Partendo dalle proposte avanzate dall'appena costituita Unione Donne Italiane (UDI) e dopo una prima fase in cui le due associazioni lavorano congiuntamente per favorire la partecipazione femminile al voto e affermare il ruolo delle donne nella società, le loro posizioni - le une legate politicamente alla Democrazia Cristina (DC) e le altre a quelle del Partito Comunista Italiano (PCI) - si allontaneranno progressivamente e il CIF si connoterà come modello di aggregazione femminile di ispirazione cristiana alternativo all'UDI.
Accanto all’impegno civile e sociale, sin dalla sua fondazione, il CIF opera nel campo della cultura, dell’educazione e della formazione femminile.
I primi anni di vita sono dedicati all’organizzazione interna (articolata sino agli anni Settanta a livello nazionale, provinciale e comunale) e alla promozione di iniziative di solidarietà e assistenza rivolte ai reduci di guerra, agli ex-deportati nei campi di sterminio e all’infanzia.
Durante gli anni Cinquanta la sua presenza capillare si consolida, grazie alle crescenti attività di alfabetizzazione e qualificazione professionale intraprese soprattutto nelle regioni con maggior disagio sociale. Oltre a queste iniziative, il CIF dedica attenzione alla formazione delle proprie associate, organizzando tra l’altro corsi per educatrici e assistenti, finalizzati all’istituzione delle colonie estive e invernali per l’infanzia e all’attivazione dei servizi di doposcuola. A questi anni risale anche l’impegno per il diritto al lavoro, per la parità retributiva tra donne e uomini e per il mantenimento del posto di lavoro della donna in seguito alla maternità.
Nel corso degli anni Sessanta, con la crisi sempre più evidente dell’istituto familiare e con la diffusione delle istanze favorevoli al divorzio, l'associazione focalizza la propria attenzione sulla riforma del diritto di famiglia, istituendo al proprio interno una commissione dedicata a seguire l’iter legislativo e a formulare proposte in merito.
In concomitanza all’istituzione delle Regioni come enti periferici dello Stato, la struttura muta dalla forma federativa a quella associativa: nel nuovo panorama contrassegnato dalla nascita delle autonomie locali, dall’istituzione dei consultori e da nuove forme di gestione della scuola il CIF, con lo statuto del 1971, affianca ai comitati provinciali e comunali una dimensione organizzativa regionale.
Negli anni a seguire, caratterizzati da un ampio movimento di contestazione, si inserisce nel dibattito culturale e politico, contrapponendosi alle istanze del movimento femminista rappresentate, in particolare, dal sostegno all’introduzione dell’interruzione volontaria della gravidanza con la legge 194 del 1978.
Tra gli anni Ottanta e Novanta, con l’espandersi della dimensione europea, il CIF si fa promotore dell’affermazione delle radici cristiane dell’Europa e rivolge la propria attenzione verso nuove tematiche, quali l’immigrazione, la convivenza tra popoli, i progressi della scienza, la qualità della vita e le nuove povertà.
Negli ultimi decenni, consapevole del mutamento del contesto sociale caratterizzato dalla dimensione multietnica, è impegnato sul versante del dialogo interculturale e della cooperazione con donne provenienti da realtà diverse, per una convivenza democratica, pacifica e rispettosa delle differenze. Le attività di assistenza, formazione e volontariato, unitamente alle iniziative culturali di studio e di ricerca, animano la vita dell’associazione impegnata a rimanere al passo con i tempi adattandosi ai cambiamenti sociali e politici.
In base al più recente statuto, in vigore dal febbraio 2003, a livello nazionale gli organi dell’associazione sono rappresentati dal Congresso, dal Consiglio e dalla Presidenza nazionale.
Il Congresso è il massimo organo deliberante e si occupa di individuare gli obiettivi e le priorità dell'attività associativa stabilendone gli orientamenti generali.
Il Consiglio nazionale è l’organo deliberante che promuove e attua le finalità associative su tutto il territorio nazionale, promuovendo i CIF locali, i gruppi per interventi specifici e i coordinamenti nazionali.
La Presidenza nazionale, composta dalla presidente, da una o due vice-presidenti, dalla segretaria, dalla tesoriera e da un numero di consigliere che va da tre a nove, ha compiti esecutivi nei confronti delle delibere del Consiglio nazionale, a cui risponde del proprio operato.
L’organizzazione sul territorio si articola in CIF comunale, provinciale e regionale, che operano in coordinamento tra loro e con la struttura nazionale, nell’ambito delle rispettive competenze.
I primi anni di vita sono dedicati all’organizzazione interna (articolata sino agli anni Settanta a livello nazionale, provinciale e comunale) e alla promozione di iniziative di solidarietà e assistenza rivolte ai reduci di guerra, agli ex-deportati nei campi di sterminio e all’infanzia.
Durante gli anni Cinquanta la sua presenza capillare si consolida, grazie alle crescenti attività di alfabetizzazione e qualificazione professionale intraprese soprattutto nelle regioni con maggior disagio sociale. Oltre a queste iniziative, il CIF dedica attenzione alla formazione delle proprie associate, organizzando tra l’altro corsi per educatrici e assistenti, finalizzati all’istituzione delle colonie estive e invernali per l’infanzia e all’attivazione dei servizi di doposcuola. A questi anni risale anche l’impegno per il diritto al lavoro, per la parità retributiva tra donne e uomini e per il mantenimento del posto di lavoro della donna in seguito alla maternità.
Nel corso degli anni Sessanta, con la crisi sempre più evidente dell’istituto familiare e con la diffusione delle istanze favorevoli al divorzio, l'associazione focalizza la propria attenzione sulla riforma del diritto di famiglia, istituendo al proprio interno una commissione dedicata a seguire l’iter legislativo e a formulare proposte in merito.
In concomitanza all’istituzione delle Regioni come enti periferici dello Stato, la struttura muta dalla forma federativa a quella associativa: nel nuovo panorama contrassegnato dalla nascita delle autonomie locali, dall’istituzione dei consultori e da nuove forme di gestione della scuola il CIF, con lo statuto del 1971, affianca ai comitati provinciali e comunali una dimensione organizzativa regionale.
Negli anni a seguire, caratterizzati da un ampio movimento di contestazione, si inserisce nel dibattito culturale e politico, contrapponendosi alle istanze del movimento femminista rappresentate, in particolare, dal sostegno all’introduzione dell’interruzione volontaria della gravidanza con la legge 194 del 1978.
Tra gli anni Ottanta e Novanta, con l’espandersi della dimensione europea, il CIF si fa promotore dell’affermazione delle radici cristiane dell’Europa e rivolge la propria attenzione verso nuove tematiche, quali l’immigrazione, la convivenza tra popoli, i progressi della scienza, la qualità della vita e le nuove povertà.
Negli ultimi decenni, consapevole del mutamento del contesto sociale caratterizzato dalla dimensione multietnica, è impegnato sul versante del dialogo interculturale e della cooperazione con donne provenienti da realtà diverse, per una convivenza democratica, pacifica e rispettosa delle differenze. Le attività di assistenza, formazione e volontariato, unitamente alle iniziative culturali di studio e di ricerca, animano la vita dell’associazione impegnata a rimanere al passo con i tempi adattandosi ai cambiamenti sociali e politici.
In base al più recente statuto, in vigore dal febbraio 2003, a livello nazionale gli organi dell’associazione sono rappresentati dal Congresso, dal Consiglio e dalla Presidenza nazionale.
Il Congresso è il massimo organo deliberante e si occupa di individuare gli obiettivi e le priorità dell'attività associativa stabilendone gli orientamenti generali.
Il Consiglio nazionale è l’organo deliberante che promuove e attua le finalità associative su tutto il territorio nazionale, promuovendo i CIF locali, i gruppi per interventi specifici e i coordinamenti nazionali.
La Presidenza nazionale, composta dalla presidente, da una o due vice-presidenti, dalla segretaria, dalla tesoriera e da un numero di consigliere che va da tre a nove, ha compiti esecutivi nei confronti delle delibere del Consiglio nazionale, a cui risponde del proprio operato.
L’organizzazione sul territorio si articola in CIF comunale, provinciale e regionale, che operano in coordinamento tra loro e con la struttura nazionale, nell’ambito delle rispettive competenze.
Siti web:
Centro italiano femminile. Presidenza nazionale - Home page del sito del Centro italiano femminile (CIF) nazionale.
Soggetti produttori collegati:
Centro italiano femminile - CIF comunale di Bologna
Centro italiano femminile - CIF comunale di Carpi
Centro italiano femminile - CIF comunale di Modena
Centro italiano femminile - CIF provinciale di Bologna
Centro italiano femminile - CIF provinciale di Modena
Centro italiano femminile - CIF provinciale di Trento
Centro italiano femminile - CIF regionale Emilia-Romagna
Centro italiano femminile - CIF. Comitato comunale di Aviano
Centro italiano femminile - CIF. Comitato comunale di Cordovado
Centro italiano femminile - CIF. Comitato comunale di Fano
Centro italiano femminile - CIF. Comitato comunale di Macerata
Centro italiano femminile - CIF. Comitato provinciale di Macerata
Centro italiano femminile - CIF. Comitato provinciale di Pesaro
Bibliografia:
F. TARICONE, Il Centro italiano femminile. Dalle origini agli anni Settanta, Milano, Franco Angeli, 2001
Donne del nostro tempo. Il Centro italiano femminile (1945 - 1995), a cura di C. DAU NOVELLI, Roma, Edizioni studium, 1995
Redazione e revisione:
Kolletzek Chiara, 2011/07/15, prima redazione
Menghi Sartorio Barbara - a cura di Sa-ERo, 2011/11/08, supervisione della scheda
Xerri Maria Lucia - a cura di Sa-ERo, 2011/10/12, revisione