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Comune di Mirto

Sede: Mirto (Messina)
Date di esistenza: , L'estremo remoto si riferisce all'effettiva operatività del soggetto produttore e non alla data di istituzione dello stesso.
1810 -

Intestazioni:
Comune di Mirto, Mirto (Messina), 1812 -, SIUSA

Mirto ricade nel territorio che appartenne a Demenna, città bizantina che ereditò il prestigio dell'antico "municipium aluntino" e che costituì il riferimento geografico medievale della parte nordorientale della Sicilia la quale infatti venne definita Val demenna, poi Val di Demona e Valdemone. Scavi archeologici fanno presupporre che l'importante insediamento ellenistico-romano chiamato Ruma, in contrada Tempoli al confine tra Mirto e Capri Leone, fu distrutto da un terremoto e che i superstiti si trasferirono nell'attuale sito al tempo della dominazione saracena. E' altresì accertato che nell'839 Mirto fosse un imponente castello fortificato. Nel 1111 re Ruggero donò il castello di Mirto al Monastero di S. Bartolomeo di Lipari. Nel secolo XIII re Federico II di Svevia, per conquistare il Monastero di San Filippo (Frazzanò) - importante centro del monachesimo greco in Sicilia - fece base a Mirto. Sin dall'età normanna (1183) il toponimo greco merto è riferito alla presenza del mirto, sottolineando le condizioni boschive delle contrade di questa parte dell'isola. Durante la guerra del Vespro, nel 1305, il casale di Mirto venne distrutto. All'epoca di Federico III, nel 1320, Mirto insieme a Capriiusu (oggi Capri Leone) apparteneva a Vitale di Aloisio, mentre intorno al 1336 era in potere degli Alagogna. Nella seconda metà del secolo era probabilmente in possesso di Federico de Aloisio che ne dispose negli anni del baronaggio. Nel 1392 Mirto, con i casali limitrofi, passò a Federico d'Aragona, signore di San Marco, entrando a far parte del vasto territorio feudale della "contea di san Marco". Nel 1398, confiscati i beni degli Aragona, la contea venne smembrata e Mirto fu dato in concessione ad Augerotto Larcan, rimanendo in potere dei Larcan, signori di San Fratello, approssimativamente fino al 1423. In questa data Riccardo Filangeri dimostrò di possedere da almeno trent'anni, tra i vari casali, anche quello di Mirto e gli venne conferito il titolo di conte di San Marco. Nel 1508 Girolamo Filangeri vendette Mirto al messinese Giacomo Balsamo, ma nel 1536 Francesco Filangeri ricomprò Mirto per poi rivederlo ad Antonio Branciforte con patto di ricompra. Questo avvenne nel 1608 da parte di Pietro Filangeri, il quale completò il riscatto degli antichi possidenti dopo una lunga lite per la successione della contea. Nel 1643 i Filangeri vennero elevati alla dignità di principi di Mirto e governarono il paese fino al XIX secolo.

Condizione giuridica:
pubblico

Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale

Profili istituzionali collegati:
Comune, 1859 -

Complessi archivistici prodotti:
Comune di Mirto (fondo)
Stato civile del Comune di Mirto (fondo)


Bibliografia:
V. AMICO, Dizionario topografico della Sicilia, tradotto dal latino ed annotato da Gioacchino Di Marzo, II, Palermo, Tip. di Pietro Morvillo, 1856, pp. 136 - 137

Redazione e revisione:
Cusimano Fabio - direzione lavori Romano, 2006/03/16, prima redazione


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