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Aldobrandini ramo di Brunetto di Aldobrandino

Luogo: Firenze
sec. XIII - 1859

Giovan Francesco di Silvestro Aldobrandini e i suoi figli ottenero l'ascrizione al patriziato di Firenze il 5 ottobre 1752.

Intestazioni:
Aldobrandini ramo di Brunetto di Aldobrandino, Firenze, sec. XIII - 1859, SIUSA

Famiglia di origine fiorentina un ramo della quale alla fine del Quattrocento si trasferì a Roma dove si sviluppò una linea molto importante, della quale tuttora vi sono i discendenti.
Il capostipite del ramo rimasto a Firenze, Brunetto di Aldobrandino (1423-1489), si immatricolò all'Arte della Lana nel 1448 e iniziò un'attiva collaborazione col governo mediceo della città: tra gli uffici "Estrinseci" da lui assunti si ricorda la nomina a capitano di Livorno (1472), commissario di Arezzo (1475), vicario di San Miniato (1478). Anche la sua discendenza si mantenne fedele a casa Medici. Dei suoi figli Iacopo e Aldobrandino (sposato a una Capponi dalla quale ebbe due figlie) fu con Jacopo che proseguì la discendenza. Jacopo (1462-1524) ebbe tre figli, Vincenzo, Francesco e Giovanni (1499-1554) che si dedicarono alla mercatura, anche se non ottennero cariche di rilievo. La discendenza proseguì con il figlio di Giovanni, Bartolomeo detto Baccio (1536-1611), il primo a ricoprire la carica di senatore nel 1592, oltre ad essere commissario di Arezzo (1594) e di Pisa (1598). Dall'altro figlio di Iacopo, Francesco (1508-1586) e da sua moglie nata degli Ardinghelli nacquero Jacopo e Pietro che dettero luogo ad un ramo collaterale: Jacopo (1535-1606) fu dapprima canonico della Chiesa di San Lorenzo e poi del Duomo di Firenze, ricoprì in seguito la carica di governatore di Ancona e Fano, fu nominato vescovo di Troia (1593) e nunzio a Napoli nel 1596; morì a Firenze nel 1606. Pietro (1539-1599), chiamato a Roma dal papa Clemente VIII Aldobrandini, divenne capitano della Guardia pontificia.
Dal matrimonio di Baccio di Giovanni con Maria Landi nacquero Silvestro (1570-1640), senatore nel 1622, con il quale prosegue la discendenza familiare, Giovanni e Carlo (1578-post 1632). Silvestro e Giovanni si dedicarono alla mercatura e tennero un banco a Firenze dall'inizio del Seicento fino al 1631 ca. - di cui restano ampie tracce nell'archivio familiare (lettere, copialettere libri di conti e scartafacci di fiere). Il fratello Carlo fece carriera all'interno dell'Ordine gerosolimitano; fu commendatore di San Giovanni di Cascine e di San Giovanni di Prato, ambasciatore a Roma e comandante delle Guardie pontificie. Quando nel 1630 morì l'erede di Giuseppe Bosio che aveva avuto l'incarico di redigere una storia ufficiale dell'Ordine di Malta dal Gran Maestro Vérdale, Carlo si assunse l'incarico di stampare il resto dell'opera rimasta manoscritta di Bosio e in questa veste probabilmente ereditò una gran quantità di manoscritti, appunti, spogli provenienti dalla biblioteca privata di Giuseppe Bosio che sono rimasti poi nell'archivio Aldobrandini.
Dei figli di Silvestro e della moglie Elisabetta Cini, Baccio (1613-1665) fu introdotto nelle alte gerarchie ecclesiastiche, fatto cardinale dal 1652, e anche lui fu chiamato a Roma dal papa Ippolito Aldobrandini. L'altro figlio, Giovanfrancesco (1618-1697), sposò Camilla di Alessandro Pasquali ed ebbe Silvestro (1660-1722), senatore nel 1712 e commissario di Prato dal 1708 al 1722, Ippolito "duce" del Reggimento italico in Francia e Alessandro Ippolito (1667-1734). I tre fratelli ottenevano nel 1703 con diploma del Magistrato dei Decemviri di Ferrara l'ammissione alla cittadinanza e al patriziato ferraresi.
Alessandro fu destinato ad una brillante carriera ecclesiastica. Laureato in diritto civile e canonico a Pisa nel 1697, iniziò ben presto la sua carriera presso la Curia Romana. Fu dapprima, nel 1701, a Parma come commissario pontificio delle truppe messe a disposizione del duca Francesco Farnese ed ebbe funzione di ambasciatore della Santa Sede. Consacrato arcivescovo di Rodi nel 1707, fu nominato nunzio a Napoli dove rimase fino al 1713. Passò quindi alla nunziatura di Venezia nel periodo dell'offensiva turca contro la Serenissima. Nel luglio 1720 fu trasferito alla nunziatura di Madrid dove riuscì a ricomporre le divergenze tra Santa Sede e governo spagnolo per la tassazione dei beni ecclesiastici; furono inoltre a lui affidate le trattative per il concordato. Concluso il periodo spagnolo, Alessandro fu creato cardinale nel 1730 e gli fu subito affidata la Legazione di Ferrara dove morì nel 1734. Nel 1713 aveva ereditato dal fratello Ippolito, già governatore per il Granduca del feudo di Pitigliano e Sorano.
Alla fine del Settecento, gli Aldobrandini erano una famiglia di ricchi possidenti terrieri; le loro proprietà, situate nella pianura tra Firenze e Prato, raggiungevano una notevole estensione. Nell'era napoleonica fu perciò un successo della nuova amministrazione la cooptazione di questa famiglia tra i ceti dirigenti fedeli al nuovo regime. Silvestro Pasquali già Aldobrandini (1760-1823), figlio di Giovanfrancesco e di Maria Caterina Bourbon del Monte, che aveva ereditato patrimonio e cognome della nonna Pasquali, fu 'maire' aggiunto di Firenze e consigliere di prefettura, e suo cognato non era altro che il marchese Emilio Pucci, 'maire' di Firenze.
Dal matrimonio di Silvestro con Maria Maddalena Pucci nacquero Pietro Leopoldo (1782-1851), Camilla (1784-1843) e Roberto (1786-1859). Pietro Leopoldo sposò Angelica di Giulio Dainelli da Bagnano Masetti; e i loro figli Aldobrandino e Brunetto morirono senza discendenza. Questa fu invece fu assicurata dall'altra figlia Maria Maddalena, andata in sposa al conte Giovanni Papadopoli, nel 1838. L'altra figlia di Silvestro, Camilla sposò, Giovanfrancesco Poggi Banchieri. Roberto aveva sposato in tarda età, nel 1852, Barbara Fosi e morì senza eredi nel 1859. Si estinse così in questo anno il ramo fiorentino della famiglia.


Albero genealogico:
La famiglia Aldobrandini è ricordata fin dal secolo XIII a Firenze, dove ebbe case nella zona del Campo Corbolini dietro la chiesa di San Lorenzo, nella piazza Madonna degli Aldobrandini che prese nome da Giovanna Altoviti (+ 1395), moglie di Benci di Carluccio Aldobrandini, che dette il proprio nome allo spiazzo davanti alle case della famiglia del marito. Da Nero Aldobrandini, fratello di Carluccio, hanno tratto la loro origine i rami della famiglia vissuti fino al secolo XIX. Andrea di Nero fu il primo a ricoprire la carica di priore nel 1320; seguirono come priori Carluccio e Giorgio, il quale fu gonfaloniere nel 1410, podestà di Pistoia nel 1411 e priore nel 1440. Dei discendenti di Giorgio sono ricordati Jacopo, acceso sostenitore dei Medici il cui ramo si estinse con Gianfrancesco di Giorgio (1545-1601) principe di Sarsina e Meldola chiamato nel 1585 a sposare Olimpia Aldobrandini, nipote ex fratre del papa, e Aldobrandino (1388-1453) due volte gonfaloniere (1433 e 1450) i cui figli Brunetto e Silvestro dettero rispettivamente vita ai rami di Firenze, filomediceo, e di Roma.
Il trasferimento della famiglia a Roma avvenne con Silvestro fautore della Repubblica fiorentina, che fu esiliato attorno al 1530 dopo la caduta della Repubblica. Esperto giurista, fu incaricato di riformare le leggi prima a Venezia, poi a Faenza. Nel 1548 si stabilì a Roma dove divenne avvocato concistoriale e poi segretario intimo di Paolo IV Carafa. Suo figlio Ippolito (1536-1605) fu nominato cardinale e nel 1592 fu innalzato al soglio Pontificio con il nome di Clemente VIII. Questo ramo si estinse con Olimpia junior (1623-1681) sposata in prime nozze Borghese e in seconde nozze Pamphili. Al momento dell'estinzione del ramo Pamphili nel 1760, la secondogenitura passò ai Borghese, nel 1767, in seguito ad una sentenza a loro favore dopo un contenzioso con la famiglia Colonna. Nel 1839 don Francesco Borghese dispose che il suo secondogenito Camillo assumesse il cognome Aldobrandini: questo ramo della famiglia, che ha acquisito per via femminile patrimonio e titolo della famiglia fiorentina Antinori del ramo detto dei duchi di Brindisi, è ancora presente.

Soggetti produttori:
Aldobrandini, collegato

Complessi archivistici prodotti:
Aldobrandini ramo di Brunetto di Aldobrandino, famiglia (fondo)
Aldobrandini ramo di Brunetto di Aldobrandino, famiglia (fondo)
Manoscritti (collezione / raccolta)


Fonti:
ASFi, Deputazione sopra la nobiltà e cittadinanza, n. XII, 6
ASFi, Raccolta Sebregondi, n. 67

Bibliografia:
G. DE CARO, Giacomo Bosio, in "Dizionario Biografico degli Italiani", vol.13, 1971
Fasano Guarini E., Alessandro Aldobrandini, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 2 (1960), pp. 101-102
AGLIETTI Marcella, Le tre nobiltà. La legislazione del Granducato di Toscana (1750) tra Magistrature civiche, Ordine di Santo Stefano e Diplomi del Principe, Pisa, ETS, 2000, 213

Redazione e revisione:
Insabato Elisabetta, 2012/02/26, supervisione della scheda
Insabato Elisabetta, 2015/02/25, integrazione successiva
Romanelli Rita, 2011/12/05, prima redazione


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