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Banca Cattolica del Veneto - BCV

Sede: Vicenza
Date di esistenza: 1892 - 1989

Intestazioni:
Banca Cattolica del Veneto - BCV, Vicenza, 1892 - 1989, SIUSA

La Banca Cattolica del Veneto, rappresenta un'anima particolare della banca di tradizione cattolica, quella, per intendersi, ispirata ai principi della cooperazione e della solidarietà tra le forze produttive; fu fondata nel 1892 sotto il nome di Banca Cattolica Vicentina. Per certi versi un controcanto «bianco», socialmente orientato, al movimento delle banche popolari, l'Istituto nacque come società anonima cooperativa finalizzata a sostenere l'economia locale sovvenendo secondo schemi mutualistici alle necessità dei soci e del variegato spaccato artigiano-professionale tipico di una società ancora prevalentemente agricola ma già toccata dal fenomeno dell'industrializzazione. Programmaticamente la Banca avrebbe rivolto un'attenzione particolare alle società cattoliche di mutuo soccorso, alle casse rurali e alle altre istituzioni del solidarismo cattolico. Lungo un percorso di apprendimento non scevro di difficoltà, nei primi decenni di vita l'Istituto affinò gradualmente le capacità di gestione nel segno di un equilibrio tra le esigenze della solidarietà e i vincoli di bilancio. Alla fine degli anni Venti la Banca Cattolica Vicentina si presentava come il più idoneo degli istituti di credito cattolici per guidare il salvataggio delle numerose banche confessionali del Triveneto messe in gravi difficoltà dalla grande crisi.
L'incorporazione di tre banche nel 1930 fu l'occasione per il cambio della ragione sociale in Banca Cattolica del Veneto. Alla prima fusione altre sei ne seguirono negli anni Trenta e ancora cinque tra il 1946 e il 1969, dando origine a un modello di crescita per aggregazione che è la principale ragione della elevata densità di insediamento territoriale dell'Istituto. Gli sportelli della Banca Cattolica del Veneto ammontavano a 111 nel 1940, a 152 nel 1965 e 204 nel 1989.
Dopo la guerra, sotto il controllo dell'Istituto per opere religiose (Ior) come maggiore azionista (1946-1971) e sotto la guida di Secondo Piovesan, che dal 1930 resse la direzione della banca per oltre un quarantennio, gli anni più intensi della crescita economica nazionale prospettarono alla Banca Cattolica del Veneto l'opportunità di una progressiva modifica degli orientamenti operativi e la Banca si inserì - cautamente ma con adesione crescente - nei molteplici meccanismi istituzionali del finanziamento dell'industria (dal piano Marshall ai fondi Erp, ai mediocrediti regionali), rinunciando all'identificazione esclusiva con la cooperazione e il mondo agricolo, e assecondando - in virtù della presenza capillare - lo sviluppo regionale negli assetti sociali ed economici oggi noti della «terza Italia». Nel 1989 si fuse con il Nuovo Banco Ambrosiano per costituire il Banco Ambrosiano Veneto.


Condizione giuridica:
privato

Tipologia del soggetto produttore:
ente di credito, assicurativo, previdenziale

Soggetti produttori:
Banco Ambrosiano Veneto - BAV, successore, 1989 -
Nuovo Banco Ambrosiano - NBA, collegato, 1989 -

Per saperne di più:
Archivio storico Intesa Sanpaolo, Banca Cattolica del Veneto. Banca dati

Complessi archivistici prodotti:
Banco Ambrosiano Veneto - BAV (complesso di fondi / superfondo)


Bibliografia:
P. Chiapponi e C. Guizzi, "La Banca Cattolica del Veneto e il suo patrimonio archivistico. Uomini, tradizioni e territorio", Roma, Edizioni di Storia e di Letteratura, 2007

Redazione e revisione:
Montanari Guido


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