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Ospedale psichiatrico Luigi Lolli

Sede: Imola (Bologna)
Date di esistenza: 1844 - 1996 dic. 31

Intestazioni:
Ospedale psichiatrico Luigi Lolli, Imola (Bologna), 1844 - 1996, SIUSA

Altre denominazioni:
Asilo psichiatrico, 1844 - 1897
Manicomio Santa Maria della Scaletta, 1880-1897
Manicomio centrale, 1880-1897
Manicomio provinciale di Bologna in Imola, 1897-1926
Ospedale psichiatrico provinciale Luigi Lolli, 1926-1980

Sino alla metà del XIX secolo i malati di mente di Imola venivano ricoverati presso l'ospedale Santa Maria della Scaletta in un reparto appositamente costruito a inizio secolo grazie al vescovo Mastai Ferretti, per ricoverarvi i maniaci, fino a quel momento ospitati in alcune stanze di uno stabile, caduto in disuso, di proprietà dell'ospedale. Le spese per il mantenimento del reparto erano suddivise tra il Municipio (che sovvenzionava la degenza dei maniaci cosiddetti "furiosi") e la beneficenza pubblica (che si faceva carico della degenza dei maniaci "affetti da imbecillità e impotenza al lavoro"). Successivamente Cassiano Tozzoli (Imola 1785 - 1863), nominato nel 1841 direttore amministrativo e sanitario dell'ospedale di S. Maria della Scaletta, rivolse le sue energie a migliorare lo scadente reparto dei maniaci e portò avanti il progetto per un nuovo stabile, non interno all'ospedale ma situato in una struttura indipendente, più adeguata alle esigenze dei malati di mente. Nel 1844 fu così istituto il primo ospedale psichiatrico della Romagna, chiamato dal Tozzoli "Asilo". Dotato di 80 posti letto, accolse gli ammalati dall'antico reparto dell'ospedale di S. Maria della Scaletta e divenne ben presto luogo di ricovero non solo per i malati di mente del comprensorio imolese, ma anche per quelli delle province di Forlì, Ravenna e Ferrara.
Una nuova fase della vita del nosocomio prese avvio con la nomina a direttore sanitario dell'ospedale di Santa Maria della Scaletta e del manicomio imolese di Luigi Lolli (Riolo Terme 1819 - Imola 1896) fermamente convinto che i medici, sul modello dei manicomi francesi, dovessero occuparsi non solo delle questioni sanitarie, ma anche di quelle amministrative. Fresco di nomina avvertì subito i problemi dell'edificio, una struttura non più sufficiente in rapporto al continuo aumento delle richieste di ricovero, e sostenne la necessità di costruirne uno nuovo ove il medico fosse anche coinvolto nella gestione delle strutture sanitarie. I lavori del nuovo ospedale, su progetto dell'architetto Antonio Cipolla di Napoli, iniziarono nel 1869 e terminarono nel 1880.
L'ospedale, che comprendeva una serie di nuovi edifici e padiglioni indipendenti disposti su tre linee parallele, aveva una capienza di 800 posti letto e una estensione complessiva di 40.000 metri quadrati. Nonostante la capienza, il manicomio centrale ben presto si trovò con posti letto insufficienti rispetto alle richieste dato che i degenti provenivano da molte province tra cui quelle di Modena, Arezzo, Bari e Milano. Il Lolli decise allora di creare un'ulteriore struttura decentrata, una sorta di appendice di quella centrale - il Manicomio dell'"Osservanza" - i cui lavori terminarono nel 1890.
Dopo la morte del Lolli nei due ospedali, non più ben amministrati, si crearono situazioni di degrado sia nella condizione degli ammalati che nello stato degli ambienti tanto che la Congregazione di carità locale decise di vendere i due stabili. La sede centrale, adiacente all'ospedale di Santa Maria della Scaletta, fu acquistata nel 1897 dalla Provincia di Bologna e prese dapprima il nome di "Manicomio provinciale di Bologna in Imola" e successivamente quello di "Ospedale psichiatrico provinciale Luigi Lolli". Si creò così una singolare situazione con la presenza in città di due manicomi ciascuno dotato di personale proprio e appartenenti ad enti diversi. Anche la provenienza dei pazienti e le loro patologie erano differenti.
Al Lolli, infatti, venivano ricoverati solo ammalati provenienti dalla provincia di Bologna e quelli acuti e curabili.
La gestione dell'assistenza psichiatrica fu trasferita, a seguito della riforma sanitaria del 1978, all'Unità sanitaria locale, gli ospedali psichiatrici imolesi furono formalmente chiusi nel 1996.


Condizione giuridica:
pubblico

Tipologia del soggetto produttore:
ente sanitario

Soggetti produttori:
Ospedale psichiatrico dell'Osservanza, collegato

Profili istituzionali collegati:
Ospedale psichiatrico, 1865 - 1978

Complessi archivistici prodotti:
Ospedale psichiatrico Luigi Lolli di Imola, 1812-1950 (fondo)
Ospedale psichiatrico Luigi Lolli di Imola, 1951-1996 (fondo)


Bibliografia:
N. GALASSI, Gli ospedali psichiatrici nella vita imolese, in Imola come Imola, a cura di R. RENZI, Bologna, Cappelli, 1968, pp. 155-172
N. GALASSI, Dieci secoli di storia ospitaliera a Imola, Imola, Galeati, 1970.
La città proibita. Nascita e fine dell'Ospedale Psichiatrico di Imola (1844-1994), Imola, Galeati, 1994
La città dei matti, proposta di ricerca a cura dell'Archivio storico comunale di Imola, novembre 2008 (La città dei matti on line)
Ospedale psichiatrico "Luigi Lolli" e ospedale psichiatrico dell'"Osservanza", scheda a cura di B. MENGHI SARTORIO, in MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI, DIREZIONE GENERALE DEGLI ARCHIVI, Primo rapporto sugli archivi degli ex ospedali psichiatrici, a cura del gruppo di coordinamento del progetto nazionale "Carte da legare", Salerno, Editrice Gaia, 2010, pp. 57-61 (Gli archivi degli ospedali psichiatrici dell'Emilia Romagna, versione on line)

Redazione e revisione:
Menghi Sartorio Barbara**, 2013/06/07, prima redazione
Menghi Sartorio Barbara**, 2016/02/16, integrazione successiva


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