche e la varietà degli argomenti trattati, già consultabili presso l’Archivio nazionale cinema d’impresa dove sono già stati catalogati e digitalizzati numerosi titoli delle 985 pellicole positive del Fondo Olivetti .
Oltre a documentare la propria storia industriale, la produzione audiovisiva della Olivetti ha dimostrato sempre un vivo interesse per l'arte e l'industrial design. Infatti non sono in numero predominante i documentari istituzionali che illustrano la ricca produzione dell'azienda e i numerosi servizi sociali offerti ai suoi dipendenti: asili, scuola di formazione, biblioteche e che soprattutto oggi suscitano interessanti riflessioni su un modello di imprenditoria che ha arricchito la comunità e il territorio circostante.
I preziosi documentari sull’arte realizzati da Ragghianti per la serie SeleArte Cinematografica utilizzano il linguaggio cinematografico come strumento di lettura critica dell’arte e di educazione dello spettatore, perseguendo il progetto della rivista SeleArte, pubblicata grazie al contributo di Adriano Olivetti. Secondo le intenzioni di Ragghianti, “SeleArte è stato un tentativo di educazione pubblica su grande scala ai valori delle forme e delle opere d’arte”che il mezzo cinematografico ha diffuso su larga scala, non solo nelle sale e nei festival ma anche in musei e scuole d’arte.
Il Ragghianti, che con l'espressione critofilm, da lui stesso coniata, intendeva attuare una "critica d'arte realizzata con mezzi cinematografici anziché con parole", nel critofilm "Stupinigi" cerca di fornirci un’analisi globale della palazzina di caccia superando le gerarchie della tradizionale critica d’arte, attraverso il richiamo volontario dell’attenzione sul gusto di un’epoca nella quale, a volte, il decoratore era posto al pari del pittore.
Ma soprattutto a partire dagli anni Sessanta la Società si caratterizza per un netto impulso verso una particolare creatività e una modernità del linguaggio, indotte dalla sperimentazione delle molteplici possibilità del mezzo cinematografico. La campagna pubblicitaria Valentine diretta dal suo designer Ettore Sottsass, i documentari Cosmotronic, Olivetti for Information e Macchina cerca forma, tra gli altri, sono a tutti gli effetti opere di video arte, più che filmati industriali. Per la singolarità del suo autore, una menzione speciale merita Le Message di Jean Michel Folon.


La documentazione è stata prodotta da:
Olivetti spa

La documentazione è conservata da:
Archivio nazionale del cinema d'impresa


Redazione e revisione:
Anselmo Sara, 2010/07/04, prima redazione

Modalità di consultazione:
A richiesta


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