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Badia della Ss. Trinità di Cava de' Tirreni

via Morcaldi, 6
84010 Cava de' Tirreni (Salerno)

Telefono: 089345255
Fax: 089345255
E-mail: bmn-bdc@beniculturali.it

Tipologia: stato

L'abbazia della Ss. Trinità di Cava de' Tirreni fu fondata nel 1011 da S. Alferio Pappacarbone, nobile salernitano, uomo di corte del principe di Salerno Guaimario III e benedettino cluniacense, che ne fu il primo abate.
Il piccolo cenobio si arricchì presto, grazie al favore dei principi di Salerno, dei territori coltivati e dei boschi che circondavano la grotta detta anche "la cava". Nel corso di pochi decenni si costituì il primo nucleo di un ingente patrimonio fondiario che nel sec. XIII avrebbe toccato il suo culmine. Nei secc. XV e XVI l'abbazia visse la prima grande crisi della sua storia, in coincidenza con la creazione della Commenda; il periodo di crisi fu breve, se già nel 1497, sotto il governo dell'ultimo abate commendatario, Oliviero Carafa, con l'ingresso del monastero nella congregazione di S. Giustina da Padova, si assistette ad una rinascita spirituale e patrimoniale, concretizzatasi in una fase di rivendica dei diritti di possesso e proprietà, preceduta ed accompagnata da una fase di ricerca su antichi privilegi, concessioni ed esazioni di rendite, che diede origine, tra la fine del sec. XV ed il cinquantennio successivo, alla creazione di un consistente nucleo di inventari, registri e platee.
Dopo un'ulteriore crisi alla fine del sec. XVI, nel sec. XVIII si ebbe un rinascita con caratteristiche eminentemente culturali, con la creazione di accademie ed il rilancio dell'insegnamento nel seminario. Nel 1867 Guglielmo Sanfelice fondò un istituto di istruzione, parificato con decreto del 9 agosto 1894, con annesso collegio, tuttora funzionante. Nel decennio francese l'abbazia fu trasformata in stabilimento nazionale; oggi è monumento nazionale e la conservazione del suo notevole ed antico patrimonio culturale, frutto della plurisecolare esistenza, è affidata alla comunità monastica che non ha mai abbandonato il monastero e che, anno dopo anno, ha provveduto a dare all'archivio un nuovo ordinamento, ancora oggi in vigore.
Le innumerevoli donazioni di beni da parte di principi, vescovi, signori e privati laici secondo l'uso del tempo erano accompagnati anche dai relativi documenti, soprattutto atti di compravendita, concessioni, permute, attraverso i quali è possibile ricostruire le vicende delle proprietà fondiarie di molte zone del Mezzogiorno già dagli inizi del sec. XI.
Sul finire del sec. XVI l'abate Vittorino Manso divise l'archivio dalla biblioteca, sistemandoli in due ambienti distinti. Il patrimonio documentario conservato sia nell'archivio che nella biblioteca è importantissimo per consistenza e varietà: la documentazione riguarda territori dell'Italia meridionale che hanno fatto parte, talvolta per lungo tempo, fin dall'alto medioevo, del patrimonio fondiario dell'abbazia: i territori del circondario di Cava, le zone del Cilento, i domini pugliesi, lucani e dell'Irpinia. Le pergamene latine e greche conservate sono relative anche all'epoca antecedente la fondazione della badia, in quanto provengono da altri monasteri, poi donati a Cava. Vi confluirono anche archivi di certose e conventi donati dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1807.
Il responsabile dell'archivio e della biblioteca è oggi don Leone Marinelli.


Complessi archivistici:
Società Laterizi Velia (fondo)


Bibliografia:
M. Sessa, "Cava dei Tirreni. Biblioteca della badia della SS. Trinità" in "Guida alla storia di Salerno e della sua provincia" a cura di A. Leone - G. Vitolo, Salerno, 1982, pp. 963-965.

Redazione e revisione:
de Pascale 2008 Giovanna- direzione lavori Sessa, 2008/02/04, prima redazione


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