architetto
scultore
Intestazioni:
Rupolo, Domenico, architetto, scultore, (Caneva 1861 - Caneva 1945), SIUSA
Nasce in una famiglia di artigiani e sin da giovane è impiegato nella cava di pietra di Caneva come garzone, diventando successivamente scalpellino apprendista in una bottega di Vittorio Veneto. Nel corso della sua vita affiancherà alla professione di architetto anche quella di scultore.
Giunge a Venezia nel 1882 per iscriversi all'Accademia di Belle Arti dove consegue, nel 1890, il diploma di Professore di Disegno architettonico.
Nel 1892 è nominato assistente dell'Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti del Veneto, sotto la direzione di Federico Berchet e nel 1902 viene promosso a ispettore.
A Venezia conosce lo scultore rumeno Giorgio Vasilesco che lo introduce nel suo ambiente: nel 1913 Rupolo restaurerà il palazzo settecentesco di Costantino Brancoveanu e la corte a Mogosoaia in Romania e, dal 1920 fino ai primi anni Trenta, coprirà la carica di Ufficiale e Commendatore della Corona Rumena (1921) per la famiglia del principe Bibescu.
I rapporti coltivati con personalità influenti come Mariano Fortuny e la baronessa De la Baume, Alvise Zorzi e Pietro Bartoluzzi, la principessa di Polignac e il barone Giorgio Franchetti, il pittore Edmondo de Purry e lo stesso Camillo Boito gli valgono importanti commissioni.
Nonostante l'inchiesta subita dopo il crollo del campanile di S. Marco avvenuto il 14 luglio del 1902, la sua attività presso la Regia Soprintendenza ai Monumenti prosegue incontrastata parallelamente alla intensissima attività professionale.
Domenico Rupolo può essere annoverato tra gli 'eclettici' che vedono nel Medioevo la fonte d'ispirazione privilegiata, in particolare per l'architettura sacra. Tra i suoi interventi in questo settore si ricordano gli ampliamenti dei Seminari di Vittorio Venento (1923-1925), Pordenone (1932-1937) e Roveré Veronese (1932-1934); gli ampliamenti di chiese, campanili e naturalmente opere nuove come la chiesa arcipretale di Fossalta di Portogruaro (1896-1913), le chiese parrocchiali di Levada di Piave (1912-1929) e di Farra di Soligo (1912-1951); le chiese arcipretali di Trebaseleghe (1913-1931) e di Noventa di Piave, chiese parrocchiali di Bovolone (1913-1935) e S. Fior di Sotto (1921). L'ultima opera documentata è il progetto per il campanile di Belfiore d'Adige (1943-1947).
L'intensissima attività di Domenico Rupolo si svolge anche nel settore del restauro e dell'architettura civile: si citano a mero titolo esemplificativo le ville Otello (1905), Romanelli (1906) e Terapia (1907) al Lido di Venezia.
Domenico Rupolo può essere annoverato tra gli 'eclettici' che vedono nel Medioevo la fonte d'ispirazione privilegiata, in particolare per l'architettura sacra. Tra i suoi interventi in questo settore si ricordano gli ampliamenti dei Seminari di Vittorio Venento (1923-1925), Pordenone (1932-1937) e Roveré Veronese (1932-1934); gli ampliamenti di chiese, campanili e naturalmente opere nuove come la chiesa arcipretale di Fossalta di Portogruaro (1896-1913), le chiese parrocchiali di Levada di Piave (1912-1929) e di Farra di Soligo (1912-1951); le chiese arcipretali di Trebaseleghe (1913-1931) e di Noventa di Piave, chiese parrocchiali di Bovolone (1913-1935) e S. Fior di Sotto (1921). L'ultima opera documentata è il progetto per il campanile di Belfiore d'Adige (1943-1947).
L'intensissima attività di Domenico Rupolo si svolge anche nel settore del restauro e dell'architettura civile: si citano a mero titolo esemplificativo le ville Otello (1905), Romanelli (1906) e Terapia (1907) al Lido di Venezia.
Per saperne di più:
L'architettura del Lido: dal liberty agli anni Cinquanta - Sito dedicato all'architettura del Lido di Venezia con schede bio-bibliografiche per architetto
Complessi archivistici prodotti:
Rupolo Domenico (fondo)
Bibliografia:
R. PORTIERI, Domenico Rupolo architetto, Pordenone, Unione provinciale cooperative friulane, Concordia sette, 2001
Redazione e revisione:
Zacchilli Ilaria, 2013/07/03, prima redazione