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Inquisizione di Venezia

Sede: Venezia

Intestazioni:
Inquisizione di Venezia

L'Inquisizione di Venezia fu retta principalmente dal nunzio apostolico o dal suo auditore, con l'ausilio dell'inquisitore francescano (minore conventuale) dal 1541 fino al 1560, mentre nel 1558 si aggiunse il vicario patriarcale. Dal 1560 l'inquisitore fu un domenicano, nominato dalla Congregazione del Sant'Ufficio. Da allora i giudici di fede furono il nunzio, il patriarca di Venezia e l'inquisitore domenicano. Non si sa con certezza quando questi divenne il giudice prevalente, se verso la fine del Cinquecento o nel Seicento.
L'Inquisizione di Venezia funzionò con l'assistenza di tre Savi all'eresia nominati dalla Repubblica a partire dal 22 aprile 1547 e scelti tra i senatori più importanti. Già alla metà del XIII secolo (promissione ducale di Marino Morosini, 13 giugno 1249) è documentata la figura di magistrati "super inquirendis hereticis", dal 1256 compare il magistrato "super patarenos et usurarios" (Maggior Consiglio, 14 febbraio 1256). Alla fine del secolo XIII venne accettato a Venezia il tribunale dell'Inquisizione.
I giudici tuttavia in età moderna furono ecclesiastici, rimanendo ai laici la funzione di assistenti, eccetto che in isolati processi per libri proibiti della metà del Cinquecento, conclusi con sentenza dei tre Savi all'eresia. Il Consiglio di dieci e più tardi il Senato continuarono comunque a legiferare sull'attività inquisitoriale a Venezia e in tutta la Repubblica, rivendicando una costante giurisdizione statale nell'azione del Sant'Ufficio.
Due dei giudici dell'Inquisizione di Venezia, ossia il nunzio e l'inquisitore, avevano competenza su tutto il territorio della Repubblica, ma a seguito di alcune disposizioni del Consiglio di dieci il tribunale ebbe pure una funzione di organo centrale rispetto alle altre sedi inquisitoriali poste nelle città principali del Dominio: Belluno, Bergamo, Brescia, Capodistria (per l'Istria), Ceneda, Crema, Padova, Rovigo, Treviso, Udine, Verona, Vicenza, Zara (per la Dalmazia). Parecchi processi furono inviati dalle sedi periferiche a Venezia nel Cinquecento, ma anche nei due secoli seguenti. L'attività dell'Inquisizione a Venezia e nel Dominio cessò praticamente con la caduta della Repubblica nel 1797, ma le sedi furono formalmente abolite con i decreti del Regno italico circa la soppressione delle congregazioni religiose tra 1805 e 1810.


Soggetti produttori:
Tribunale patriarcale di Venezia, collegato

Complessi archivistici prodotti:
Santo Ufficio di Venezia (fondo)


Bibliografia:
Andrea DEL COL, L'Inquisizione romana e il potere politico nella repubblica di Venezia (1540-1560), in «Critica storica», XXVIII (1991), pp. 189-250.
Andrea DEL COL, Organizzazione, composizione e giurisdizione dei tribunali dell'Inquisizione romana nella repubblica di Venezia (1500-1550), in «Critica storica», XXV (1988), pp. 244-294.
Processi del S. Uffizio di Venezia contro ebrei e giudaizzanti (1548-1734), a cura di Pier Cesare IOLY ZORATTINI, Firenze, Olschki, 1980-1999, voll. 14.


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