Sede: San Marco, VENEZIA
Date di esistenza: sec. X - 1967
Intestazioni:
Parrocchia Santa Maria del giglio, Venezia, sec. X? - 1967
Altre denominazioni:
Parrocchia di Santa Maria Zobenigo
La tradizione, così come si rileva, così come si rileva dai racconti degli antichi cronisti e storici, vuole la chiesa di Santa Maria del giglio fondata nel X secolo dalla famiglia Iubanico o Giubenico (vulgo Zobenigo), probabilmente con il concorso pure delle famiglie Erizzo, Barbarigo e Semitecolo. Se la fondazione della chiesa rimane avvolta nell'incertezza, altrettanto dubbia appare la data della sua erezione a parrocchia, che tuttavia sembra potersi collocare giusto a ridosso della stessa edificazione o, al più tardi, all'XI secolo, periodo in cui la città definisce le proprie strutture amministrative, religiose e civili imperniandole sui confinia ' le parrocchie appunto ', officiate da un pievano o da un collegio di sacerdoti (il capitolo). In età moderna la chiesa è attestata come matrice, con guirisdizione esercitata sulle chiese filiali di San Moisè, San Fantino, vulgo San Fantin, San Maurizio, San Benedetto, vulgo San Benetto, San Michele arcangelo, vulgo Sant'Angelo, San Vitale, vulgo San Vidal, San Samuele, San Gregorio, Santi Vito e Modesto, vulgo San Vio, Sant'Agnese, Santi Gervasio e Protasio, vulgo San Trovaso, San Barnaba apostolo e San Raffaele arcangelo. Rifabbricata la chiesa nel 966 e nel 1105 a causa di incendi, assunse l'aspetto attuale dopo l'ultimo restauro risalente al 1680; nel luglio del 1700 fu quindi consacrata dal patriarca Giovanni Badoer. Le soppressioni decretate dal napoleonico Regno d'Italia tra il 1807 e il 1810, che ridisegnavano la configurazione delle parrocchie veneziane riducendone il numero da più di 70 a 30, mantennero Santa Maria del giglio quale chiesa parrocchiale, avendo alle sue dipendenze, quali chiese succursali, la chiesa di San Vitale, vulgo San Vidal, quella di San Maurizio (soppressioni del 1807) e quella di San Fantino, vulgo San Fantin (soppressioni del 1810). Nel 1967, resosi vacante il beneficio, Santa Maria del giglio fu retrocessa a rettoria indipendente.
Collegiata sino al 1807, la parrocchia era retta da un capitolo - composto da 3 preti titolati, un diacono e un suddiacono -, che originariamente amministrava in maniera collegiale i beni e le rendite del beneficio parrocchiale. Con la ripartizione successiva del patrimonio comune in masse proporzionate ai titoli assunti dai canonici, venuti nel tempo a scemare lo spirito di condivisione, gli obblighi di vita comunitaria e la corresponsabilità nella guida pastorale della parrocchia originari, la cura delle anime e l'amministrazione dei sacramenti venne affidata al solo pievano, assistito talora da un sacrista in particolare nella compilazione dei registri canonici. Dal 1807 la parrocchia è guidata da un parroco di nomina patriarcale.
Sin dal XIII secolo risulta essere, come detto, chiesa matrice, i cui diritti si estenderanno via via sulle chiese filiali dei San Moisè, San Fantino, vulgo San Fantin, San Maurizio, San Benedetto, vulgo San Benetto, San Michele arcangelo, vulgo Sant'Angelo, San Vitale, vulgo San Vidal, San Samuele, San Gregorio, Santi Vito e Modesto, vulgo San Vio, Sant'Agnese, Santi Gervasio e Protasio, vulgo San Trovaso, San Barnaba apostolo e San Raffaele arcangelo; tra questi il diritto di somministrare il sacramento del battesimo pure ai parrocchiani delle chiese affiliate in particolari periodi liturgici, oltre a poche altre offerte e riconoscimenti giuridici.
Complessi archivistici prodotti:
Parrocchia di Santa Maria del giglio di Venezia (fondo)
Bibliografia:
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Il Patriarcato di Venezia. Situazione al 15 ottobre 1974, a cura di G. BORTOLAN, Venezia 1974, 381
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G. CAPPELLETTI, La chiesa di San Felice [...], Venezia 1847, vol. I, 601, vol. II, pp. 229, 400
G.B. GALLICCIOLLI, Delle memorie venete antiche, profane ed ecclesiastiche, Venezia 1795, III, pp. 15, 18, 157, 160