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Wenter Marini Giorgio

Rovereto (Trento) 1890 feb. 8 - Venezia 1973 nov. 24

ingegnere architetto

Intestazioni:
Wenter Marini, Giorgio, architetto, (Rovereto 1890 - Venezia 1973), SIUSA

Architetto e raffinatissimo artista, Giorgio Wenter Marini nasce a Rovereto, in provincia di Trento l’8 febbraio 1890 da Giuseppe Wenter e Maria Marini. Nella città natale frequenta la Scuola Reale Elisabettiana e dopo il diploma studia Architettura alla Regia Scuola Tecnica di Monaco di Baviera dove, nel 1914, si laurea ingegnere-architetto.
L’anno seguente, rientrato in Italia, svolge il praticantato a Roma. Qui acquisisce le più moderne tecniche di rilievo dei monumenti antichi fino a quando, nel 1916, entra nello studio di Marcello Piacentini per occuparsi di architettura e urbanistica nell’ambito del progetto di restauro del centro di Bologna.
Da sempre legato alla terra d’origine, Wenter Marini è tra i fondatori, nel 1912, insieme ai pittori Luigi Bonazza, Luigi Ratini, Cesare Covi e Oddone Tommasi e all’architetto Ettore Sottsass del Circolo Artistico Trentino.
Nel 1919 l’arcivescovo di Trento, monsignor Celestino Endrici, nomina Wenter Marini consigliere per l’Opera di Soccorso delle chiese rovinate dalla guerra e l’anno successivo l’Amministrazione provinciale di Trento lo assume in qualità di architetto per occuparsi della manutenzione dei propri edifici, incarico che ricopre fino al 1927 quando è licenziato per esubero di personale.
In questi anni può dedicarsi anche alla libera professione nella quale esprime il suo personalissimo stile dapprima nei lavori decorativi dei caffè “Europa” e “Alla Speranza” a Trento, poi nell’architettura compiuta del Caseificio-Scuola dell’istituto d’Agrario provinciale di San Michele all’Adige (1921) e di casa Bresadola ad Arco.
Del 1922 è il tanto dibattuto intervento di ampliamento dell’Istituto Educativo provinciale di Sant’Ilario in Stropparolo, presso Rovereto. Questo incarico si rivelò assai doloroso per l’architetto costretto a sospendere i lavori giudicati troppo aderenti alle esigenze estetiche tedesche. Il dibattito sul rischio di una perdita di certi tratti distintivi dell’architettura montana dell’area per l’annessione all’Italia, molto sentito in questi anni, si ripercorre attraverso le pagine di riviste quali “Alba Trentina”, “Il Nuovo Trentino” e “La Libertà” dove Wenter Marini è solito scrivere.
Il 1928 è l’anno della svolta di Wenter Marini dalla libera professione all’insegnamento. Abbandonato il Trentino, si trasferisce a Cortina d’Ampezzo dove insegna disegno nella Regia Scuola d’Arte Industriale. Nel 1931 è a Cantù, in qualità di insegnante di disegno e direttore presso la Regia Scuola professionale del mobile e del merletto. Nel 1934 è a Padova a dirigere la scuola Artistico Industriale Pietro Selvatico e l’anno successivo è a Venezia all’Istituto d’Arte, dove insegna architettura e costruzioni.
Nel 1938 è docente di architettura degli interni, arredamento e decorazione presso l’Istituto Universitario di Architettura e nel 1953 è direttore dell’Istituto statale d’Arte della città lagunare.
Tra gli interessi di questi anni si ricorda anche la collaborazione con la manifattura ceramica veneziana di Neera Gatti attiva nella realizzazione di ceramiche dalle forme pure decorate con colature e macchie policromatiche.
Nell’agosto 1957 il Ministero della Pubblica Istruzione lo sospende dal ruolo di direttore e fino al pensionamento, nel 1961 è in servizio alla Soprintendenza dei Monumenti di Venezia. Muore a Venezia il 24 novembre 1973.


Complessi archivistici prodotti:
Wenter Marini Giorgio (fondo)


Bibliografia:
Elisa Parisi, Giorgio Wenter Marini: l’insegnamento e gli anni veneziani, tesi di laurea di Elisa Parisi, Università Cà Foscari di Venezia, a.a. 2004-05
Maurizio Scudiero, Giorgio Wenter Marini: pittura, architettura, grafica, Trento, L'Editore, 1991

Redazione e revisione:
D'Aulerio Antonella


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