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Felici Ezio

Siena 1882 mar. 17 - Siena 1948 apr. 10

Giornalista
Scrittore

Intestazioni:
Felici, Ezio, giornalista, scrittore, (Siena 1882 - Siena 1948), SIUSA

Ezio Felici nacque il 17 marzo 1882 a Siena, nella contrada della Lupa, quarto di cinque fratelli, da Maria Rabecchi e Gaetano, di professione vetturino e titolare di una piccola ditta di spedizioni. Dopo essersi distinto negli studi fin dalle scuole elementari ed aver proseguito con i corsi di intagliatore presso l'Istituto d'arte, Felici intraprese l'attività paterna, iniziando fin dai primi anni del Novecento a collaborare con giornali e riviste non solo senesi - quali «La Farfalla Toscana», «La Chiacchera», «La Colomba», «Rugantino», «La Gazzetta di Siena», «Il Giornale d'Italiaۛ», «La Martinella», «La Nazione», «Il popolo di Siena» - e ricevendo anche alcuni premi. Nel 1901 Ezio Felici si iscrisse al Circolo giovanile socialista, fondato a Siena da Giuseppe Mazzoni e Federigo Tozzi; nel 1906 si sposò con Primetta Faitcher, dalla quale ebbe i figli Lea (1908), Laura (1909), Folgore (1914), che sarebbe morto due anni dopo, Mirella (1915) ed infine Maria Assunta (1923). Accanto all'impegnativa attività giornalistica cui Felici si dedicò per tutta la vita, a partire dal 1908 si fece intensa anche la sua produzione poetica. Dopo aver pubblicato in quell'anno "Le feste di Siena", sonetti in vernacolo senese, dette alle stampe con l'editore Palagi di Genova in rapida sequenza i poemetti "La battaglia di Montaperti" (1910, con xilografia in copertina di Ferruccio Pasqui) e "La brigata spendereccia" (1912, con copertina disegnata da Icilio Federico Joni), e realizzò inni e testi teatrali quali la "Mascherata" (rappresentata nel 1909 al teatro dei Rozzi in occasione della venuta a Siena dell'on. Arturo Ferri, l'"Inno a Giordano Bruno" (musicato da Giovanni Murtula nel 1910) e l'"Inno della Pubblica Assistenza" (musicato da Giovanni Bonnoli nel 1912). Nel 1914 pubblicò a Siena il numero unico «Il Quadrello» e «La conferenza di Federzoni» con vignette di Primo Lavagnini. Richiamato alle armi nell'agosto 1916 nel Genio telegrafisti, fu colpito da una malattia ai reni che gli comportò un intervento chirurgico a seguito del quale fu impiegato presso l'ospedale di Santa Maria della Scala di Siena per svolgere attività di collegamento fra i ricoverati; al termine della guerra venne assunto presso lo stesso ospedale come contabile. Intrapresa la nuova attività ed abbandonata definitivamente quella di spedizioniere, Felici incrementò la propria collaborazione giornalistica con «Il popolo di Siena», «Il libero cittadino», «Il nuovo giornale» e soprattutto con la cronaca senese - ininterrottamente dal 1922 al 1943 - de «Il telegrafo» di Livorno, facendosi promotore anche di vivaci campagne polemiche. Al contempo riprese la pubblicazione di opere poetiche: "A palle ferme" (1919, con disegni di Aldo Piantini e Federico Papi), "Santa Caterina" (1920, con xilografie di Virgilio Marchi), "La poesia del dolore" (1921, con xilografie di Dario Neri), "Sonetti senesi" (1922, con disegni di Federico Martelli), "Cantata a Siena" (1923, per il conte Guido Chigi Saracini in occasione dell'inaugurazione della sala dei concerti nel suo palazzo, musicata da Enrico Bossi), "Antologia di scritti sul panforte della secolare casa Giovanni Parenti" (1925) e la raccolta di poesie "Notti senesi" (Firenze, Alinari, 1928, con illustrazioni ad acquarelli di Aldo Piantini). Risale inoltre ai primi anni Venti il progetto, condotto assieme a Luigi Bonelli, per la riscrittura in libretto per dramma lirico della "Brigata spendereccia", tre atti con scenografie di Dario Neri, che avrebbe dovuto essere musicato da Pietro Mascagni; venuta però meno la realizzazione musicale, l'opera e i bozzetti del Neri furono editi ne "La Diana" (1926). Segna inoltre la seconda metà degli anni Venti, l'impegno di Felici per la nascita di un vero e proprio teatro vernacolare senese, che - dopo l'uscita del suo scritto "Sul teatro senese" - stimolò la produzione vernacolare di Fernando Giannelli, Dino Corsi e Silvio Gigli. In questa prospettiva si pongono le sue commedie "San Crespino" (1925, edita ne "La Diana" nel 1927), "Il campanile" (1928), "La tavola a fondo oro" e il dramma lirico "Provenzan Salvani", per musica di Riccardo Zandonai (1929). A partire dagli anni Venti, alla sua attività di prolifico giornalista e scrittore - è di quest'epoca ad esempio la stampa de "Il palio di Siena" (1922, riedito nel 1929 in occasione del rinnovo dei costumi del palio), dei "Poemetti senesi" (1938) e di numerosi racconti in prosa che avrebbero in seguito composto la raccolta "Aneliti", edita nel 1978 - si accompagnò un'attività altrettanto impegnativa di paroliere per musica e soprattutto di conferenziere, che lo avrebbe portato a girare l'Italia ed anche ad adattare e produrre propri testi - su invito dell'amico Silvio Gigli - per trasmissioni radiofoniche. Condannato da un tribunale repubblicano fascista nel 1944 per alcune prese di posizione ostili al regime e quindi per un breve periodo imprigionato - il Felici fra l'altro non si era mai iscritto al Partito fascista -, venne liberato dai militari alleati e prontamente riabilitato, prima di essere invitato nel 1944-1945 dallo stesso Comando alleato a dar vita ad un periodico bisettimanale, significativamente da lui intitolato «Rinascita», cui lavorò intensamente come redattore anche il giovane Mario Verdone. Ezio Felici morì a Siena il 10 aprile 1948. Tra i molti riconoscimenti ricevuti spicca nel 1946 il Premio San Remo per la poesia dialettale; tra le numerose cariche ricoperte si segnalano quelle di vice presidente e socio benemerito dell'Associazione di Pubblica Assistenza di Siena (1920), di cavaliere d'Italia (1933) e di socio dell'Accademia per le arti e le lettere in Siena (1938), poi Accademia senese degli Intronati.

Complessi archivistici prodotti:
Felici Ezio (fondo)


Bibliografia:
"Ezio Felici, le opere e i giorni di uno scrittore senese", Siena 1998 (scritti di C. Fini, L. Luchini, A. Mazzeo, D. Rossi, D. Sasson, M. Verdone)
G. Catoni, "Il teatro vernacolo", in "Siena a teatro", a cura di R. Ferri, G. Vannucchi, Siena 2002, pp. 151-159
M. Verdone, "Il protettore dei giornalisti" e C. Fini, "Ezio, il babbo come tutti lo chiamavano", «La Voce del Campo», 6 ottobre 2003
E. Felici, "Opere", a cura di L. Oliveto, D. Sasson, Siena 2009 (scritti di G. Catoni, M. Ciampolini, C. Fini, L. Oliveto, A. Pezzo, biografia e bibliografia D. Sasson).

Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Morotti Laura, 2011/11, rielaborazione
Moscadelli Stefano, 2010, prima redazione
Sasson Daniele, 2010, prima redazione


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