Sede: Signa
Date di esistenza: 1919 -
Intestazioni:
Cassa rurale ed artigiana di Signa, Signa (Firenze), 1919 -, SIUSA
Altre denominazioni:
Cassa rurale di prestiti di Signa, 1919-1938
Cassa rurale ed artigiana di Signa, 1938-1993
Banca di credito cooperativo di Signa, 1994-
A Signa, nel difficile momento del primo dopoguerra, un gruppo di persone di fede cattolica composto da Don Bonamico Bencini, sacerdote; Armido Fortini, cappellaio; Fortunato Masotti, meccanico; Napoleone Bresci, stagnino; Don Ettore Pancani, sacerdote; Roberto Calvisi, decoratore; Emilio Bonciani, sensale; Edoardo Bonardi, barrocciaio; Aniceto Corsi, falegname; Nello Del Guasta, orefice; Carlo Cocchini, accollatario; Augusto Galli, merciaio; Carlo Nesti, falegname; Emilio Fedi, calzolaio e Giovanni Caiani, fabbro, animate da un sacerdote, Don Guido Pagnini, decise di dare una risposta concreta alla questione sociale e alla lotta all'usura, prendendo ad esempio il modello della banca rurale che il prelato aveva avuto modo di conoscere durante i suoi soggiorni in Germania. Il 23 agosto 1919, in Castel di Signa, nella via detta 'del Campanile' al numero civico 445, essi dettero vita alla Cassa rurale di prestiti di Signa. L'iniziativa s'inseriva appieno in quell'operazione che, poco meno di un anno prima, il 24 giugno 1918, a Firenze, aveva raccolto gli esponenti di sedici Casse rurali per costituire la Federazione interdiocesana delle Casse rurali e delle Casse operaie cattoliche. La Cassa iniziò ad operare "senza proclami, senza conferenze di famosi oratori", ed i primi tempi, come quasi tutte le Casse di allora, custodì depositi di chiunque, erogando prestiti soltanto ai soci. I soci avevano l'obbligo ben preciso di rispondere con i propri averi ed in parti uguali "fra essi e solidariamente di fronte ai terzi di tutte le obbligazioni sociali". Nel "Manifesto" d'apertura, diffuso a Signa il 10 gennaio 1920, si leggeva che la Cassa era aperta a soci "cittadini onesti ed operosi" e si considerava "un'istituzione destinata a far molto bene". Questi valori portavano la Cassa ad avere un occhio di riguardo per le opere di beneficenza, attraverso elargizioni a favore della Società San Vincenzo de' Paoli, della Compagnia della Misericordia, del Ricovero San Giuseppe, della Croce rossa italiana, dell'Associazione uomini cattolici, delle Suore ospedaliere, ma anche delle scuole e del Villaggio artigiano di Signa, rendendosi in tal modo partecipante attiva alle iniziative e alle manifestazioni sociali e culturali del territorio. La nuova legislazione fascista, che dette vita alle Casse rurali e artigiane, non impedì la continuazione di quello spirito originario della Banca, la quale cambiò denominazione, il 7 febbraio 1938, divevendo Cassa rurale ed artigiana di Signa, pur continuando nella sua ispirazione di cooperativa radicata ad un territorio limitato di operatività e quindi sensibile ai valori della mutualità e della solidarietà. Il decollo come azienda bancaria arrivò negli anni Cinquanta del Novecento. L'anno di decisiva svolta operativa fu infatti il 1956; fino ad allora l'affermazione della Cassa non era stata facile: i depositi, che nel 1920 erano pari a 10.087 lire, passarono nel 1956 a 38 milioni, fino a superare i 540 milioni nel 1964; stesso discorso per i prestiti che passarono da 3.465 lire, nel 1920, agli oltre 37 milioni del 1956 ed i 410 milioni del 1964. In particolare, dal 1954, la Cassa concesse credito anche al settore dell'artigianato in base a quanto previsto dalla legge n. 949 del 1952, mentre l'8 dicembre 1956, con l'apertura della prima sede in piazza Michelacci, aprì regolarmente gli sportelli tutti i giorni feriali e affidò lo svolgimento delle operazioni non più a contabili volenterosi ma a dipendenti regolarmente assunti e professionalmente qualificati. Il 13 luglio 1959 la pre-esistente Federazione regionale acquisì la nuova denominazione di Federazione toscana delle Casse rurali ed artigiane poi diventata, dal dicembre 1993, l'odierna Federazione toscana delle banche di credito cooperativo. Negli anni seguenti la Cassa puntò al consolidamento e allo sviluppo operativo reso visibile, tra l'altro, dalla realizzazione della sede e dall'apertura delle attuali cinque agenzie di Signa, Lastra a Signa, San Mauro a Signa, Scandicci e Montelupo Fiorentino, insieme ad uno sportello ATM a Badia a Settimo. La legge bancaria del 1993 (D.Lgs. n. 385 del 1993) cambiò la denominazione delle Casse rurali in Banche di credito cooperativo, comportando inoltre l'adeguamento e la ricomposizione della base sociale.
Condizione giuridica:
privato (1919 - )
Tipologia del soggetto produttore:
ente di credito, assicurativo, previdenziale (1919 - )
Complessi archivistici prodotti:
Cassa rurale ed artigiana di Signa (fondo)
Bibliografia:
P. Scuffi, La Cassa rurale ed artigiana oggi Banca di credito cooperativo di Signa, in "Un volto di Signa. Vocazione, solidarietà, volontariato", Signa, Masso delle Fate, 2003, pp. 37-65
Redazione e revisione:
Baglioni Roberto, 2007/12/13, prima redazione