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Cassa rurale ed artigiana di San Casciano Val di Pesa

Sede: San Casciano Val di Pesa
Date di esistenza: 1909 -

Intestazioni:
Cassa rurale ed artigiana di San Casciano Val di Pesa, San Casciano Val di Pesa (Firenze), 1909 -, SIUSA

Altre denominazioni:
Cassa di depositi e prestiti in San Casciano, 1909-1937
Cassa rurale ed artigiana di San Casciano Val di Pesa, 1937-1994
Cassa rurale ed artigiana del Chianti fiorentino, 1994-1995
Banca del Chianti fiorentino Scpa, 1995 -

L'Istituto venne fondato il 18 ottobre 1909 con la denominazione Cassa di depositi e prestiti in San Casciano Val di Pesa, nella forma di società cooperativa di credito ispirata ai principi di mutualità e solidarietà. Animatore e promotore della sua costituzione fu Don Narciso Fusi, parroco di San Casciano, coadiuvato da un altro sacerdote, Don Adriano Bartolini. Entrambi erano in testa alla lista dei soci che, davanti al notaio Faustino Chiti, nella sala del Circolo cattolico del paese, parteciparono all'atto costitutivo. In tutto 28 persone, per un totale di 28 lire di capitale sociale sottoscritto. L'elenco dei soci fondatori, oltre ai due preti, comprendeva tra gli altri due insegnanti, alcuni commercianti, artigiani e coloni. Il primo presidente fu Rodolfo Mattioli, meccanico; vicepresidente Primo Calamandrei, che col fratello Ugo fabbricava accessori per articoli di abbigliamento e moda. L'anima cooperativa e mutualistica della Cassa traspare dal Regolamento interno che ammoniva: "Ogni socio ricordi che la Cassa rurale è istituita per rispondere ai veri bisogni della classe onesta e cattolica meno agiata e non per sovvenire ai suoi capricci, ai suoi sbagliati progetti e molto meno al lusso ed al vizio". Erano evidenti, dunque, i legami con i principi dell'enciclica "Rerum novarum" del 1891 di Papa Leone XIII cui, del resto, si ispirava la quasi totalità delle Casse rurali nate in quegli anni. Dal 1910 al 1913 il patrimonio amministrato dalla Cassa aumentò di oltre dieci volte, mentre l'operatività era limitata alla domenica mattina, quando la gente occupata nei campi non era al lavoro ed aveva tempo per andare in banca, o meglio "alla banchina", come veniva allora chiamata la Cassa. Il periodo che va dal 1912 al 1937 fu segnato da non poche difficoltà per l'attività della Banca che vide minacciata la propria sopravvivenza. Tale incertezza si tradusse in un rapido susseguirsi di cambi al vertice: Giuseppe Ballini, Giuseppe Tozzetti, Antonio Soldi, Pilade Parenti, Giulio Bargioni, Ettore Marcucci e, infine, Gino Calamandrei. Nel 1938 tale vorticoso ricambio cessò con la presidenza di Enrico Parrini, figura centrale nello sviluppo della Banca, che rimase in carica ininterrottamente fino al 1979. Sotto la sua presidenza, nel luglio del 1944, il locale della sede della Cassa subì pesanti danni dovuti ai bombardamenti. L'allora cassiere Piero Bandinelli riuscì a nascondere tutta la documentazione della Cassa, compresi i libretti di deposito, gli stampati ed il contenuto della cassaforte. A Parrini si deve anche l'azione di rilancio per la ricostituzione della Federazione toscana delle Casse rurali, nel 1959, sorta al posto dei vecchi enti di zona voluti dal fascismo. Nel corso degli anni Sessanta del Novecento egli successe alla presidenza della Federazione a Mario Marsili Libelli e a Raimondo Magnani. Passata la guerra e iniziati gli anni della ricostruzione, la Cassa, con la regolare apertura quotidiana, fu in grado di affrontare con slancio il periodo della ripresa e del decollo dell'economia italiana. Nel 1955 si inaugurò la prima sede di proprietà della Cassa, in via Roma, completamente rinnovata nel 1972. Nel 1979 salì alla presidenza Giuseppe Calamandrei cui seguì, nel 1989, Paolo Bandinelli, attuale presidente. Fra il 1987 ed il 1994, sotto la presidenza di Paolo Bandinelli e la direzione di Alberto Tanini, vennero inaugurate le filiali di Sambuca, Montespertoli, Scandicci, Tavarnelle e Mercatale allo scopo di coprire operativamente l'intero territorio del Chianti fiorentino, area d'interesse strategico dell'Istituto. Nel 1994 con la nuova legge bancaria e la parificazione delle casse rurali agli altri istituti ordinari di credito la Cassa mutò la propria denominazione in Cassa rurale ed artigiana del Chianti fiorentino. Nel 1995 la neo-denominata Banca di credito cooperativo del Chianti fiorentino inaugurò la nuova sede sociale di San Casciano e, nel 1998, aprì la filiale di Firenze, iniziando una nuova strategia di valorizzazione territoriale (2000-2005) che prevedeva l'apertura di filiali a Cerbaia, Martignana, San Donato e Barberino Val d'Elsa.

Condizione giuridica:
privato (1909 - )

Tipologia del soggetto produttore:
ente di credito, assicurativo, previdenziale (1909 - )

Per saperne di più:
ChiantiBanca Credito Cooperativo - sito generale

Complessi archivistici prodotti:
Cassa rurale ed artigiana di San Casciano Val di Pesa (fondo)


Redazione e revisione:
Baglioni Roberto, 2008/01/11, prima redazione


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