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Caputo Giacomo

Palma di Montechiaro (Agrigento) 1901 set. 18 - Firenze 1992 set. 8

Archeologo
Insegnante
Scrittore
Soprintendente
Ispettore
Membro della Società italiana per la storia patria
Membro dell'International Council of Museum
Membro dell'Istituto archeologico germanico
Membro della Pontificia Accademia romana di archeologia
Segretario generale e vice presidente dell'Istituto di studi etruschi ed italici di Firenze
Membro del Consiglio superiore alle antichità e belle arti
Membro dell'Accademia dei Lincei
Membro dell'Accademia toscana di scienze e lettere La Colombaria
Membro dell'Accademia delle arti e del disegno e dell'Istituto italiano di preistoria e protostoria
Membro dell'Istituto di paleontologia di Roma
Membro dell'Istituto italiano di preistoria e protostoria

Intestazioni:
Caputo, Giacomo, archeologo, insegnante, (Palma di Montechiaro, 1901 - Firenze, 1992), SIUSA

Giacomo Caputo nacque a Palma di Montechiaro (AG) il 18 settembre 1901 da Giuseppina Fiorentino e Francesco Caputo Montalto, appassionato di antichità e storia patria. Trasferitosi a Palermo, ottenne la laurea nel 1925 per poi dedicarsi a ricerche archeologiche, letterarie e storico-artistiche nella sua stessa terra d'origine. Nel 1928 vinse una borsa di studio presso la Scuola archeologica di Atene ed iniziò una lunga serie di viaggi di studio e scavi nel Peloponneso e nelle isole greche. Rientrato in Italia, fu nominato Ispettore alle antichità per il Museo di Siracusa nel 1933. Sempre a Siracusa collaborò con l'Istituto nazionale del dramma antico e fu redattore della rivista «Dioniso» dal 1947 al 1970. Tra il 1933 e il 1934 partecipò alla prima missione archeologica della Reale società geografica del Fezzan, preludio della sua lunga attività scientifica in Libia che lo portò, nel 1936, alla nomina a Soprintendente alle antichità della Libia, carica che mantenne fino al 1944. Negli stessi anni fu libero docente di Archeologia e storia dell'arte antica presso le Università di Roma e Firenze. Nel 1940, a Tripoli, sposò Ersilia Catarella, originaria di Agrigento come lui, con la quale ebbe tre figli. Riprese le missioni archeologiche in Libia nell'immediato dopoguerra, fu poi nominato Soprintendente alle antichità d'Etruria, Toscana e Umbria, come successore di Antonio Minto, dal 1951 al 1966. Convinto sostenitore dell'importanza di avvicinare il pubblico all'archeologia, Caputo ritenne fondamentale rivedere la disposizione degli ambienti del Museo archeologico di Firenze per adattarli a più moderni criteri espositivi e, similmente, spinto dalla volontà di far comprendere la civiltà degli Etruschi al visitatore comune e di stimolare gli studiosi a una revisione critica dell'arte etrusca, organizzò una serie di mostre a Firenze e all'estero, a partire dalla Mostra di plastica Etrusca nel Chiostro delle Oblate (1951), dove riunì per la prima volta a Firenze opere provenienti da vari musei italiani. Fondatore dei «Quaderni di archeologia della Libya» e delle «Monografie di archeologia della Libia», mantenne il coordinamento delle missioni italiane grazie al Gruppo di ricerca per le antichità dell'Africa settentrionale, da lui costituito nel 1966 con sede a Firenze. Collocato in pensione nell'ottobre 1966, Caputo venne sostituito da Guglielmo Maetzke. Morì a Firenze l'8 settembre 1992 e fu sepolto, per suo desiderio, nel cimitero di Palma di Montechiaro.

Per saperne di più:
Enciclopedia Treccani. Giacomo Caputo
Giacomo Caputo

Complessi archivistici prodotti:
Caputo Giacomo (fondo)


Bibliografia:
M. Floriani Squarciapino, "Caputo Giacomo", in "Enciclopedia dello spettacolo", v. II, 1954, pp. 1743-1744
"Una vita fra gli scavi. Saluto a Giacomo Caputo", «La Nazione», 8 ottobre 1966
"Biografie e bibliografie degli accademici dei Lincei", Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 1976, pp 821-826
P. Bocci Pacini, "Il Museo archeologico dal 1951 al 1966", «Studi e materiali», n. 5, 1982, pp. 136-137
F. Nicosia, "Il riscopritore dell'Etruria", «La Nazione», 11 settembre, 1992
F. Asso, "Ricordo di Giacomo Caputo", «Antiqua», n. 17, 1992, pp. 69-71
"All'ombra dell'Acropoli. Generazioni di archeologi fra Grecia e Italia", a cura di V. La Rosa, Atene, 1995, p. 78
M. Barbanera, "Archeologia degli Italiani", Roma, 1998, pp. 130-132
M. Munzi, "L'epica del ritorno", Roma, 2001, pp. 50-52
I. Calloud, "Per una storia del restauro architettonico in Libia. L'anastilosi del teatro romano di Sabratha", «Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa», n. 8, 1-2, 2003, pp. 351-383
I. Calloud, "Archeologia e restauro in Libia nell'attività di Giacomo Caputo", «Restauro archeologico. Bollettino del Gruppo di ricerca sul restauro archeologico», n. 2, 2006, pp. 11-14
S. Forti, "Il contributo del Fondo Caputo per la ricostruzione dell'attività archeologica italiana in Libia", «Quaderni di archeologia della Libya», n. 20, pp. 171-178, 2009
I. Calloud, "Restauro archeologico in Libia nel periodo dell'ultima Soprintendenza italiana (1936-1942)", tesi di Dottorato, Università di Siena, 2009
I. Calloud, "Il restauro archeologico in Libia nel Novecento. Fortuna e percezione delle rovine", in "Relitti riletti. Metamorfosi delle rovine e identità culturale", a cura di M. Barbanera, Torino, 2009, pp. 304-320
Dizionario biografico dei soprintendenti archeologi (1904-1974), Bologna, Bononia University press, 2012, pp. 167-179

Redazione e revisione:
Baggio Silvia, 2017/08, supervisione della scheda
Gentile Carlotta, 2017/07, prima redazione
Morotti Laura, 2017/11, revisione


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