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Rossi Passavanti Elia

Terni 1896 feb. 5 - Terni 1985 lug. 11

docente universitario, deputato, avvocato, magistrato della Corte dei conti

Intestazioni:
Rossi Passavanti, Elia, docente, deputato, avvocato, magistrato della Corte dei conti, (Terni 1896 - Terni 1985), SIUSA

Elia Rossi Passavanti nacque a Terni il 5 febbraio 1896 da Ruggero Rossi e Virgilia Passavanti.
Dopo aver perso in tenera età la madre, trasferitosi all'età di dodici anni con il padre a Roma, completò le scuole secondarie, presso i Salesiani.
Volontario nella prima guerra mondiale, arruolatosi nel reggimento "Genova Cavalleria", si distinse in varie azioni per episodi di coraggio, come nella battaglia di Pozzuolo del Friuli, nell'ottobre 1917. Trasferito il 24 giugno 1918 presso il 52° reggimento fanteria per addestramento, dopo un mese fu destinato al 6° reparto d'assalto col grado di sottotenente e, in data 29 agosto 1918, al reparto d'assalto del 252° fanteria.
Più volte ferito, fu insignito di due medaglie d'argento, una croce al valor militare e una medaglia d'oro al valor militare.
Nel settembre 1919 partecipò all'impresa di Fiume, divenendo comandante dei duecento uomini della "Disperata", la guardia di "pretoriani" del comandante Gabriele D'Annunzio, al posto dell'ardito romagnolo, tenente Tomaso Beltrani, definito dallo scrittore futurista Mario Carli "vero capobanda senza paura e senza disciplina ...".
Rientrato in territorio nazionale il 24 maggio 1920, arruolato come tenente nel 91° reggimento fanteria, fu inviato dal Ministero della guerra al Comando truppe di Massaua, in Eritrea, ove giunse nel dicembre dello stesso anno, insieme alla sua donna, la marchesa Margherita Incisa di Camerana, conosciuta a Fiume e sposata il 1° ottobre, previa autorizzazione reale.
Rientrati in Italia nel dicembre 1922, Rossi Passavanti fu destinato al reggimento "Nizza Cavalleria" nel febbraio 1923, in qualità di comandante di squadrone.
Lo stesso anno, il 2 marzo fu insignito della medaglia d'oro al valor militare e con regi decreti del 22 luglio e del 2 dicembre ricevette il titolo nobiliare di conte.
Nella primavera 1924 venne incluso da Mussolini nella lista nazionale per la circoscrizione Lazio-Umbria e fu eletto deputato nella XXVII legislatura; da allora rappresentò Terni al Parlamento per un lungo periodo.
Nel 1927, con Terni capoluogo di provincia, cumulò nella sua persona le cariche di deputato, podestà, dal 16 gennaio, e federale.
Fu presidente della Sezione circondariale di Terni dell'Associazione nazionale combattenti e reduci, ricevendo dall'ingegnere Luigi Amati, presidente uscente, tale incarico, a seguito della delibera del direttorio nazionale del 7 gennaio 1927; fu anche presidente del Comitato provinciale dell'Opera nazionale Balilla.
In Terni fu il paladino della battaglia contro i centri di potere economico e politico che, a suo parere, avevano abbracciato il fascismo per motivi opportunistici, in primis la "Società Terni", con cui si scontrò in occasione di una convenzione per lo sfruttamento delle acque del bacino Nera Velino.
Fondò e diresse due giornali, che utilizzò come tribune e casse di risonanza in questa sua "crociata", "La Prora" (1925-1926) e "Volontà Fascista" (1926-1927). Su questo terreno si scontravano gli interessi della grande industria, in sintonia con la politica del regime e quelli del ceto agricolo locale, al quale l'uso delle acque serviva per l'irrigazione e il funzionamento delle piccole aziende. Rossi Passavanti, in qualità di podestà, aveva preso posizione a favore di quest'ultimo ed aveva tentato di porre una limiti e condizioni alla "Società Terni", cercando di far entrare il Comune nel Consorzio Velino per ottenere la disponibilità di una notevole quantità di energia elettrica che avrebbe potuto contribuire al risanamento del bilancio e allo sviluppo di nuove attività industriali nel territorio ternano. La convenzione stipulata il 1° dicembre 1927 tra Comune e "Società Terni" sanzionò, però, una posizione di vantaggio per quest'ultima, provocando così le dimissioni di Rossi Passavanti da podestà di Terni.
In seguito all'uscita definitiva dalla scena politica, riprese gli studi universitari, conseguendo tra il 1927 e il 1929 tre lauree: in giurisprudenza il 15 giugno 1927; in lettere e filosofia il 18 dicembre 1929, presso l'Università degli studi di Torino; in scienze politiche economiche e sociali il 31 ottobre 1928, presso l'Università degli studi di Roma.
Dopo aver esercitato per qualche anno, dal 1928 al 1933, la professione di avvocato, con studi a Roma, insieme all'avvocato Cesare Matteucci, e a Terni con l'avvocato Rufo Rossetti, vi rinunziò per dedicarsi interamente all'insegnamento universitario ed alla magistratura presso la Corte dei conti.
Fu, infatti, assistente alla cattedra di contabilità dello Stato del professore titolare Fortunato Rostagno, allora presidente della Corte dei conti, libero docente di contabilità dello Stato dal 29 gennaio 1931 e, infine, titolare della cattedra di contabilità generale dello Stato nel 1932, anno in cui, con r.d. del 1° giugno, fu eletto consigliere della Corte dei conti, dove fu promosso, per anzianità e merito, presidente della Seconda sezione speciale per le pensioni di guerra, il 16 dicembre 1941.
Con l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale si arruolò volontario nel reggimento "Genova Cavalleria", che comandò interinalmente dal 18 giugno 1940 al 7 novembre 1940, alla frontiera iugoslava, col grado di tenente colonnello. In seguito fu nominato capo dell'Ufficio propaganda del III corpo d'armata durante la campagna contro la Grecia, nella quale ottenne la sua seconda medaglia d'oro al valor militare, con la motivazione ufficiale di aver issato i tricolori affidatigli dal duce nelle località albanesi riconquistate di Corcia ed Erseke. Dal 20 agosto 1942 all'8 settembre 1943, col grado di colonnello, fu assegnato al Comando gruppo armate del Sud, divenendo capo ufficio assistenza della 228 divisione, agli ordini diretti di Sua altezza reale il principe di Piemonte.
Partecipò dall'8 settembre 1943 al 5 giugno 1944 in Roma alla lotta contro i Tedeschi, col fronte clandestino militare della resistenza. Dopo l'arrivo degli Alleati, dal dicembre 1944 al settembre 1945, mantenne l'incarico di capo ufficio assistenza dei soldati italiani incorporati nella VIII armata britannnica.
Nel dopoguerra fu affiliato alla Massoneria universale di rito scozzese antico e accettato.
Nonostante la sua partecipazione alla guerra di liberazione, in seguito ad una disposizione legislativa del 27 luglio 1944, tendente a colpire, tramite l'istituzione di una Commissione per l'epurazione, gli ex fascisti in seno alla pubblica amministrazione, con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri emesso in data 29 gennaio 1945, fu destituito dal suo incarico di presidente di sezione della Corte dei conti e collocato a riposo.
In data 21 aprile 1947 il Ministero della difesa gli conferì un diploma di onore, in riconoscimento della sua appartenenza durante la resistenza alla 228 divisione e, in particolare, ai gruppi di combattimento "Cremona", "Folgore", "Friuli"; in seguito, con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 5 maggio 1949, fu reintegrato, come risulta dall'ordine di servizio n. 39 del 30 giugno 1949, emesso dal segretariato generale, ufficio II, personale della Corte dei conti, relativo all'annullamento dei decreti di collocamento a riposo.
In seguito alla reintegrazione, fu nominato presidente decano della Corte nello stesso anno 1949, presidente pro tempore dal 28 luglio 1953 al 1° aprile 1954 e presidente della I sezione giurisdizionale dal 1° maggio 1954 fino al 1966.
Già promosso nel dopoguerra, nel 1948, generale di brigata di cavalleria e collocato nella riserva, fu eletto presidente nazionale dell'Associazione nazionale arma cavalleria nel 1953.
Due anni dopo la morte della prima moglie, avvenuta il 5 febbraio 1964, sposò, nel 1966, Maria Luisa Marucchi, vedova del conte Arturo Bonaini da Cignano.
Dopo la perdita della seconda moglie, scomparsa il 5 maggio 1970, si trasferì definitivamente a Terni, nella residenza di Palazzo Carrara, già concessagli in usufrutto dal Comune.
Il 30 giugno 1980, con rogito del notaio Filippo Federici, Rossi Passavanti costituì la Fondazione ternana opera educatrice, con il fine di "animare, stimolare e premiare i giovani nati in Terni e nei comuni compresi nell'attuale circoscrizione del Tribunale di Terni, che si fossero distinti nello studio in ogni campo dello scibile" e per conferire premi "ai lavoratori anziani che abbiano dimostrato doti eminenti nella vita del lavoro"; donò alla Fondazione tutto il suo patrimonio immobiliare, consistente in un palazzo settecentesco ubicato in Firenze, il ricavato della cui alienazione costituì il patrimonio mobiliare le cui rendite alimentano i premi annuali da conferire nella festività di San Valentino.
Deceduto l'11 luglio 1985 in Terni, nella sua casa museo di Palazzo Carrara, ove è conservato anche il suo complesso archivistico, è sepolto nel cimitero comunale di Terni.
La presente scheda è stata redatta sulla base delle informazioni contenute nell'inventario redatto da Adalgiso Liberati.


Soggetti produttori:
Guerrini Silvio, collegato
Opera nazionale balilla - ONB. Comitato provinciale di Terni, collegato
Circolo coloniale di Massaua, collegato, 1920 - 1922
Incisa di Camerana Margherita, collegato, 1920 - 1964
La Prora. Giornale politico sindacale di Terni, collegato, 1925 - 1926
Volontà fascista. Periodico di Terni, collegato, 1926 - 1927
Gruppo reduci della guerra di liberazione di Roma, collegato, 1946
Bonaini da Cignano, collegato, 1966 -

Complessi archivistici prodotti:
Rossi Passavanti Elia (complesso di fondi / superfondo)


Bibliografia:
V. SPRETI, Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie nobili e titolate viventi riconosciute dal R. governo d’Italia compresi: città, comunità, mense vescovili, abbazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti, Bologna, Forni editore, 1969
M. GIORGINI, Lo scontro interno al PNF e il ruolo di Elia Rossi Passavanti, in "Storia illustrata delle città dell'Umbria", a cura di R. ROSSI, Milano, Elio Sellini Periodici s.r.l., 1994, vol. II, 528 - 530
V. PIRRO, Elia Rossi Passavanti nell'Italia del Novecento. Atti del Convegno di studi Terni, 22-23 marzo 2002, Arrone (Tr), Edizioni Thyrus, 2004, XIII -XVI

Redazione e revisione:
Santolamazza Rossella, 2010/09/07, revisione
Sargentini Cristiana, 2005/04/19, prima redazione
Sargentini Cristiana, 2010/05/03, integrazione successiva


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