Date di esistenza: sec. XIII -
Intestazioni:
Comune di Tambre, Tambre (Belluno), sec. XIII -, SIUSA
Le vicende di Tambre sono legate alla vicina foresta del Cansiglio che nel diploma dell'imperatore Berengario I del 923 è nominata tra i possedimenti del vescovo di Belluno, mentre la bolla di papa Lucio III del 1185 la assegnò alla Comunità di Belluno. Il toponimo Foresta del Cansiglio è però di origine recente; infatti il nome Cansegio o Cansiglio era riferito esclusivamente alla conca centrale, ovvera all'attuale Pian Cansiglio. La zona circostante veniva invece denominata Bosco d'Alpago ed aveva comunque superficie superiore all'attuale Foresta del Cansiglio. Con la nascita dei Comuni e l'organizzazione delle comunità locali nelle Regole, forme amministrative autonome tipiche dell'area bellunese basate sulle assemblee di capifamiglia, il Bosco d'Alpago fu gestito dalle Regole della Comunità dell'Alpago, per poi passare nel 1404, con tutta la Comunità di Belluno, sotto la Repubblica Veneta. Nel 1548 la Serenissima incamerò i luoghi per farne il suo "bosco da reme de San Marco" e vi pose un suo capitano. Nel 1660 Venezia concesse il diritto di pascolo nel bosco ai comuni confinanti, diritto che, dopo le riforme napoleoniche seguite alla caduta della Serenissima, fu riconosciuto ai soli contadini di Tambre. L'insediamento di Tambre, che esisteva già nel XIII secolo, si staccò da Puos, come circoscrizione amministrativa, nel 1676 e nel 1791 si separò dalla Comunità dell'Alpago. Nel Settecento, nuclei di popolazioni cimbre, di origine bavarese, giunsero nel territorio provenienti dall'altipiano di Asiago e, in particolare, da Roana. Costruirono numerosi villaggi in prossimità della strada principale: Vallorch, Le Rotte, Pich, Pian Osteria, Pian Canaie, Campon, con le caratteristiche dimore realizzate in tronchi di faggio e ricoperte da scandole. Le attività dei Cimbri furono sempre legate alla lavorazione del legno e del latte. Svilupparono una fiorente attività artigianale di costruzione di scatole circolari prodotte con fogli di legno di faggio - da ciò il soprannome di "scatolieri" - destinate a dare forma ai prodotti caseari. Parlavano una lingua di derivazione tedesca, incomprensibile alle genti confinanti, che si è andata lentamente estinguendo e di cui oggi rimane traccia solo in qualche opera storiografica. Oggi molti Cimbri risiedono nella sottostante pianura e utilizzano le abitazioni dei villaggi solo nel periodo estivo.
Nel 1797, caduta la Repubblica di Venezia, le truppe francesi devastarono la zona; dal 1797 al 1867 si alternarono i governi francese ed austriaco. Nel repertorio generale del 1769 delle ville e comuni di tutte le province della terraferma, formato sulla documentazione dei "Deputati e aggiunti alla provvision del denaro pubblico", Tambre d'Alpago è riportato con la denominazione Tambre tra le ville del Territorio di Belluno. Nel compartimento territoriale austriaco del 1802, il paese è compreso come villa, con capoluogo Belluno, nel compartimento territoriale della Marca Trevigiana. Il decreto napoleonico del 22 dicembre 1807 n. 283, sulla divisione dei nuovi dipartimenti ex veneti, inserisce il Comune nel dipartimento della Piave, distretto I di Belluno, cantone I di Belluno. Con la sovrana patente del 7 aprile 1815, che istituì il Regno del Lombardo Veneto, Tambre è assegnato alla provincia di Belluno, distretto I Belluno. Il nuovo compartimento territoriale delle province venete, pubblicato con dispaccio 40.285/3. 94 del 2 novembre 1845, e la successiva sovrana risoluzione del 28 gennaio 1853, che definì il compartimento territoriale delle province venete attivato col 1° luglio 1853, descrivono la seguente situazione: il Comune con le frazioni di Tambruz, Civit, Borsoi, Lavina, Pianon, Fullin, Valturcana, Broz, Valdinogher, fa parte della provincia di Belluno, distretto I di Belluno. Tale stato di cose non venne mutato dalla normativa degli anni seguenti, fino alla fine della dominazione austriaca. I territori veneti vennero poi annessi al Regno d'Italia e il comune di Tambre entrò a far parte della provincia di Belluno, con il regio decreto del 13 ottobre 1866 n. 3282, col quale fu pubblicata e messa in vigore nelle province dei Venezia e di Mantova la legge elettorale politica del Regno del 17 dicembre 1860 n. 4513.
Nel 1871 il Cansiglio divenne Foresta demaniale inalienabile dello Stato Italiano, data in gestione all'Azienda di Stato per le Foreste demaniali, che vi mantenne la residenza di un suo ispettore fino al 1927. Nel 1924 fu esplorata la cavità detta "Bus de la lum" (Buco della luce), un inghiottitoio carsico teatro di tragici eventi durante la seconda guerra mondiale quando, l'11 gennaio 1945, vi vennero fatti precipitare quaranta giovani di Tambre. Nel corso delle vicende belliche, tutti i villaggi del Cansiglio furono incendiati dalle truppe tedesche; alcuni furono ricostruiti in muratura, altri furono invece riedificati in legno sul modello delle vecchie dimore.
Nel 1871 il Cansiglio divenne Foresta demaniale inalienabile dello Stato Italiano, data in gestione all'Azienda di Stato per le Foreste demaniali, che vi mantenne la residenza di un suo ispettore fino al 1927. Nel 1924 fu esplorata la cavità detta "Bus de la lum" (Buco della luce), un inghiottitoio carsico teatro di tragici eventi durante la seconda guerra mondiale quando, l'11 gennaio 1945, vi vennero fatti precipitare quaranta giovani di Tambre. Nel corso delle vicende belliche, tutti i villaggi del Cansiglio furono incendiati dalle truppe tedesche; alcuni furono ricostruiti in muratura, altri furono invece riedificati in legno sul modello delle vecchie dimore.
Condizione giuridica:
pubblico
Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale
Profili istituzionali collegati:
Comune, 1859 -
Complessi archivistici prodotti:
Atti antichi (fondo)
Comune di Tambre (complesso di fondi / superfondo)
Bibliografia:
Archivi nella Provincia di Belluno. Indagine conoscitiva per la ricerca storica. Archivi comunali a cura di G. MIGLIARDI 0RIORDAN e D. TESTA BENZONI, con la collaborazione di M. DE BONA e S. MISCELLANEO, Archivi delle IPAB a cura di S. MISCELLANEO, Belluno, Provincia di Belluno Editore, 2003, 185-187
Redazione e revisione:
Bettio Elisabetta, 2018/05/29, supervisione della scheda
Pavan Laura, 2014/02/21, integrazione successiva