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Bianciardi Luciano

Grosseto 1922 dic. 14 - Milano 1971 nov. 14

Intestazioni:
Bianciardi, Luciano, scrittore, (Grosseto 1922 - Milano 1971), SIUSA

Luciano Bianciardi nasce a Grosseto il 14 dicembre 1922 da Atide, cassiere della locale Banca Toscana, e Adele Guidi, severa insegnante elementare; successivamente nasce la secondogenita Laura. La madre fin dai primissimi anni pretende da lui l'eccellenza negli studi, gli fa frequentare corsi di violoncello e di lingue straniere, seguirà poi con scrupolosa attenzione i successi letterari del figlio ormai lontano, realizzando la prima raccolta di memorie. Il padre, che aveva sognato per sé una carriera di ufficiale dell'esercito, educa il figlio all'amore per Garibaldi e a otto anni gli regala "I Mille" di Giuseppe Bandi, garibaldino di Gavorrano (Grosseto), fondatore del quotidiano livornese "Il Telegrafo". La famiglia Bianciardi ha recenti ascendenze senesi e Luciano si vanta di un suo avo omonimo, disceso in Maremma per svolgervi la professione di medico. Conseguita con un anno d'anticipo la maturità classica al Liceo-Ginnasio "Carducci-Ricasoli" di Grosseto, Bianciardi si iscrive alla facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Pisa nel novembre 1940.
I contatti con gli amici grossetani rimangono sempre molto vivi e nell'anno scolastico 1941-42 Bianciardi accetta una supplenza di lettere nel liceo classico cittadino, dove aveva studiato e dove incontra, tra le sue alunne, la sorella Laura; frequenta soprattutto Mario Terrosi, tipografo e scrittore, comunista, amico fedele di tutta la vita, Tullio Mazzoncini, medio proprietario terriero antifascista, poi segretario del Cnl provinciale e deportato a Dacau, e Geno Pampaloni, la cui famiglia d'origine viveva in quel tempo nella cittadina.
Alla fine di gennaio del 1943 Bianciardi viene chiamato alle armi; dopo alcuni mesi a Stia (AR) dove è allievo ufficiale, il 6 luglio 1943 il VII battaglione d'istruzione di cui fa parte è inviato a Foggia che il 22 luglio viene gravemente bombardata. Al cessato allarme viene dato l'ordine di portare i primi soccorsi ai feriti e di recuperare i morti proprio al plotone cui appartiene Bianciardi. Dopo un periodo di sbandamento seguito all'8 settembre, verso la fine del 1944, il giovane si aggrega, come interprete, a un reparto di soldati inglesi, la 508a compagnia nebbiogeni, al seguito della quale, agli inizi di giugno 1945 si reca a Forlì, dove rimane fino al congedo che lo riporta a Grosseto. Nel novembre 1945 può riprendere gli studi universitari e li completa in un corso speciale per reduci, voluto alla Normale di Pisa da Luigi Russo. In questo periodo universitario Bianciardi frequenta Carlo Montella, Luigi Blasucci, Umberto Comi (poi divenuto direttore del quotidiano "La Gazzetta" di Livorno, su cui usciranno i suoi primi e più numerosi articoli del periodo grossetano), si iscrive al Partito d'azione e nel febbraio del 1948 si laurea in filosofia sotto la direzione di Guido Calogero con la tesi "Il problema del conoscere nel pensiero di John Dewey". Tornato a Grosseto, il 25 aprile Bianciardi si sposa con Adria Belardi, da cui avrà due figli, Ettore nel 1949 e Luciana nel 1955. Sempre in questo periodo Biancardi riceve dal Comune di Grosseto l'incarico di riordinare la biblioteca civica "Chelliana" - gravemente danneggiata dai bombardamenti del 1943 e dall'alluvione dell'anno seguente - di cui sarà direttore, contribuendo con notevoli iniziative culturali, tra cui l'invenzione del bibliobus, un furgoncino che porterà in lettura libri nelle frazioni e nei poderi sparsi. Prosegue intanto l'attività di Bianciardi come supplente, sia d'inglese nella scuola media che di filosofia nel suo liceo e come animatore culturale: organizza per esempio il circolo del cinema cittadino, di cui spesso tiene le conferenze, proiettando film del neorealismo italiano, film dell'est europeo, western, documentari della scuola inglese. Nasce in questo periodo un intenso sodalizio intellettuale con Carlo Cassola, che porta ad alcune pubblicazioni comuni e poi, nel 1956, alla sua prima opera in volume, firmata con l'amico, per la casa editrice Laterza: “I minatori della Maremma”. Sempre in questi anni Bianciardi inizia a collaborare con quotidiani e periodici quali "La Gazzetta", "Avanti!", "Il Contemporaneo", "L'Automobile", "Comunità", "Nuovi Argomenti", "Belfagor". Gli interessi dell'intellettuale e del giornalista sono eminentemente culturali e sociali, ma soprattutto fortemente legati al territorio maremmano, appassionatamente e polemicamente osservato nell’ottica delle classi subalterne.
Nel giugno del 1954 Bianciardi emigra a Milano e con l’appoggio di Gaetano Trombadori e Carlo Salinari - direttori del "Contemporaneo", cui Bianciardi aveva collaborato con Cassola sin dal primo numero - ottiene un posto come redattore della neonata casa editrice di Giangiacomo Feltrinelli; qui Bianciardi, fra le altre cose, lascia una forte impronta sulla collana grigia "Scrittori d'oggi”, nella quale vengono pubblicati, durante il breve periodo che egli lavora presso Feltrinelli, opere di Mario Terrosi (autore grossetano) e Carlo Cassola, nonché il racconto d'ambientazione orbetellana "Prima di giorno" di Ottavio Cecchi. Presso la casa editrice Feltrinelli Bianciardi incontra Giampiero Brega, Valerio Riva, Luigi Diemoz e Fabrizio Onofri; sempre in questo periodo inizia anche a collaborare con la rivista "Cinema Nuovo" di Guido Aristarco e con "l’Unità". Verso la fine del 1957 Bianciardi viene licenziato per le sue difficoltà ad adattarsi agli orari e allo stile di un lavoro che egli avvertiva come troppo burocratizzato. Inizia così l’attività di traduttore, che lo accompagnerà per tutta il resto della vita, durante la quale tradurrà oltre cento opere, prevalentemente dall'inglese, ma anche dal francese.
Bianciardi traduce di tutto - manualistica, saggi storiografici, testi divulgativi, romanzi e racconti - spesso coadiuvato dalla nuova compagna, la poetessa e narratrice Maria Jatosti, dalla quale nel 1958 ha il figlio Marcello. Importante è la sua opera di traduzione della letteratura americana contemporanea, traduce infatti l'antologia "Beat generation and angry young men" (1961), Henry Miller, Saul Bellow, Jack London, William Faulkner, John Steinbeck, Richard Brautigan; contemporaneamente pubblica racconti e romanzi propri, tra cui "La vita agra", del 1962, in cui sono riscontrabili forti riferimenti autobiografici, riscontrabili anche in diverse opere successive, tra cui "Il lavoro culturale" (1957), "L'integrazione" (1960), "Aprire il fuoco" (1969) e "Viaggio in Barberia" (1969). Altre opere, invece, come "Da Quarto a Torino. Breve storia dei Mille" (1960), "La battaglia soda" (1964) e "Daghela avanti un passo!" (1969) appartengono agli scritti del filone garibaldino, che aveva avuto un precoce frutto nella cura della riedizione de "I Mille da Genova a Capua" di Giuseppe Bandi (1961). In quest’ambito Bianciardi è mosso sia da interessi letterari, come nel caso di "La battaglia soda", e storico-divulgativi, come nel pubblicato postumo "Garibaldi" (1972).
Sempre sul versante didattico-divulgativo Bianciardi cura due antologie per la scuola media: "Pagine e idee" (1969), con Renata Luraschi e Sergio Musitelli, e "Azimut" (1971), insieme a Domenico Manzella. Intensa e senza soste la collaborazione con quotidiani e periodici per cui scrive articoli di costume, di sport e, soprattutto, di critica televisiva e cinematografica (possiamo ricordare testate quali "L'Unità", "Il Giorno", "Le Ore", "ABC", "L'Europeo", "Playmen", "Guerin Sportivo").
In ambito cinematografico, oltre a seguire le riprese del film di Lizzani "La vita agra", tratto dal romanzo omonimo, Bianciardi collabora quale soggettista e sceneggiatore con registi come Ermanno Olmi e Pasquale Festa Campanile, mentre con lo scrittore Giorgio Cesarano scrive la serie televisiva "I Nicotera" (1968); con Enrico Vaime aveva invece scritto la commedia radiofonica "Come una grande famiglia" (1964).
Dopo l'acquisto della casa a Sant'Anna di Rapallo nel 1964, Bianciardi vivrà sempre più a lungo nella cittadina ligure e morirà a Milano, di cirrosi epatica, il 14 novembre 1971.


Per saperne di più:
Bianciardi

Complessi archivistici prodotti:
Bianciardi Luciano (fondo)


Bibliografia:
"Bianciardi. Ottocento come Novecento, Dalla letteratura al dibattito civile", a cura di Luciana Bianicardi, Arnaldo Bruni, Massimiliano Marcucci, Milano Ecogita, 2010.
"Carte su carte di Ribaltatura. Luciano Bianciardi traduttore", atti del convegno di studi promosso dalla Fondazioen Bianciardi, Grosseto, 24-25 ottobre 1997, a cura di Luciana Bianciardi, Firenze, Giunti, 2000
"Dal Bibliobus alla grossa iniziativa. Luciano Bianciardi, la biblioteca, la casa editrice nel dopoguerra", atti del Convegno internazionale di studi per l'ottantesimo della nascita, Viterbo-Grosseto, 21-22 novembre 2002, a cura di Giovanni Paoloni e Cristina Cavallaro, Manziana, Vecchiarelli, 2004
"L'odore della terra. Biografie di uomini e donne che hanno fatto la Maremma dalla montagna al mare tra il XIX e il XX secolo", Arcidosso, Effigi, 2008, pp. 73-75
"La nascita dei 'Minatori della Maremma'. Il carteggio Bianciardi - Cassola - Laterza e altri scritti", a cura di V. Abati, Firenze, Giunti, 1998 ("Quaderni della Fondazione Luciano Bianciardi", n. 5)
"La parola e il racconto. Scritti su Luciano Bianciardi", a cura di Carlo Varotti, Bologna, Bononia University Press, 2005
Alvaro Bertani, "Da Grosseto a Milano. La vita breve di Luciano Bianciardi", Milano, Excogita, 2007
Antonella De Nicola, "La fatica di un uomo solo. Sondaggi nell'opera di Luciano Bianciardi traduttore", Firenze, Società editrice fiorentina, 2007
Felice Rapazzo, "Scrittori-traduttori. Tre studi", Catania, C.U.E.C.M., 2002
Gian Carlo Ferretti, "La morte irridente. Ritratto critico di Luciano Bianciardi uomo giornalista traduttore scrittore", Lecce, Manni, 2000
Giuseppe Muraca, "Utopisti ed eretici nella letteratura italian contemporanea. Saggi su Silone, Bilenchi, Fortini, Pasolini, Bianciardi, Roversi e Bellocchio", Soveria Mannelli, Rubbettino, 2000
Irene Blundo, "Bianciardi com'era a Grosseto. Incontro con Isaia Vitali", Viterbo, Millelire di stampa alternativa, 2006
Irene Gambacorti, "Luciano Bianciardi. Bibliografia 1948-1998", Firenze, SEF Editrice 2001
Luciano Bianciardi, "Chiese escatocollo e nessuno raddoppiò. Diario in pubblico 1952 - 1971", a cura di Luciana Bianciardi, Milano, Baldini Castoldi, 1995
Mario Terrosi, "Bianciardi com'era. Lettere di Luciano Bianciardi ad un amico grossetano", Viterbo, Nuovi equilibri, 2006
Mario Terrosi, Alberto Gessani, "L'intellettuale disintegrato. Luciano Bianciardi", Roma,Ianua, 1985
Pier Francesco Borgia, "La metamorfosi stilistica nella prosa di Luciano Bianciardi", presentazione di Gennaro Savarese, Milano, Marzorati, 1991
"La Battaglia soda a Venezia. Tavola rotonda 27 marzo 1998", in "Il Gabellino", Grosseto, anno 1, numero 0, "Dossier 1", maggio 1999, pp. 1-15
M.C. Angelini, "Luciano Bianciardi", Firenze, La Nuova Italia, 1980
"Addio a Kansas City: Luciano Bianciardi, uno scittore e il suo tempo", video, regia di F. Falaschi, produzione Mediateca Regionale Toscana - Assessorato alla Cultura della Provincia di Grosseto, 1992
P. Corrias, "Vita agra di un anarchico. Luciano Bianciardi a Milano", Milano, Baldini e Castoldi, 2008
"Luciano Bianciardi tra neocapitalismo e contestazione. Convegno di studi per il ventennale della morte promosso dalla Camera del Lavoro di Grosseto, Grosseto, 22-23 marzo 1991", a cura di V. Abati, N. Bianchi, A. Bruni, A. Turbanti, Roma, Editori Riuniti, 1992

Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Lenzi Marco, supervisione della scheda
Lorenzoni Walter, prima redazione


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