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Accademia della Crusca

Villa Medicea di Castello, via di Castello, 46
50141 Firenze (Firenze)

Telefono: 055 454277/78
Fax: 055 454279
E-mail: segreteria@crusca.fi.it

Siti web:
Accademia della Crusca di Firenze
Accademia della Crusca. Archivio digitale

Tipologia: ente di cultura, ricreativo, sportivo, turistico

I primordi dell'Accademia della Crusca risalgono al decennio 1570-1580 e alle riunioni di un gruppo di amici che si dettero il nome di "brigata dei crusconi". Già con la scelta di questo nome manifestarono la volontà di differenziarsi dalle pedanterie dell'Accademia fiorentina, alle quali contrapponevano le cruscate, cioè discorsi giocosi e conversazioni di poca importanza. Già da questi primissimi anni di attività non erano comunque del tutto assenti intenzioni letterarie, con dispute e letture di un certo impegno culturale, rivolte in particolar modo verso opere e autori volgari. Vengono tradizionalmente indicati come i fondatori della Crusca Giovan Battista Deti, il Sollo; Anton Francesco Grazzini, il Lasca; Bernardo Canigiani, il Gramolato; Bernardo Zanchini, il Macerato; Bastiano de' Rossi, l'Inferigno, cui si aggiunse nell'ottobre 1582 Lionardo Salviati, l'Infarinato , che dette la spinta decisiva verso la trasformazione degli intenti dell'Accademia e indicò il ruolo normativo che da quel momento in poi avrebbe assunto. Lo stesso Salviati dette nuovo significato al nome di Crusca, fissando l'uso della simbologia relativa alla farina e attribuendo all'Accademia lo scopo di separare il fior di farina (la buona lingua) dalla crusca, secondo il modello di lingua già promulgato dal Bembo (1525) e ripresi poi dallo stesso Salviati che prevedeva il primato del volgare fiorentino, modellato sugli autori del Trecento. La prima adunanza in cui si cominciò a parlare di leggi e statuti dell'Accademia avvenne il 26 gennaio 1583, ma la cerimonia inaugurale dell'Accademia si svolse due anni dopo, il 25 marzo del 1585. Nel 1589, anno della morte del Salviati, furono istituite le attribuzioni dell'arciconsolo, dei consiglieri, dei censori, del castaldo, del massaio e del segretario e nel 1590 si scelse come simbolo dell'Accademia il 'frullone', lo strumento che si adoperava per separare il fior di farina dalla crusca, e come motto il verso del Petrarca 'il più bel fior ne coglie'. Si stabilì anche che tutti gli oggetti e la mobilia dell'Accademia dovessero avere nomi attinenti al grano, alla crusca, al pane, compresi gli stemmi personali degli accademici, pale di legno in cui era dipinta un'immagine simbolica accompagnata dal nome accademico e dal motto scelto. Sempre intorno al 1590 l'attività dell'Accademia iniziò ad essere concentrata nella preparazione del Vocabolario: i primi autori ad essere spogliati furono Dante nella Divina Commedia, Boccaccio nel Decameron, e Petrarca nel Canzoniere e i criteri di scelta degli autori citati vennero stabiliti coerentemente al fine che i vocabolaristi si proponevano: mostrare e conservare la bellezza del fiorentino trecentesco. La maggior parte degli spogli quindi interessò testi, non solo letterari, fiorentini del Trecento, ma non mancarono aperture verso autori successivi (tra i quali Lorenzo de' Medici, Berni, Machiavelli, Salviati stesso) e verso autori non fiorentini (Bembo, Ariosto). Il Vocabolario degli Accademici della Crusca fu stampato a Venezia e uscì nel 1612 , suscitando immediatamente grande interesse e altrettanto accese dispute riguardo ai criteri adottati. La terza edizione, uscita nel 1691 e per la prima volta stampata a Firenze (dopo le prime due edizioni stampate a Venezia) con dedica a Cosimo III de' Medici, costituisce, sotto diversi punti di vista, un'opera non solo accresciuta quantitativamente (tre volumi), ma anche rinnovata qualitativamente: alla sua lunga compilazione (i lavori iniziarono nel 1648) parteciparono anche uomini di scienza come Redi e Magalotti; Leopoldo de' Medici, fondatore dell'Accademia del Cimento e protettore dell'Accademia della Crusca dette il suo personale contributo raccogliendo termini tecnici di arti e mestieri che, per la prima volta, faranno la loro timida apparizione tra le voci del Vocabolario insieme agli astratti verbali, ai diminutivi, ai superlativi e agli accrescitivi. La quarta edizione del Vocabolario della Crusca apparve in Firenze, stampata da Domenico Maria Manni in sei volumi, dal 1729 al 1738 e dedicata a Gian Gastone de' Medici. Le polemiche che seguirono contro la Crusca e l'inattività delle tre accademie fiorentine, della Crusca, Fiorentina e degli Apatisti contribuirono a determinare la decisione che Pietro Leopoldo prese nel 1783 di accorpare le tre istituzioni, in una sola, detta Accademia Fiorentina. In questa occasione il patrimonio della biblioteca e quello dell'archivio della Crusca passarono alla Biblioteca Magliabechiana. L'Accademia della Crusca, come istituzione autonoma, sarà ricostituita nel 1811 con tre scopi prioritari: la revisione del Vocabolario, la conservazione della purità della lingua, l'esame delle opere presentate al concorso letterario indetto tra il 1809 e il 1810. Nel 1812 furono nominati i nuovi accademici. Il primo volume della quinta edizione uscì nel 1863 con dedica a Vittorio Emanuele II e i successivi, con cadenza non sempre regolare, fino al 1923, anno che vide l'interruzione dell'opera alla lettera O (l'ultima voce registrata è ozono). Il 1923 rappresenta l'inizio di profondi cambiamenti nell'attività e nelle funzioni che fino ad allora la Crusca aveva svolto: in quell'anno infatti l'allora Ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile dispose, con il Regio Decreto dell'11 marzo 1923, il nuovo ordinamento dell'Accademia che prevedeva l'interruzione della compilazione e della stampa del vocabolario, di fatto quindi la soppressione della secolare attività lessicografica. Con un altro decreto del 1937 fu istituito presso l'Accademia un Centro di studi di filologia italiana 'con lo scopo di promuovere lo studio e l'edizione critica degli antichi testi e degli scrittori classici della letteratura italiana dalle origini al secolo XIX'.
Il progetto di riprendere i lavori di compilazione di un nuovo Vocabolario riprese nel 1955 a seguito dell'invito rivolto all'Accademia della Crusca, in occasione del primo Congresso internazionale di studi italiani che si era riunito a Cambridge nell'agosto del 1953, di dedicarsi agli studi preparatori alla pubblicazione di un grande Vocabolario storico della lingua italiana; di fondamentale impulso alla ripresa dei lavori fu la Relazione all'Accademia della Crusca sul Vocabolario della lingua italiana di Giovanni Nencioni. Dal 1963, con l'elezione di Giacomo Devoto a presidente dell'Accademia, iniziò la fruttuosa collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche che permise, attraverso un primo stanziamento, di avviare l'Opera del Vocabolario. Il 31 ottobre 1964 il presidente Giacomo Devoto annunciò ufficialmente che i lavori preparatori per la ripresa della secolare attività lessicografica dell'Accademia erano in corso di attuazione e, dal febbraio del 1965, fu tenuto un primo corso di preparazione per i futuri compilatori sotto la direzione di Aldo Duro. Nel 1982 scadde definitivamente la convenzione tra la Crusca e il CNR e dal gennaio 1983 fu costituito all'interno del CNR un Centro di studi denominato 'Opera del Vocabolario italiano', dal 2001 divenuto Istituto del CNR, distinto dall'Accademia, ma che condivide con questa la sede nella Villa di Castello e che naturalmente usufruisce dell'indispensabile patrimonio librario e archivistico dell'Accademia. Dal 1987 l'attività dell'Accademia si articola in tre centri di ricerca: il Centro di studi di filologia italiana, che prosegue l'attività ecdotica pubblicando edizioni critiche di testi non solo antichi e la rivista specialistica «Studi di filologia italiana»; il Centro di studi di lessicografia italiana, che pubblica la rivista «Studi di lessicografia italiana» e una collana di saggi lessicologici e lessicografici; il Centro di studi di grammatica italiana, che pubblica la rivista di «Studi di grammatica italiana» e una collana di saggi di storia e teoria della grammatica.


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Redazione e revisione:
Borgia Claudia, 2020/05/13, revisione
Capannelli Emilio, revisione
Morotti Laura, 2011/12, rielaborazione
Porciatti Gianna, prima redazione


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