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Caselli Giovanni da Siena

Siena 1815 mag. 27 - Firenze 1891 ott. 8

fisico
insegnante
inventore
titolo: cavaliere della Legion d'Onore
titolo: cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro

Intestazioni:
Caselli, Giovanni, fisico, insegnante, inventore, (Siena 1815 - Firenze 1891), SIUSA

Giovanni Caselli nacque a Siena il 27 maggio 1815, da Francesco e Colomba Molini; primogenito, ebbe una sorella, Teresa, e almeno tre fratelli: Lodovico, scultore, e i gemelli Pietro e Paolo, entrambi morti nelle guerre d'Indipendenza. Si formò a Firenze, dove studiò Fisica applicata sotto la guida di Leopoldo Nobili, al quale, morto nel 1835, dedicò un elogio funebre, edito in concomitanza del Congresso degli scienziati italiani, che si tenne a Firenze nel 1841; intanto, il 24 maggio 1838, era stato ordinato sacerdote. Sempre nel 1841 si spostò a Parma, per fare da istitutore ai figli del conte Luigi Sanvitale, Alberto e Stefano. Là prese parte con il conte ai moti del 1848, adoperandosi per promuovere l'annessione del Ducato di Parma al Regno di Sardegna; tale impegno però, una volta che gli austriaci ricollocarono Carlo di Borbone al potere, comportò per Caselli, il 19 ottobre 1849, l'allontanamento immediato dal Ducato. Tornò quindi a stabilirsi a Firenze, dove riprese gli studi di fisica e dove fondò «La Ricreazione. Giornale di scienze fisiche e di arti ad uso dei giovinetti», periodico di cui uscirono solo nove numeri nel corso del 1854. Nell'estate del 1856 presentò ai colleghi fiorentini e al Granduca Leopoldo II un prototipo di telegrafo che permetteva la trasmissione di scritture e immagini; tale strumento, da Caselli chiamato pantelegrafo, può considerarsi il precursore del moderno fax. Sebbene la Toscana fosse stata pochi anni prima, nel 1847, il primo stato italiano a dotarsi di un servizio telegrafico, le prospettive che offriva la Francia di Napoleone III per apportare miglioramenti significativi al pantelegrafo e per adottarlo nelle linee telegrafiche, spinsero Caselli a trasferirsi a Parigi, dove, salvo una parentesi londinese fra il 1862 e il 1863, e qualche breve ritorno in Italia, rimase fino al 1867. La nuova macchina, per il cui sviluppo a partire dal 16 agosto 1855 era stata costituita una società, si guadagnò l'interesse di scienziati e tecnici d'oltralpe, come César Despretz, Alexandre Edmond Becquerel, Jean-Bernard-Léon Foucault e Paul Gustave Froment, e infine dello stesso Napoleone III, che permise, per sperimentarla in trasmissioni a grande distanza, di collegarla alla linea telegrafica che univa Parigi ad Amiens. Dopo ulteriori migliorie tecniche, il 24 aprile 1864 una legge decretò l'uso del pantelegrafo nelle linee telegrafiche francesi; il 16 febbraio 1865 il servizio fu inaugurato ufficialmente sulla linea Parigi-Lione per restarvi attivo fino all'agosto del 1870, quando, con la guerra franco-prussiana, s'interruppe per non riprendere più. Il pantelegrafo, che Caselli aveva nel frattempo presentato anche alla Prima Esposizione Nazionale Italiana del 1861, provandolo con successo sulla linea Firenze-Livorno, fu adottato anche in Inghilterra dal settembre 1863 al gennaio 1864 (linea Londra-Liverpool) e in Russia, dove collegò nel 1864 le residenze imperiali di San Pietroburgo e Mosca; mentre alcune istallazioni furono realizzate anche in Cina (1885). Attualmente un esemplare dello strumento si conserva presso l'Istituto tecnico per geometri "G. B. Della Porta" di Napoli, mentre una copia è a Roma, al Museo del Consiglio nazionale delle ricerche. Insignito da Napoleone III della Legion d'Onore e da Vittorio Emanuele II delle onoreficenze dei Santi Maurizio e Lazzaro, Caselli nel 1867 rientrò a Siena, dove gli vennero tributati molti onori, fra cui la collocazione nel Palazzo comunale di un busto marmoreo che lo ritraeva, scolpito da Tito Sarrocchi. Nel 1870 venne nominato direttore delle scuole del Comune di Siena, incarico che tenne fino al 1887, affiancandogli la consueta attività di ricerca tecnico-scientifica. In particolare, a partire dal 1873 si dedicò all'ideazione di un timone idromagnetico, che fu costruito nelle fiorentine Officine Galileo, presentato all'Esposizione universale di Parigi del 1878 e sperimentato l'anno successivo. Negli ultimi anni si dedicò anche alla progettazione di una torpedine automatica, cioè un siluro per navi da guerra in grado di muoversi autonomamente. Morì a Firenze l'8 ottobre 1891. Tra le sue pubblicazioni si vedano: "Elogio funebre del Cav. Prof. L. Nobili", Felice Le Monnier, Firenze 1841; "Intorno a un libello di P. L. Courier. Lettera alla pregiatissima sig. contessa *** a Parma", [s.n., Firenze], 25 settembre 1844, estratto dal «Calendario italiano», a. VII, 1844; "Rapporto della commissione sul progetto Pannilini per la maggior sicurezza dei treni ferroviari notturni rischiarati dalla luce elettrica", Stab. Tip. di A. Mucci, Siena 1871; "Di alcune applicazioni della elettricità all'agricoltura. Memoria letta dal socio ordinario cav. prof. Giovanni Caselli nella tornata del dì 6 maggio 1888", [s.n.], Firenze 1888. Non gli vanno invece attribuite, come accade in quasi tutte le note biobibliografiche che lo riguardano, le traduzioni da Saffo, da Anacreonte e da altri autori classici, che sono invece opera di un omonimo lucchese (v. G. Melzi, "Dizionario delle opere anonime e pseudonime di scrittori italiani", coi torchi di Luigi di Giacomo Pirola, Milano 1852, II, p.264).

Complessi archivistici prodotti:
Caselli Giovanni (fondo)


Bibliografia:
L. Figuier, A. Usigli, "La illuminazione elettrica", Milano 1886, pp. 108-121
I. Golfarelli, "Giovanni Caselli", «Bullettino della Società Fotografica Italiana», III/10-11 (ottobre-novembre 1891), p. 220
"Dizionario Biografico degli Italiani", Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, 1960-, vol. XXI, (1978), pp. 331-332
M. Verdone, Giovanni Caselli. Un pioniere delle trasmissioni a distanza, «Cultura e scuola», n. 128 (ottobre-dicembre 1993), pp. 213-218
E. Crispolti, M. Pierini (a cura di), "Omaggio a Giovanni Caselli", Torino 1997
S. Maggi, "La telegrafia elettrica e i suoi sviluppi. Facsimile e telescrivente", in "Storia delle telecomunicazioni", a cura di V. Cantoni, G. Falciasecca, G. Pelosi, Firenze University Press, Firenze 2011, I, pp. 73-100

Redazione e revisione:
Bettio Elisabetta, 2009/12/14, rielaborazione
Capannelli Emilio, revisione
Francioni Mirko, 2016/01/29, integrazione successiva
Morotti Laura, 2016/02/01, revisione
Moscadelli Stefano, 2009, prima redazione


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