Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina | Vai alla colonna di sinistra

Colonna con sottomenu di navigazione


Contenuto della pagina


Guida on-line agli archivi non statali
Menu di navigazione

Home » Ricerca guidata » Soggetti produttori - Enti » Soggetto produttore - Ente

Comune di Castiglione d'Orcia

Sede: Castiglione d'Orcia (Siena)
Date di esistenza: sec. XIV -

Intestazioni:
Comune di Castiglion d'Orcia, Castiglion d'Orcia (Siena), sec. XIV -, SIUSA

Altre denominazioni:
Comunità di Castiglion d'Orcia, sec. XIV - 1776
Comunità di Castiglion d'Orcia, 1778 - 1808
Comunità di Castiglion d'Orcia, 1814 - 1865

Castiglion d'Orcia, prima signoria degli Aldobrandeschi di Santa Fiora, nel 1300 venne assoggettato alla Repubblica di Siena per poi divenire feudo della famiglia Salimbeni. Nel 1418 venne definitivamente aggregato al contado senese insieme con il territorio di Rocca d'Orcia.
Nel 1605 il Granduca Ferdinando I lo concesse in feudo al marchese Giulio Riario la cui famiglia lo tenne fino al 1676 quando tornò in possesso della Camera Granducale.
Nel 1777, con l'istituzione della comunità leopoldina di Castiglione d'Orcia formata dai comuni di Castiglione e Rocca d'Orcia, l'antica comunità venne definitivamente soppressa.
Nel 1777 viene istituta la comunità leopoldina di Castiglione d'Orcia, aggregando il territorio del comune di Castiglione e di Rocca d'Orcia con i rispettivi comunelli.
Con la creazione della Comunità, gli statuti e le leggi comunali nonché tutte le magistrature locali di epoca precedente vennero di fatto aboliti. Il governo della nuova comunità, eletto per sorteggio fra i possidenti locali, era costituito dal Magistrato composto da un Gonfaloniere e da alcuni priori ed in carica per un anno. Il Magistrato, affiancato da un consigliere per ciascun popolo della comunità, andava a formare il Consiglio Generale. Il vecchio sistema fiscale venne riformato e razionalizzato: tutte le imposizioni vennero abolite ed al loro posto venne istituita la "tassa di redenzione". Di tutte le questioni finanziarie si occupava un camarlingo o depositario, estratto dalle borse approntate per il magistrato ed in carica da uno ad un massimo di tre anni consecutivi. Un altro importante ufficio, da porsi all'incanto, era quello di "provveditore di strade e fabbriche" di durata triennale. La Comunità venne soppressa nel 1808 con l'annessione della Toscana all'Impero francese.
Nonostante le mairies fossero state soppresse il 17 giugno 1814, le istituzioni comunitative precedenti l'occupazione francese ripresero a funzionare solo nel settembre del 1816. Gli uffici restaurati trassero comunque esperienza dalla passata amministrazione, sia riguardo all'accentramento del governo comunitativo, che in materia di previsione finanziaria. All'interno del Magistrato si verificò infatti un forte rafforzamento del potere del Gonfaloniere, nominato da sovrano all'interno di una rosa di nomi scrutinati, su consiglio del Soprintendente della Camera di Sovrintendenza Comunitativa, e in carica per tre anni. Al Gonfaloniere vennero attribuite funzioni di controllo su di un ampio ventaglio di affari comunitativi, che andavano dall'amministrazione del fisco, dall'ordine pubblico all'assetto del territorio. Al Magistrato spettavano l'elezione del camarlingo, in carica per tre anni, e l'approvazione del bilancio di previsione e dei conti consuntivi. Il Consiglio, in carica per un anno, si riuniva di regola una sola volta, nel mese di settembre, assieme al Magistrato per eleggere i deputati incaricati della ripartizione della tassa di famiglia e gli impiegati della comunità e per deliberare sull'eventuale apertura di nuove strade.
Un nuovo regolamento comunale fu emanato nel 1849, successivamente alla fuga a Gaeta del Granduca e all'instaurazione di un governo provvisorio. Tale regolamento introduceva nella legislazione comunale elementi maggiormente progressisti: era previsto che i componenti del Consiglio generale fossero eletti dai maggiori contribuenti della Comunità: i Consiglieri, a loro volta, avrebbero poi eletto i membri del Magistrato comunitativo, con la proporzione di un priore ogni quattro consiglieri. I cambiamenti non riguardarono, tuttavia, soltanto i criteri di selezione degli incaricati della gestione della cosa pubblica. Anche le competenze degli organi furono radicalmente trasformate: rovesciando la precedente gerarchia fra i due organi, al Magistrato veniva ora affidata la sola esecuzione delle deliberazioni del Consiglio generale, al quale erano riconosciute maggiori competenze rispetto al regolamento del 1816. Il ritorno del Granduca avrebbe portato, nel 1853, alla soppressione di questo regolamento, sostituito con un nuovo corpo normativo molto più restrittivo, che ben rifletteva il clima della seconda restaurazione conosciuta dal Granducato di Toscana.
Soltanto nel 1859, dopo la definitiva fuga del Granduca, il nuovo governo provvisorio avrebbe emanato un nuovo regolamento, molto simile a quello del 1849, destinato a restare in vigore fino all'elaborazione delle leggi amministrative del Regno d'Italia nel 1865, fra cui figurava la prima legge comunale e provinciale dello Stato unitario del 20 marzo 1865 che soppresse definitivamente le comunità.
Secondo il nuovo compartimento delle cancellerie comunitative introdotto con la Restaurazione, la comunità di Castiglione d'Orcia venne compresa nella cancelleria di San Quirico insieme con Pienza e San Giovanni d'Asso.


Condizione giuridica:
pubblico

Tipologia del soggetto produttore:
preunitario
ente pubblico territoriale

Profili istituzionali collegati:
Comunità (Granducato di Toscana), 1774 - 1808
Comunità (Granducato di Toscana), 1814 - 1865
Comune, 1859 -

Complessi archivistici prodotti:
Comune di Castiglione d'Orcia (fondo)
Comunità di Castiglione d'Orcia (fondo)
Stato civile del Comune di Castiglione d'Orcia (fondo)


Redazione e revisione:
Procopio Assunta, 2005/09/13, prima redazione
Taglioli Maddalena, 2015/04/13, revisione


icona top