Date di esistenza: sec. XIV -
Intestazioni:
Comune di Consiglio di Rumo, Consiglio di Rumo (Como), sec. XIV -, SIUSA
Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comunità della pieve di Lecco. Consiglio, "territorio di Lecco", compare nel "sommarione del perticato del 1558 della comunità di Lecco con sua giurisdizione fatto comune per comune". Nei prospetti dei comuni componenti la comunità generale di Lecco approntati per le relazioni allegate agli atti preparatori del nuovo estimo, non figura più nominativamente un comune di Consiglio; dalle risposte ai 45 quesiti della real giunta del censimento si desume solamente che il comune di San Giovanni alla Castagna era detto anche "vicinanza del Consiglio".
Conscilii de Rumo montis Dugni" figura nella "Determinatio stratarum et pontium ..." annessa agli Statuti di Como del 1335, come il comune cui spetta la manutenzione di un tratto della strada di Mezzola "ab occluso in sursum usque ad pontem de medio". Il "comune loci de Conscilii de Rumo montis Dugni " apparteneva alla pieve di Dongo che già la ripartizione territoriale del 1240 attribuiva al quartiere di Porta Monastero della città di Como. Consiglio di Rumo risulta sempre facente parte della pieve di Dongo anche dal "Liber consulum civitatis Novocomi" dove sono riportati i giuramenti prestati dai consoli del comune dal 1510 sino all'anno 1534. Inserito nel feudo delle Tre Pievi superiori del lago, le quali avevano già fatto parte del feudo di Nesso donato nel 1497 dal duca Lodovico Maria Sforza a Lucrezia Crivelli, Consiglio di Rumo nel 1545, insieme agli altri comuni delle Tre Pievi, fu infeudato a Gian Giacomo de Medici, detto il Medeghino. Con atto notarile del 9 maggio 1580 il comune, sempre con tutto il feudo delle Tre Pievi, passò nelle mani della famiglia Gallio. Nella medesima pieve, nel Contado di Como, lo si ritrova ancora nel 1644. Nel "Compartimento territoriale specificante le cassine" del 1751, Consiglio di Rumo era sempre inserito nella pieve di Dongo. Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune di Consiglio di Rumo, che contava 739 abitanti, era infeudato al duca Carlo Tolomeo Gallio D'Alvito a cui venivano pagate lire 10.1 per il diritto di caccia. Il comune disponeva di un consiglio generale, costituito dai vicini capi di famiglia. Veniva convocato dai sindaci i quali ordinavano al custode della chiesa parrocchiale di suonare la campana grande subito dopo la messa. In quel medesimo giorno, dopo il pranzo, i capi di famiglia si riunivano in uno dei luoghi soliti per assumere le decisioni necessarie, prese a maggioranza dei voti. In consiglio venivano eletti tre sindaci a cui era affidata l'amministrazione del patrimonio pubblico e la vigilanza sui riparti. Duravano in carica un anno e potevano essere confermati. In modo simile veniva eletto il cancelliere che non aveva però limiti di durata e poteva essere rimosso solo in caso di demerito. Il consiglio infine eleggeva annualmente il console, tramite pubblico incanto. Disponeva di un cancelliere, regolarmente retribuito, che conservava personalmente le poche scritture di cui abbisognava quotidianamente, mentre la restante parte dell'archivio veniva custodito in un'apposita cassa munita di tre chiavi, affidate ai sindaci, in una stanza del "pubblico" la cui chiave era tenuta dal cancelliere. Incaricati delle riscossioni dei carichi e del pagamento delle spese erano uno o due esattori, nominati dal consiglio in base alle migliore offerta presentata, che duravano in carica due o tre anni. Il comune era sottoposto alla giurisdizione del podestà feudale, al quale pagava un salario annuo. Consiglio di Rumo non viene riportato nell'"Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano" del 1753 tra i comuni della pieve di Dongo.
Nel nuovo compartimento territoriale dello Stato di Milano, pubblicato dopo la "Riforma al governo della città e contado di Como", il comune di Consiglio di Rumo venne inserito, come comunità appartenente alla pieve di Dongo, nel Contado di Como. Nel 1771 il comune contava 913 abitanti. Con la successiva suddivisione della Lombardia austriaca in province, il comune di Consiglio di Rumo venne confermato facente parte della pieve di Dongo ed inserito nella Provincia di Como. In forza del nuovo compartimento territoriale per l'anno 1791, la pieve di Dongo, di cui faceva parte il comune di Consiglio di Rumo, venne inclusa nel VII distretto censuario della provincia di Como.
A seguito della suddivisione del territorio in dipartimenti, prevista dalla costituzione della Repubblica Cisalpina dell'8 luglio 1797, con legge del 27 marzo 1798 il comune di Consiglio di Rumo venne inserito nel Dipartimento del Lario, Distretto di Domaso. Con successiva legge del 2 ottobre 1798 il comune venne trasportato nel Dipartimento d'Adda e Olio, Distretto I di Dongo. Secondo quanto disposto dalla legge 13 maggio 1801, il comune, inserito nel Distretto primo di Como, tornò a far parte del ricostituito Dipartimento del Lario. Con la riorganizzazione del dipartimento, avviata a seguito della legge di riordino delle autorità amministrative e resa definitivamente esecutiva durante il Regno d'Italia, Consiglio di Rumo venne in un primo tempo inserito nel Distretto VII ex comasco di Dongo, classificato comune di III classe, e successivamente collocato nel Distretto III di Menaggio, Cantone IV di Dongo. Il comune nel 1805 contava 898 abitanti. Il successivo intervento di concentrazione disposto per i comuni di II e III classe, vide Consiglio di Rumo allargare i propri confini territoriali con l'aggregazione del comune di Stazzona. Inserito nel Distretto III di Menaggio, Cantone IV di Gravedona, dopo l'unione il comune contava 1476 abitanti. Tale aggregazione venne confermata con la successiva compartimentazione del 1812.
Con l'attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto, il comune di Consiglio di Rumo venne inserito nel distretto VII di Dongo. Il comune, dotato di consiglio comunale a seguito del dispaccio governativo del 19 marzo 1821, fu confermato nel distretto VII di Dongo in forza del successivo compartimento delle province lombarde. Col compartimento territoriale della Lombardia, il comune di Consiglio di Rumo venne inserito nel distretto VI di Gravedona. La popolazione era costituita da 1076 abitanti.
In seguito all'unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Consiglio di Rumo con 1.112 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento VIII di Dongo, ciorcondario I di Como, provincia di Como. Alla costituzione nel 1861 del Regno d'Italia, il comune aveva una popolazione residente di 1.133 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull'ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 932 (Censimento 1871); abitanti 1.078 (Censimento 1881); abitanti 844 (Censimento 1901); abitanti 895 (Censimento 1911); abitanti 858 (Censimento 1921). Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Como della provincia di Como. In seguito alla riforma dell'ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Nel 1928 il comune di Consiglio di Rumo venne aggregato al comune di Gravedona.
Nel 1948 venne ricostituito il comune autonomo di Consiglio di Rumo disaggregandone il territorio dal comune di Gravedona. In base alla legge sull'ordinamento comunale vigente il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 1.125 (Censimento 1951); abitanti 1.201 (Censimento 1961); abitanti 1.181 (Censimento 1971). Nel 1971 il comune di Consiglio di Rumo aveva una superficie di ettari 1.627.
A seguito della suddivisione del territorio in dipartimenti, prevista dalla costituzione della Repubblica Cisalpina dell'8 luglio 1797, con legge del 27 marzo 1798 il comune di Consiglio di Rumo venne inserito nel Dipartimento del Lario, Distretto di Domaso. Con successiva legge del 2 ottobre 1798 il comune venne trasportato nel Dipartimento d'Adda e Olio, Distretto I di Dongo. Secondo quanto disposto dalla legge 13 maggio 1801, il comune, inserito nel Distretto primo di Como, tornò a far parte del ricostituito Dipartimento del Lario. Con la riorganizzazione del dipartimento, avviata a seguito della legge di riordino delle autorità amministrative e resa definitivamente esecutiva durante il Regno d'Italia, Consiglio di Rumo venne in un primo tempo inserito nel Distretto VII ex comasco di Dongo, classificato comune di III classe, e successivamente collocato nel Distretto III di Menaggio, Cantone IV di Dongo. Il comune nel 1805 contava 898 abitanti. Il successivo intervento di concentrazione disposto per i comuni di II e III classe, vide Consiglio di Rumo allargare i propri confini territoriali con l'aggregazione del comune di Stazzona. Inserito nel Distretto III di Menaggio, Cantone IV di Gravedona, dopo l'unione il comune contava 1476 abitanti. Tale aggregazione venne confermata con la successiva compartimentazione del 1812.
Con l'attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto, il comune di Consiglio di Rumo venne inserito nel distretto VII di Dongo. Il comune, dotato di consiglio comunale a seguito del dispaccio governativo del 19 marzo 1821, fu confermato nel distretto VII di Dongo in forza del successivo compartimento delle province lombarde. Col compartimento territoriale della Lombardia, il comune di Consiglio di Rumo venne inserito nel distretto VI di Gravedona. La popolazione era costituita da 1076 abitanti.
In seguito all'unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Consiglio di Rumo con 1.112 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento VIII di Dongo, ciorcondario I di Como, provincia di Como. Alla costituzione nel 1861 del Regno d'Italia, il comune aveva una popolazione residente di 1.133 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull'ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 932 (Censimento 1871); abitanti 1.078 (Censimento 1881); abitanti 844 (Censimento 1901); abitanti 895 (Censimento 1911); abitanti 858 (Censimento 1921). Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Como della provincia di Como. In seguito alla riforma dell'ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Nel 1928 il comune di Consiglio di Rumo venne aggregato al comune di Gravedona.
Nel 1948 venne ricostituito il comune autonomo di Consiglio di Rumo disaggregandone il territorio dal comune di Gravedona. In base alla legge sull'ordinamento comunale vigente il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 1.125 (Censimento 1951); abitanti 1.201 (Censimento 1961); abitanti 1.181 (Censimento 1971). Nel 1971 il comune di Consiglio di Rumo aveva una superficie di ettari 1.627.
Condizione giuridica:
pubblico
Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale
Profili istituzionali collegati:
Comune, 1859 -
Complessi archivistici prodotti:
Comune di Consiglio di Rumo (fondo)
Stato civile del Comune di Consiglio di Rumo (fondo)
Redazione e revisione:
Doneda Cristina, 2005/10/18, prima redazione