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Prato Dolores

Roma 1892 apr. 10 - Anzio (Roma) 1983 lug. 13

Scrittrice
Giornalista

Intestazioni:
Prato, Dolores, scrittrice, giornalista, (Roma 1892 - Anzio 1983), SIUSA

Le circostanze della nascita di Dolores Prato, abbandonata dalla madre e con un padre rimasto sconosciuto, hanno probabilmente condizionato la vita della scrittrice, che ha sempre avvertito la sua sorte tormentata come annunciata da un presagio di eccezionalità, un "marchio" di cui non ha potuto rimuovere le tracce. La madre, una nobildonna romana che riconoscerà la figlia dandole il proprio nome, era caduta in disgrazia dopo la morte del marito, che aveva sposato nel 1887 e dal quale aveva avuto altri cinque figli. Il primo anno di vita Dolores lo trascorre a Sezze, nell'agro romano, a balia in una famiglia di contadini. A sedici mesi la bambina viene trasferita nelle Marche presso due anziani cugini della madre che vivono in una cittadina in provincia di Macerata, il parroco del paese e sua sorella nubile. A Treia Dolores trascorrerà tutta l'infanzia e l'adolescenza, studiando in un educandato di clausura. Dopo il conseguimento del diploma magistrale Dolores torna a Roma, dove si iscrive all'Istituto superiore di Magistero, ma Treia rimarrà per sempre un luogo mitico del suo immaginario oltre allo scenario di ambientazione preferito per la sua narrativa. Si laurea e nel 1919 ottiene l'abilitazione all'insegnamento di letteratura italiana. Insegna in varie scuole e istituti, trasferendosi in diverse sedi: Sansepolcro, Macerata, San Ginesio, Milano, Genova. Sono anni gravidi di incognite e difficoltà, per una situazione lavorativa precaria e storie sentimentali complicate. Nel dopoguerra la futura scrittrice, ormai rientrata stabilmente a Roma, consolida amicizie nell'ambiente letterario e politico, cominciando a collaborare a vari giornali. Il suo percorso, dalla prima maturità in poi, non è per niente lineare, alternando (anche perché influenzata da episodi della sua vita privata) spinte religiose a slanci laicisti, cattolicesimo e comunismo, intesi entrambi sul filo dell'eresia. Partecipa anche, con lusinghieri riconoscimenti, ad alcuni premi letterari, ma il momento tanto atteso della pubblicazione viene sempre rimandato. Nel 1948 aveva presentato al Premio Prato il suo primo romanzo, "Nel paese delle campane", che, nonostante un riconoscimento della giuria, non troverà un editore. Negli anni successivi altri tentativi fatti presso varie case editrici di dare alla luce questo testo (con il titolo primitivo o leggermente variato), rimarranno senza esito. Il romanzo sarà pubblicato a sue spese nel 1963 con il titolo di "Sangiocondo" (e riedito nel 2009 da Avagliano con il titolo d'autore "Campane a Sangiocondo"). Ma le delusioni non la scoraggiano: nella consapevolezza di avere - come scrittrice - una voce originale, la coltiva nell'isolamento del suo studio, continuando a produrre fertilmente e accumulando molte carte, al tempo stesso già pronte per la pubblicazione o in parte rimaste alla forma di abbozzo, quasi che lo stato del "non finito" fosse una diretta conseguenza della vana attesa di un riconoscimento.
Ecco allora una scrittura frenetica che a fatica si ferma in una struttura definita come quella del romanzo, frazionandosi negli schemi brevi degli aforismi, nel resoconto dei sogni, in un flusso di storie che hanno come spinta quella della memoria e dell'autobiografia. Nel frattempo si infittisce la stagione pubblicistica e arrivano altri premi per alcuni articoli. Il premio Stradanova le viene assegnato nel 1965 per il racconto "Scottature", pubblicato nell'antologia del "Premio letterario Stradanova: i racconti '64-65" (Padova, Amicucci, 1966) e poi dato alle stampe due anni dopo a sue spese (e ristampato da Quodlibet nel 1996, una nuova edizione è uscita a cura di Elena Frontaloni nel 2024). Nel 1980, è la volta della pubblicazione presso Einaudi di "Giù la piazza non c'è nessuno". La sua prosa viene salutata per la vivacità espressiva di uno stile che, arricchito da prestiti dialettali, è il personalissimo risultato di una confusione tra lingua letteraria e lingua parlata. Facile classificarla in quel filone di "irregolari" che hanno agitato la letteratura italiana del Novecento, anche per la lontananza da qualsiasi intento narrativo, sopraffatto dalla volontà descrittiva, dall'inventario nomenclatorio di cose e parole. Ed è davvero un "caso letterario", a 88 anni. Che non si conclude subito con un lieto fine perché la scrittrice è insoddisfatta dei tagli subiti dal testo (pur riconoscendo le ragioni editoriali di Natalia Ginzburg e Gian Carlo Roscioni) manifestando pubblicamente il suo disappunto. Il romanzo verrà recuperato nella versione licenziata dall'autrice, scomparsa nel 1983, da Giorgio Zampa, che lo ha ripubblicato nel 1997 da Mondadori lavorando sui testimoni autografi (una nuova edizione, che riproduce il testo del 1997, è uscita da Quodlibet nel 2009). Lo stesso curatore ha dato alle stampe altri testi inediti di Dolores, pubblicando "Le mura di Treia e altri frammenti" (Treia, 1992), "Le ore", I e II ("Parole") nel biennio 1987-1988 presso Scheiwiller, poi riedite in un solo volume da Adelphi nel 1994 (si tratta della ideale seconda parte del "romanzo di Treia", dopo l'apprendistato degli anni dell'infanzia di "Giù la piazza non c'è nessuno" si passa qui alla vita trascorsa in collegio: nel 2023 è stato riproposto da Quodlibet in una nuova veste a cura di Elena Frontaloni, con il titolo filologicamente e tematicamente più consono di "Educandato", contemporaneamente è stato ristampato da Adelphi con il vecchio titolo) e "Interno, esterno, interno. Inediti da Giù la piazza non c'è nessuno" (Treia, 1996). Mentre nuove edizioni sono attese soprattutto grazie alle attenzioni di cui la scrittrice gode nelle Marche, la sua regione di adozione: nel 2010 sono usciti gli inediti "Sogni", una sorta di antologia onirica con pochi precedenti letterari per fedeltà e precisione nella registrazione del dettato notturno, nel 2016 ha visto la luce l'ampio apparato che condensa - nella consueta forma frammentaria e dispersiva - il suo punto di vista controcorrente ("Voce fuori coro") sulla storia recente di Roma (città millenaria e senza confini nazionali catapultata suo malgrado al centro del nuovo Stato unitario), nel 2022 una raccolta di scritti giornalistici sulla capitale riuniti in "Roma, non altro" (tutti questi titoli sono stati pubblicati da Quodlibet); nel 2017 - sempre con il patrocinio del Comune di Treia - è stato pubblicato "Gatto! Misterioso quanto il destino umano", una raccolta di aforismi sugli amati gatti.


Per saperne di più:
Centro studi Dolores Prato, Treia

Complessi archivistici prodotti:
Prato Dolores (fondo)


Bibliografia:
"Il timbro a fuoco della parola. Voci in dialogo con Dolores Prato", stampato dall'Amministrazione comunale di Treia per gli "Amici di Dolores", con il contributo di Grazia Livi, Niva Lorenzini, Toni Maraini, Marina Mizzau, Treia, 2000.
Stefania Severi, "L'essenza della solitudine. Vita di Dolores Prato", introduzione di Maria Teresa Secondi Mongiello, Roma, Sovera, 2002.
"Italiane", a cura di Eugenia Roccella e Lucetta Scaraffia, Roma, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, 2004, vol. III, "Dagli anni Cinquanta ad oggi", sub voce, p. 233-234. (Italiane, a cura di Eugenia Roccella e Lucetta Scaraffia, Roma, 2004)
"Dolores Prato voce fuori coro. Carteggi di una intellettuale del Novecento", a cura di Stefania Severi, Ancona, il lavoro editoriale, 2007.
Angela Paparella, "«Giù la piazza non c'è nessuno» di Dolores Prato: la vicenda editoriale attraverso le lettere", Roma, Aracne, 2007.
Noemi Paolini Giachery, "Le mani tese di Dolores. I romanzi di Dolores Prato", Roma, Graphisoft, 2008.
Leandro Castellani, "Un provvisorio stabile. Vita segreta di Dolores Prato, scrittrice", Roma, Aracne, 2008.
Valentina Polci, "Roma da città universale a capitale nazionale: per una lettura inedita di Dolores Prato", in «Proposte e ricerche», sezione di storia dell'agricoltura e della civiltà rurale del Centro di ricerche e studi dei beni culturali marchigiani, (2015), n° 74, p. 69-81.
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, vol. 85 (2016), p. 278-281, sub voce. (Dizionario biografico degli italiani)
Fiammetta Cirilli, "Dolores Prato, il libro 'impossibile'. «Giù la piazza non c'è nessuno» attraverso le carte dell'archivio contemporaneo Bonsanti", Ospedaletto (Pisa), Pacini editore, 2019.

Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Desideri Fabio, 13 agosto 2010, rielaborazione
Desideri Fabio, 31 gennaio 2024, integrazione successiva
Manghetti Gloria, 1996, prima redazione
Morotti Laura, 2009, revisione


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