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Martini Mario Augusto

Firenze 1884 dic. 20 - Firenze 1961 giu. 18

Avvocato
Sindacalista
Politico
Antifascista

Intestazioni:
Martini, Mario Augusto, avvocato, sindacalista, politico, antifascista, (Firenze 1884 - Firenze 1961), SIUSA

Nacque a Firenze il 20 dicembre 1884 da padre chimico farmacista. Frequentò gli studi liceali nelle Scuole pie fiorentine, in un ambiente stimolante influenzato dalle idee moderniste, e studiò poi a Pisa presso la facoltà di Giurisprudenza, ove fu allievo di Giuseppe Toniolo e si laureò nel 1906. Le sue prime esperienze associative avvennero nel Circolo universitario cattolico e nell'ambiente cattolico fiorentino, attraversato allora da tensioni e lacerazioni profonde, animato dagli intransigenti dell'Opera dei congressi, dal gruppo dei cattolici liberali riuniti intorno alla «Rassegna nazionale», e dal gruppo della Democrazia cristiana, al quale Martini aderì, che a Firenze affidò la diffusione del programma di Romolo Murri al settimanale «La Bandiera del popolo». In un clima antimodernista, esasperato dagli intransigenti, le posizioni di Martini furono ingiustamente confuse con il movimento modernista.
Martini fu tra i promotori della rinascita della Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI), della quale divenne presidente nazionale nel 1905-06, nonché fondatore e redattore capo, fino all'aprile 1907, della rivista «Studium».
Già sindaco dal 1912 al 1919 di Casellina e Torri (dal 1929 Comune di Scandicci), nel primo dopoguerra svolse un'intensa attività politica. Fu tra i fondatori della sezione fiorentina del Partito popolare italiano (PPI), della quale divenne il primo presidente nell'aprile 1919 e poi segretario. Nel novembre 1919 fu eletto deputato nelle liste del PPI nel collegio di Firenze. Presente nel consiglio di amministrazione del Piccolo Credito toscano, carica dalla quale rassegnò le dimissioni nell'ottobre 1921, lavorò soprattutto nella organizzazione locale della Federazione nazionale mezzadri e piccoli affittuari e nella direzione delle lotte mezzadrili per la definizione dei nuovi patti colonici firmati fra il luglio e l'ottobre 1919, che sancirono alcune importanti conquiste per i mezzadri. Partecipò attivamente anche alla fase successiva della vertenza mezzadrile toscana, iniziata nell'estate 1920, che tuttavia non ebbe esito positivo.
Rieletto alla Camera il 15 maggio 1921 e nominato sottosegretario ai Lavori pubblici nei due ministeri Facta (dal 26 febbraio al 31 ottobre 1922), Martini continuò a svolgere attività nel partito come esponente di una tendenza di centro di cui fu rappresentante anche dopo l'ascesa al potere di Mussolini. Confermato nelle elezioni del 6 aprile 1924, dopo il delitto Matteotti aderì all'Aventino, ma sin dall'autunno sostenne l'opportunità del ritorno in aula e della ricerca di un modus vivendi con il fascismo al fine di garantire ai popolari una qualche presenza politica e organizzativa. Dissentendo dalle posizioni assunte dal gruppo dirigente del partito, presentò le dimissioni dal PPI, poi ritirate, e il 15 dicembre 1925 da segretario del gruppo parlamentare.
Decaduto dal mandato parlamentare come "aventiniano", fu radiato dall'albo degli avvocati al quale poi fu riammesso dopo il ricorso alla Commissione reale straordinaria. Durante gli anni del regime fascista continuò a frequentare i circoli cittadini di Azione cattolica, ma si dedicò prevalentemente all'esercizio dell'avvocatura e all'approfondimento di temi di storia religiosa e politica.
Membro del Comitato interpartitico costituito a Firenze alla fine del luglio 1943, Martini fece parte del Comitato toscano di liberazione nazionale (CTLN) come rappresentante della Democrazia cristiana (DC), sotto lo pseudonimo di "Ingegner Onorati". Nel periodo clandestino si impegnò per la fondazione della DC nella sua città e in Toscana, collaborando, fra l'altro, ai nove numeri clandestini de «Il Popolo» (novembre 1943-agosto1944) e poi con Giorgio La Pira alla rivista «San Marco»; nel giugno 1944 pubblicò a proprio nome le linee programmatiche del nuovo partito: La missione sociale e politica della Democrazia cristiana.
Dopo la liberazione di Firenze fu presidente dell'Amministrazione provinciale fino al 1945. In seguito, fu nominato ambasciatore in Brasile ove rimase fino al 1953 (con l'eccezione del periodo trascorso a Parigi nel 1946 in occasione della Conferenza di pace). Rientrato in Italia, fu nominato presidente della casa editrice Le Monnier e nel marzo 1953 consigliere della Banca toscana di cui fu presidente del consiglio di amministrazione dal marzo 1955 alla morte. Nel 1953 fu tra i fondatori dell'Istituto storico della Resistenza in toscana (ISRT), di cui ricoprì il ruolo di presidente dalla costituzione fino al 1957.
Morì a Firenze il 18 giugno 1961.


Soggetti produttori:
Comitato toscano di liberazione nazionale - CTLN, collegato

Complessi archivistici prodotti:
Martini Mario Augusto (Biblioteca Scandicci) (fondo)
Martini Mario Augusto (ISRT) (fondo)


Bibliografia:
Martini, Mario Augusto, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 71, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 2008
Inventario delle carte Martini. Mario Augusto e Roberto sindaci a Scandicci nel Novecento, a cura di M. DELL’ANNO, introduzione di E. CAPANNELLI, Firenze, Leo S. Olschki, 2005, VII-XXXIII
Martini, Mario Augusto, a cura di P.L. BALLINI, in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia, 1860-1980, Casale Monferrato (Al), Marietti, 1981, II
Martini, Mario Augusto, in Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, III, Milano, La Pietra, 1976, 564-565

Redazione e revisione:
Artini Alessia, 2022/02, revisione
Bonsanti Marta, 2011/06/01, prima redazione
Borgia Claudia, 2022/02/10, supervisione della scheda
Morotti Laura, 2022/02, revisione


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