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Comune di Terricciola

Sede: Terricciola (Pisa)
Date di esistenza: sec. XIII -

Intestazioni:
Comune di Terricciola, Terricciola (Pisa), 1865 -, SIUSA

Altre denominazioni:
Comunità di Terricciola, sec. XIII - 1776
Mairie di Terricciola
Comunità di Terricciola, 1766 - 1865

Terricciola ebbe origine dal vicino Castelvecchio, dove esisteva un oratorio detto della Madonna di Monterosso, compreso nel piviere di Chianni, che fino dalla prima metà del Duecento fu riunito alla cura di Terricciola.
Nel corso del sec. XIII Terricciola fece parte della giurisdizione del vescovo di Volterra, ma nel 1284 il vescovo Ranieri la cedette al comune di Firenze. Pochi anni più tardi il castello passò alla repubblica pisana, nel cui ambito restò fino alla conquista fiorentina del 1406. Nello Stato fiorentino Terricciola fu compresa nel vicariato di Lari, prima come comune della podesteria di Lajatico e dal 1423 di quella di Peccioli. Con le riforma leopoldine del 1776 il comune di Terricciola comprese i comunelli di Casanuova, Morrona, Soiana e Soianello ed entrò a far parte della comunità e della cancelleria di Peccioli.
La creazione nel 1776 della comunità di Terricciola determinò l'abolizione degli statuti e delle leggi comunali nonché di tutte le magistrature locali di epoca precedente. Il governo della nuova comunità, eletto per sorteggio fra i possidenti locali, era costituito dal Magistrato composto da un Gonfaloniere e da alcuni priori ed in carica per un anno. Il Magistrato, affiancato da un consigliere per ciascun popolo della comunità, andava a formare il Consiglio Generale. Il vecchio sistema fiscale venne riformato e razionalizzato: tutte le imposizioni vennero abolite ed al loro posto venne istituita la "tassa di redenzione". Si trattava di un'unica tassa annuale fissa assegnata a ciascuna da versarsi in tre rate alla Cassa della Camera delle Comunità. Se non fosse riuscita a pagare la tassa di redenzione, la comunità era autorizzata a distribuire un'imposta sui possidenti, chiamata "dazio". Di tutte le questioni finanziarie si occupava un camarlingo o depositario, estratto dalle borse approntate per il magistrato ed in carica da uno ad un massimo di tre anni consecutivi. Un altro importante ufficio, da porsi all'incanto, era quello di "provveditore di strade e fabbriche" di durata triennale. La Comunità venne soppressa nel 1808 con l'annessione della Toscana all'Impero francese.
Nonostante le mairies fossero state soppresse il 17 giugno 1814, le istituzioni comunitative precedenti l'occupazione francese ripresero a funzionare solo nel settembre del 1816. Gli uffici restaurati trassero comunque esperienza dalla passata amministrazione, sia riguardo all'accentramento del governo comunitativo, che in materia di previsione finanziaria. All'interno del Magistrato si verificò infatti un forte rafforzamento del potere del Gonfaloniere, nominato da sovrano all'interno di una rosa di nomi scrutinati, su consiglio del Soprintendente della Camera di Sovrintendenza Comunitativa, e in carica per tre anni. Al Gonfaloniere vennero attribuite funzioni di controllo su di un ampio ventaglio di affari comunitativi, che andavano dall'amministrazione del fisco, dall'ordine pubblico all'assetto del territorio. Al Magistrato spettavano l'elezione del camarlingo, in carica per tre anni, e l'approvazione del bilancio di previsione e dei conti consuntivi. Il Consiglio, in carica per un anno, si riuniva di regola una sola volta, nel mese di settembre, assieme al Magistrato per eleggere i deputati incaricati della ripartizione della tassa di famiglia e gli impiegati della comunità e per deliberare sull'eventuale apertura di nuove strade.
Un nuovo regolamento comunale fu emanato nel 1849, successivamente alla fuga a Gaeta del Granduca e all'instaurazione di un governo provvisorio. Tale regolamento introduceva nella legislazione comunale elementi maggiormente progressisti: era previsto che i componenti del Consiglio generale fossero eletti dai maggiori contribuenti della Comunità: i Consiglieri, a loro volta, avrebbero poi eletto i membri del Magistrato comunitativo, con la proporzione di un priore ogni quattro consiglieri. I cambiamenti non riguardarono, tuttavia, soltanto i criteri di selezione degli incaricati della gestione della cosa pubblica. Anche le competenze degli organi furono radicalmente trasformate: rovesciando la precedente gerarchia fra i due organi, al Magistrato veniva ora affidata la sola esecuzione delle deliberazioni del Consiglio generale, al quale erano riconosciute maggiori competenze rispetto al regolamento del 1816. Il ritorno del Granduca avrebbe portato, nel 1853, alla soppressione di questo regolamento, sostituito con un nuovo corpo normativo molto più restrittivo, che ben rifletteva il clima della seconda restaurazione conosciuta dal Granducato di Toscana. Soltanto nel 1859, dopo la definitiva fuga del Granduca, il nuovo governo provvisorio avrebbe emanato un nuovo regolamento, molto simile a quello del 1849, destinato a restare in vigore fino all'elaborazione delle leggi amministrative del Regno d'Italia nel 1865, fra cui figurava la prima legge comunale e provinciale dello Stato unitario del 20 marzo 1865 che soppresse definitivamente le comunità.
La Comunità di Terricciola era sottoposta al podestà di Peccioli e al vicario di Lari. Successivamente, con la riforma giudiziaria del 1848, fu sottoposta alla pretura di Peccioli.
Il motuproprio 1 novembre 1825, che istituì le camere di soprintendenza comunitativa, inserì Terricciola nel circondario dell'ingegnere di Pontedera, facente capo alla camera di Pisa; lasciandola sempre nella cancelleria di Peccioli, nel compartimento di Pisa.


Condizione giuridica:
pubblico

Tipologia del soggetto produttore:
preunitario
ente pubblico territoriale

Profili istituzionali collegati:
Comunità (Granducato di Toscana), 1774 - 1808
Mairie (Impero francese), 1805 - 1814
Comunità (Granducato di Toscana), 1814 - 1865
Comune, 1859 -

Complessi archivistici prodotti:
Comune di Terricciola (fondo)
Stato civile del Comune di Terricciola (fondo)


Redazione e revisione:
Gelli Simona, prima redazione
Taglioli Maddalena, revisione


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