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Petroni Guglielmo

Lucca 1911 ott. 30 - Roma 1993 apr. 29

Scrittore
Giornalista
Critico d'arte

Intestazioni:
Petroni, Guglielmo, scrittore, giornalista, critico d'arte, (Lucca 1911 - Roma 1993), SIUSA

Nasce a Lucca nel 1911; sottratto agli studi, lavora con il padre nella bottega di scarpe dall'età di 13 anni. Petroni è un autodidatta, scopre per caso il mondo della pittura e dell'arte, si avvicina alla letteratura in seguito all'incendio del suo studio nell'ottobre del 1931 e alla pubblicazione di quattro liriche su «L'Italia letteraria» nel '32. Con una di queste, considerata un caso letterario, vince nel 1934 il premio di poesia "Cabala". Il conferimento di tale premio lo avvicina al mondo letterario fiorentino e solariano delle Giubbe rosse, conosce quindi Montale, Gadda, Palazzeschi, Bonsanti, Luzi, Vittorini. La formazione di Petroni avviene attraverso l'ambiente dei caffè e delle riviste letterarie nel modo caratteristico del periodo tra le due guerre mondiali. In questa prima fase, fino alla metà degli anni '40, pubblica poesie, prose d'arte, racconti ma anche recensioni e riflessioni sulle maggiori riviste letterarie italiane: Bonsanti chiede suoi scritti per «Letteratura», Betocchi per «Il Frontespizio», Gatto lo coinvolge in «Campo di Marte» e il «Bargello», Maccari lo contatta per «Il Selvaggio» e Longanesi per «L'Italiano». Nel 1935 la sua prima raccolta di poesie "Versi e memoria" è molto apprezzata dalla critica, che ne sottolinea la vena autentica ed autonoma. La produzione lirica continua - con qualche intermittenza - su riviste. Solo nel dopoguerra escono altri volumi: "Poesie" (1959), "Fermo sereno" (1969) e "Poesie 1928-1978" (1978) in cui confluiscono le tre raccolte precedenti, arricchite da uno scritto di Raboni che conferma la natura "non allineata" della poesia di Petroni. Nel 1938 pubblica il volume di racconti "Personaggi d'elezione" e si trasferisce a Roma chiamato da Malaparte a dirigere la rivista «Prospettive». Durante la guerra fa parte del comitato di redazione de «La Ruota» con Alicata, Muscetta, Trombadori; esperienza fondamentale per la maturazione del suo impegno antifascista, che si attuerà nella partecipazione alla Resistenza, sempre a Roma, dove nella primavera del 1944 viene consegnato alle SS e torturato nel carcere di via Tasso e salvato dalla condanna a morte dall'arrivo degli alleati. Da questa esperienza nasce il suo primo romanzo: "Il mondo è una prigione" (1949), opera considerata un classico della letteratura resistenziale, più volte ristampato fino al 2005, per i tipi di Feltrinelli con postfazione di Stefano Giovanardi.
La critica più recente fa iniziare dal dopoguerra il "secondo periodo" della produzione di Petroni: alla poesia si alternano i romanzi, tra cui ricordiamo "La casa si muove" (1950), "Noi dobbiamo parlare" (1955), "Il colore della terra" (1964) e "La morte del fiume" con cui vince il premio Strega nel 1974. Parallelamente è redattore della rivista «La Fiera letteraria» (1949-1961) e vive la fondamentale collaborazione con «Botteghe Oscure», rivista che anticipa, tra il 1948 e il 1960, tutta la suddetta produzione in prosa, e per cui cura, insieme con Bassani, la sezione italiana, anche come tramite per la ricerca di nuovi collaboratori. Inizia inoltre ad occuparsi di critica letteraria e d'arte, ricordiamo le monografie su Carlo Levi (1969), Giovanni Colacicchi (1972) e Aligi Sassu (1973), collabora alla rinascita del Terzo programma radio della RAI all'inizio degli anni Cinquanta, poi dal 1960 come giornalista e caporedattore della sezione "spettacolo e cultura" fino al 1977. Lavora, anche se per pochi anni (1952-56), come segretario della "Associazione italiana per la libertà della cultura". Prende parte come giurato a diversi premi letterari tra cui il premio Viareggio e il premio Dessí di Villacidro. Nel 1985 ottiene la laurea honoris causa dall'antica Università di Sassari, grazie all'interessamento dell'amico Andrea Camilleri, allora direttore dell'Istituto di filologia moderna presso quell'ateneo. Presidente fino al 1990 del Sindacato nazionale scrittori, si spegne a Roma nell'aprile del 1993. La sua città natale nel 2002 gli ha dedicato la terrazza sul parco fluviale del fiume Serchio e, in occasione del centenario della nascita, un convegno in Palazzo ducale, parallelamente sono uscite le riedizioni di due romanzi: "Il nome delle parole", con introduzione di Salvatore Silvano Nigro e un ricordo di Andrea Camilleri, per Sellerio, e, curata da Paolo Vanelli, "La morte del fiume" per Pacini Fazzi.


Complessi archivistici prodotti:
Petroni Guglielmo (fondo)


Bibliografia:
Leandro Angeletti, "Guglielmo Petroni", Firenze, La Nuova Italia, 1981 («il castoro»).
"Ricordo di Guglielmo Petroni", «Il Vieusseux», a. 7 (sett.-dic. 1994), n° 21, p. 50-77.
"La narrativa di Guglielmo Petroni", atti della giornata di studio della Fondazione Camillo Caetani, Roma, 27 ottobre 2006, a cura di Massimiliano Tortora, Roma, Fondazione C. Caetani, L'Erma di Bretschneider, 2007.
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, vol. 82 (2015), p. 739-742, sub voce. (Dizionario biografico degli italiani)

Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Desideri Fabio, 5 agosto 2015, integrazione successiva
Morotti Laura, 5 dicembre 2008, prima redazione
Pancani Eleonora, dicembre 2011, rielaborazione


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