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Albergotti

Luogo: Arezzo
sec. XI -

Il titolo di marchese di Polino e di Castelforte fu conferito nel 1626 dell'imperatore di Germania a Girolamo e ai suoi discendenti; diploma di barone di Polonia dal 1623, conti di malaci e baroni di Poltano annessi al marchesato di Polino; gli Albergotti di tutte le linee sono patrizi aretini con decreto del 19 gen. 1756, confermato con D.M. 20 lug. 1933

Intestazioni:
Albergotti, Arezzo, sec. XI -, SIUSA

Si hanno tracce degli Albergotti già intorno al 1000, quando possedevano castelli nel Casentino. Fin dal secolo XIV alcuni membri della famiglia assunsero un ruolo predominante nel partito guelfo aretino, tra questi due Giovanni, già abati benedettini furono vescovi di Arezzo. Dagli inizi del Trecento si divisero in due linee originate rispettivamente da Bico di Lando, gonfaloniere della repubblica di Arezzo nel 1341, e da Guiduccio di Lando. La linea di Bico si divise in due rami: quello di Girolamo e di Giovanni Antonio, figli di Ludovico di Antonio. Da queste due linee sono pervenuti due archivi. La terza linea, quella con capostipite Guiduccio di Lando, ebbe un Michelangelo di Francesco che il 5 dicembre 1710 si vide riconfermato da Cosimo III il titolo di barone, ereditato con il cognome dall'avo materno Niccolò Siri di Pistoia (questi ne era stato insignito nel 1663 da Casimiro III re di Polonia). Da costui derivano gli attuali Albergotti Siri di Pistoia e gli Albergotti Siri Forteguerri, nobili di Pistoia dal 1840. I manoscritti conservati in Archivio di Stato di Arezzo, provengono da vari rami della famiglia con, all'origine, la linea di Giovanni Antonio di Lodovico. Tali rami ebbero illustri personaggi: al ramo di Nerozzo di Giovanni Antonio appartenne Nerozzo di Girolamo (1615-1689), senatore del Granducato nel 1663, nel Senato dei Dugento. Suo figlio Girolamo (1651-1701) fu patrizio di Volterra dal 1686, marchese del Sacro Romano Impero, gonfaloniere di Arezzo nel 1701. Suo fratello Francesco (1654-1716), cavaliere dell'ordine dello Spirito Santo in Francia, luogotenente generale e colonnello proprietario del Reggimento Reale Italiano al servizio del re di Francia, governatore di Sarrelouis (1710). Il titolo di marchese passò a Niccolò Donato di Girolamo (nato nel 1754), e un altro figlio, Antonio di Girolamo, fu abate di Scoffern in Normandia, come successivamente suo nipote Alberigo. Niccolò Donato adottò il figlio di un cugino per parte di madre, Angelo Tommaso, primogenito del ramo di Girolamo di Giovanni Antonio. Albergotto di Angelo Tommaso, fu creato primo marchese di Polino e Castelforte da Clemente XIII (breve del 17 mar. 1762). Albergotto fu tenente colonnello di cavalleria e cavaliere di Malta. Dei figli di Albergotto si ricordano: Angelo Tommaso (nato nel 1752), secondo marchese di Polino; Agostino vescovo di Arezzo (dal 1802 al 1825) che fondò il Collegio Piano di Arezzo; Giovan Battista (1761-1816) che fu a capo dell'insurrezione aretina del "Viva Maria" nel 1799. Un suo figlio Achille (1806-1859) fu gonfaloniere di Civitella (1847-1850) e presidente della Banca di Arezzo. Nel secolo XVII c'erano stati due imparentamenti degli Albergotti con rami della famiglia Bardi: nel 1625 Margherita di Girolamo Albergotti sposò Cosimo Bardi conte di Vernio; nel 1645 Nerozzo di Girolamo, il senatore, sposò Maddalena Bardi Usimbardi.

Soggetti produttori:
Albergotti Agostino, collegato
Albergotti Antonio, collegato
Albergotti ramo di Borgunto, collegato
Albergotti Siri, collegato

Complessi archivistici prodotti:
Albergotti del ramo di Borgunto, famiglia (fondo)
Albergotti, famiglia. Manoscritti (collezione / raccolta)


Bibliografia:
AGLIETTI Marcella, Le tre nobiltà. La legislazione del Granducato di Toscana (1750) tra Magistrature civiche, Ordine di Santo Stefano e Diplomi del Principe, Pisa, ETS, 2000, 303-304
Vittorio Spreti, "Enciclopedia storico-nobiliare italiana", vol. I-VI, 1-2 (appendici), Milano 1928-1956, vol. I, p. 189
P. Benigni, Appendice, in P. Benigni, L. Carbone, C. Saviotti (a cura di), Gli Albergotti. Famiglia memoria e storia, Firenze, Edifir 2006, pp. 455-459

Redazione e revisione:
Bettio Elisabetta, 2005/08/17, prima redazione
Biagioli Beatrice, 2011/11/24, revisione


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