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Imberciadori Ildebrando

Castel del Piano 1902 apr. 21 - Castel del Piano 1995 apr. 14

Intestazioni:
Imberciadori, Ildebrando, storico, (Castel del Piano 1902 - Castel del Piano 1995), SIUSA

Ildebrando Imberciadori nacque a Castel del Piano il 21 aprile 1902 da una antica famiglia di piccoli possidenti e media borghesia locale. Le origini antiche della famiglia Imberciadori si possono rintracciare fin dal tardo '400 con alcuni antenati gonfalonieri e priori; altri avevano svolto cariche di proposto, di agrimensore e architetto-pittore; altri ancora erano stati speziali e bibliofili.
Dal 1912 al 1921 Imberciadori studiò, grazie ad uno zio vicario del vescovo di Montalcino, nelle scuole salesiane di Trevi, Alassio e Collesalvetti. Nel 1921 entrò nella Scuola normale di Pisa e divenne amico di Enrico Fermi. Si laureò nel 1925 con una tesi dal titolo "Lettura dell'Adelchi di Alessandro Manzoni", che discusse con Attilio Momigliano e Manara Valgimigli.
Nel 1927 cominciò ad insegnare italiano e latino in vari licei ginnasi della Toscana: a Grosseto dal 1927 al 1931, a Siena dal 1931 al 1934, a Pisa dal 1934 al 1939. Nel periodo grossetano incontrò Rosella Turillazzi, figlia del medico Arturo Turillazzi, che sposò nel 1928 e dalla quale ebbe cinque figlie tra il 1929 e il 1943.
Intanto in questi anni, precisamente nel 1934, si era laureato in Giurisprudenza a Siena, con una tesi di Storia del diritto italiano discussa con il prof. Giovanni De Vergottini.
Dal 1939 Imberciadori cominciò la carriera di preside, che lo riportò in molte delle città dove era stato prima insegnante: dal 1939 al 1940 è preside all'Istituto magistrale di Grosseto, dal 1940 al 1943 nel Liceo classico di Siena, dal 1946 al 1949 nel Liceo classico di Pisa, dal 1949 al 1960 al Liceo Dante di Firenze.
A Pisa, dove abitò con la famiglia, Imberciadori fu in stretta amicizia con le famiglie Toniolo, Sainati, Isnardi, Poggi e Frugoni. Divenuto, insieme a Emilio Sereni, uno dei primi liberi docenti di Storia dell'agricoltura, nel 1960 fu chiamato a insegnare come incaricato di Storia economica alla facoltà di Economia e commercio dell'Università di Perugia, e poi, nel 1962 in quella di Cagliari. Nel 1968, divenuto professore ordinario, insegnò presso la facoltà di Economia e commercio dell'Università di Parma, fino al 1977, anno del suo pensionamento.
Storico scrupoloso e instancabile ricercatore (moltissimi i fondi archivistici da lui consultati), tra il 1920 e i primi anni '90 Imberciadori scrisse oltre un centinaio di saggi. Per questo suo continuo impegno ebbe stimoli e incoraggiamenti da amici e maestri come Serpieri, Luzzatto, Leicht, Calasso, Chabot, Volpe e Melis. I suoi lavori, che hanno una concezione scientifica particolare (come il procedere dagli aspetti giuridici e istituzionali a quelli economici e sociali), ne fanno uno storico non classificabile in una precisa scuola. Filologicamente attentissimo alle fonti, i suoi studi hanno aperto nuovi e originali filoni di ricerca in campo storiografico: come la scoperta o la rivalutazione della storia dell'agricoltura; lo studio e la pubblicazione degli statuti comunali; il recupero della storia della Maremma con il suo legame con il Monte Amiata; una nuova concezione del Risorgimento. Anche in altri campi di indagine Imberciadori ha aperto nuovi filoni di ricerca, come l'istruzione agraria dell'800 e i protagonisti della cultura georgofila toscana (Lambruschini, Ricasoli, Ridolfi, Vieusseux) o la politica scolastica novecentesca.
Tra le numerose pubblicazioni di Imberciadori citiamo: "Santa Fiora e i suoi Statuti del '500" (1930), "Un contratto di mezzadria stipulato nel giugno 821 in 'territorio senese'" (1933), "Constitutum Montis Pinzutuli. Monticello Amiata sec. XIII" (1937), "Storia del Comune di Montepescali, 1427" (1938), "Il primo statuto della Dogana dei paschi maremmani, 1419" (1938), "Documenti per la storia giuridica dell'agricoltura. Gli Statuti del Campaio del Comune di Siena 1337-1361" (1940), "Per la storia della mezzadria" (1941), "Mezzadria classica toscana con documentazione inedita dal IX al XIV secolo" (1951), "Campagna toscana nel '700. Dalla Reggenza alla Restaurazione, 1737-1815" (1953), "Ricerca di orientamenti economici per la Maremma tra il 1815 e il 1825" (1955), "Introduzione della mezzadria in Maremma" (1958), "Per la storia dell'agricoltura nazionale" (1958), "Economia toscana nel primo '800. Dalla Restaurazione al Regno, 1815-1861" (1961), "Grosseto e la Maremma: storia e cultura. Il Reame della Repubblica Senese" (1965), "Economia còrso-maremmana nel '400. Documenti tratti dai Libri Statutari della terra di Batignano" (1968), "Per la storia della società rurale. Amiata e Maremma tra il IX e il XX secolo" (1971), "Raffaello Lambruschini, 'il romantico della mezzeria'" (1974), "La Firenze dei Georgofili al tempo di Gian Pietro Vieusseux" (1975), "Mezzaioli, mezzadri, proprietari della Toscana dell'Ottocento" (1979), "Statuti del Comune di Castel del Piano, 1571" (1980), "Per la storia delle scienze agrarie" (1986), "L'agricoltura al tempo dei Lorena" (1989).
Durante la sua lunga attività di storico Ildebrando Imberciadori fu fondatore e socio di numerose ed importanti istituzioni culturali. Nel 1961 fondò e diresse fino al 1985 la "Rivista di storia dell'agricoltura", periodico dell'Accademia dei georgofili di Firenze, e dal 1986 al 1995 ne fu condirettore.
Fu socio "attivo" dell'Accademia dei georgofili di Firenze, dell'Accademia senese degli intronati, della Deputazione toscana di storia patria, dell'Istituto di diritto agrario internazionale e cmparato, della Società araria di Torino, della Società iternazionale degli economisti agrari, della Società internazionale di storia illuministica, della Società nazionale di economia agraria, della Società nazionale di statistica economica ed etnografica, della Società toscana di storia del Risorgimento, della Società storica della Valdelsa, della Società storica maremmana, ecc., e consultore del Centro nazionale di studio e documentazione didattica. Per questa sua incessante attività di storico e uomo di cultura ricevette alcuni importanti riconoscimenti, come il Grifone d'oro del Comune di Grosseto, la medaglia d'oro di Benemerito della scuola, della cultura e dell'arte, l'Ambrogino d'oro del Comune di Milano, la medaglia d'oro dell'Accademia dei georgofili di Firenze e la qualifica di cittadino illustre del Comune di Castel del Piano. Morì il 14 aprile del 1995.


Complessi archivistici prodotti:
Imberciadori Ildebrando (fondo)


Bibliografia:
J. Vichi Imberciadori, "Bibliografia degli scritti di Ildebrando Imberciadori", in "Studi in memoria di Ildebrando Imberciadori", a cura di Danilo Barsanti, Pisa, Ets, 1996, pp. 35-49
Z. Ciuffoletti, "Amiata e Maremma: la terra delle origini nella 'storia integrale' di Ildebrando Imberciadori", in "Studi in memoria di Ildebrando Imberciadori", a cura di D. Barsanti, Pisa, Ets, 1996, pp. 237-246
D. Barsanti, "La figura e l'opera storiografica di Ildebrando Imberciadori", in "Studi in memoria di Ildebrando Imberciadori", a cura di D. Barsanti, Pisa, Ets, 1996, pp. 11-33

Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Laurito Marco, prima redazione
Lenzi Marco, revisione


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