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Comune di Cocquio

Sede: Cocquio Trevisago (Varese)
Date di esistenza: sec. XIV - 1927

Intestazioni:
Comune di Cocquio, Cocquio Trevisago (Varese), sec. XIV - 1927, SIUSA

Altre denominazioni:
Comune di Cocquio con Sant'Andrea, comune di Coquio con Sant'Andrea

La località di Cocquio, citata come "Chocho per li nobili e vicini" negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano e facente parte della pieve di Brebbia, era tra le comunità che contribuivano alla manutenzione della strada di Rho. Nei registri dell'estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Cocquio risultava ancora compreso nella medesima pieve. Nelle mappe di I stazione, d'insieme e di II stazione del catasto detto teresiano, assieme al territorio di Cocquio viene disegnato il territorio di Sant'Andrea, e il comune assume sempre la denominazione di Cocquio (o Coquo) e Sant'Andrea (Area virtuale). Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, il comune risultava infeudato al conte Giulio Visconti, col pagamento di lire 129 annue per dazio d'imbottato e censo feudale. Non vi risiedeva alcun giudice, ma si faceva riferimento al podestà feudale Carlo Bartolomeo Porta, con ufficio in Gavirate. La retribuzione del giudice feudale era di 29 lire all'anno. Il console di Cocquio prestava giuramento tutti gli anni alla banca criminale del vicariato del Seprio di Gallarate, col pagamento di 22 soldi e 6 denari, che si reputava ingiusto. Cocquio aveva sempre fatto comune a sé; vi era inoltre un piccolo recinto, chiamato comunetto di Cochino, anticamente dei Castiglioni, soggetto al comune dominante. La comunità desiderava che restasse unito al comune dominante, per evitare disordini e liti. Non esisteva consiglio generale né particolare, ma solamente tre deputati, il console e il cancelliere. Questi rappresentanti della comunità cambiavano circa ogni tre anni. Le riunioni, per decidere i vari affari, venivano predisposte dal console con preventivo avviso ai capifamiglia e si svolgevano nella pubblica piazza in giorno festivo dopo la messa. Il comune possedeva solo una "boschina" comunale, per la maggior parte zerbo e cespugli bassi, e un pascolo per i bovini, utilizzato dagli abitanti. I riparti che si predisponevano si leggevano nella pubblica piazza ad ogni richiesta degli interessati. Il cancelliere risiedeva nel comune ed era retribuito con 49 lire annue; conservava la documentazione relativa ai pagamenti fatti annualmente alla cassa del ducato. Altre scritture erano in possesso di due dei primi estimati. Il comune non aveva procuratori né agenti a Milano. In caso di necessità ci si rivolgeva al sindaco provinciale, senza pagamento di emolumenti. Le anime erano 653 circa, 538 collettabili, 115 non collettabili.
Nel compartimento territoriale del 1757 Cocquio o Coquio risultava far parte della pieve di Brebbia. A seguito del compartimento territoriale della Lombardia austriaca del 1786, Cocquio, sempre compreso nella pieve di Brebbia, entrò a far parte della provincia di Gallarate. Il territorio venne successivamente inserito nella provincia di Milano e nel 1791, abolite le intendenze politiche, le terre della pieve di Brebbia vennero a trovarsi comprese nella provincia di Milano.
Per effetto della legge 26 marzo 1798 di organizzazione del dipartimento del Verbano il comune di Cocquio venne inserito nel distretto di Besozzo. Soppresso il dipartimento del Verbano, con la successiva legge 26 settembre 1798 di ripartizione territoriale dei dipartimenti d'Olona, Alto Po, Serio e Mincio, Cocquio entrò a far parte del distretto di Laveno, inserito nel dipartimento dell'Olona. Nel compartimento territoriale del 1801 il comune fu collocato nel distretto II di Varese del dipartimento del Lario. Nel 1805, un ulteriore compartimento territoriale inserì Cocquio nel cantone IV di Gavirate del distretto II, di Varese, del dipartimento del Lario. Il comune, di III classe, aveva 1011 abitanti. A seguito dell'aggregazione dei comuni del dipartimento del Lario, in accordo con il piano previsto già nel 1807 e parzialmente rivisto nel biennio successivo, Cocquio ed uniti figurava, con 966 abitanti, comune aggregato al comune denominativo di Gavirate, nel cantone II di Gavirate del distretto II di Varese, e come tale fu confermato con il successivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario.
Con l'attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto, il comune di Cocquio con Sant'Andrea fu inserito nel distretto XVI di Gavirate. Con dispaccio governativo 1824 dicembre 11 n. 34259/4237 fu autorizzata la sostituzione, nel comune di Cocquio, del consiglio comunale al convocato generale. Cocquio con Sant'Andrea, elencato ancora tra i comuni con convocato, fu confermato nel distretto XVI di Gavirate in forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde. Nel 1853, Cocquio con la frazione Sant'Andrea, comune con consiglio comunale senza ufficio proprio e con una popolazione di 1649 abitanti, fu inserito nel distretto XIX di Gavirate.
In seguito all'unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Cocquio con 1.735 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento VII di Gavirate, circondario II di Varese, provincia di Como. Alla costituzione nel 1861 del Regno d'Italia, il comune aveva una popolazione residente di 1.872 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull'ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Nel 1867 il comune risultava incluso nello stesso mandamento, circondario e provincia. Popolazione residente nel comune: abitanti 1.931 (Censimento 1871); abitanti 2.054 (Censimento 1881); abitanti 2.193 (Censimento 1901); abitanti 2.325 (Censimento 1911); abitanti 2.364 (Censimento 1921). Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Varese della provincia di Como. In seguito alla riforma dell'ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Nel 1927 il comune venne aggregato alla provincia di Varese. Nel 1927 il comune di Cocquio venne aggregato al nuovo comune di Cocquio Trevisago.


Condizione giuridica:
pubblico

Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale

Profili istituzionali collegati:
Comune, 1859 -

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