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Comune di Pieve di Teco

Sede: Pieve di Teco (Imperia)
Date di esistenza: sec. XI -

Intestazioni:
Comune di Pieve di Teco, Pieve di Teco, 1862 -, SIUSA
Comune di Pieve, Pieve di Teco, sec. XI - 1862, SIUSA

Il Comune di Pieve era un possedimento dei marchesi di Clavesana sin dal 1151 e, in parte, dei Del Carretto, nel 1386 fu acquistato, con tutta la Valle Arroscia, dal Comune di Genova, che ne fece sede del vicariato (poi capitanato) della Valle Arroscia. Dal 1435 al 1512, con brevi interruzioni, il capitanato fu dominato dagli Spinola quali "capitani perpetui" in nome del comune di Genova, anche se in tale periodo si legarono al ducato di Milano, ottenendo a più riprese dai duchi l'investitura feudale.
In base agli interessi dei villaggi compresi nel territorio di Pieve, i beni che possedevano in comune furono divisi tra Pieve e le altre comunità che presero il nome di Massa delle Ville Superiori nel 1491. Il capitanato era suddiviso in tre comarche: Pieve di Teco, le Ville Superiori formate da Acquetico, Trovasta, Armo, Moano, Nirasca, Lovegno, Ligassorio, Muzio, Calderara, e le Ville inferiori formate da Bacelega, Borghetto, Cartari, Gazzo, Ubaga, Ranzo e Vessalico.
Recuperata dai Genovesi nel 1512, Pieve fu affidata al governo del Banco di San Giorgio che la resse sotto un proprio capitano fino al 1562, anno in cui tornò sotto il diretto dominio della Repubblica. Fu sede di un capitano dell'ordine nobile con giurisdizione civile e criminale su Acquetico, Armo, Bacelega, Borghetto, Calderara, Cartari, Costa di Bacelega, Gazzo, Lenzari, Leverone, Moano, Nirasca, Ranzo, Trovasta, Ubaga, e Vessalico. Il capitanato fu soppresso alla fine del 1700.
Con il riordinamento amministrativo operato dalla Repubblica Ligure nel 1798 fu capo-cantone della Giurisdizione del Centa e, in alternanza con Albenga, sede del tribunale e dei comizi elettorali della stessa. Con la legge organica n. 24 del 17/01/1803, è capo cantone della "Giurisdizione degli Ulivi".
Entrò successivamente nel Regno di Italia dal 1861, dal 1859 al 1829 fu compreso nel V mandamento del circondario di Porto Maurizio, facente parte della provincia di Porto Maurizio, poi Provincia di Imperia dal 1923. Identificato come "Pieve", con Regio decreto del 26 ottobre 1862, n. 942, fu autorizzata ad assumere la denominazione di Pieve di Teco in conformità alla deliberazione del Consiglio Comunale dell’8 ottobre del 1862.
Il Comune fu soggetto a molteplici cambiamenti amministrativi. Il Comune di Cartari nel 1804 aggregò il Comune di Calderara, diventando il Comune di Cartari e Calderara, che soppresso nel 1929, fu aggregato a sua volta a Pieve di Teco.
Il comune di Moano, che aveva aggregato i Comuni di Nirasca e Trovasta nel 1804, nel 1928 fu soppresso e unito a Pieve di Teco. Per un breve periodo anche il Comune di Armo fu soppresso e aggregato a Pieve di Teco nel 1928.
Gli attuali confini territoriali e amministrativi di Pieve furono definiti nel 1949 con perdita delle competenze sul Comune di Armo che fu ricostituito in quell’anno.


Condizione giuridica:
pubblico

Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale

Soggetti produttori:
Chiesa collegiata di San Giovanni Battista di Pieve di Teco, collegato
Compagnia del SS. Sacramento di Pieve di Teco, collegato
Comunità delle Ville Superiori della Pieve, collegato
Comunità di Acquetico, collegato
Comunità di Muzio, collegato
Confraria di S. Spirito di Pieve di Teco, collegato
Confraria di S. Spirito di Trovasta, collegato
Consorzio medico di Pieve di Teco e Armo, collegato
Comune di Moano, collegato, 1928
Comune di Cartari e Calderara, collegato, 1929

Profili istituzionali collegati:
Comune, 1859 -

Complessi archivistici prodotti:
Comune di Pieve di Teco (complesso di fondi / superfondo)
Stato civile del Comune di Pieve di Teco (fondo)


Redazione e revisione:
Bovani Iolanda, 2010/09/14, rielaborazione
Farci Cristiana, 2022/11/30, rielaborazione
Frassinelli Antonella, 2006/08/09, prima redazione
Pisani Francesca, 2022/11/30, rielaborazione


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