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Bittanti Ernesta

Brescia 1871 mag. 5 - Trento 1957 ott. 5

insegnante, giornalista, scrittrice, politico

Intestazioni:
Bittanti Battisti, Ernesta, intellettuale, (Brescia 1871 - Trento 1957), SIUSA

Figlia di Luigi, preside e insegnante di matematica, e Giuditta Rivara, casalinga, trascorre l'infanzia tra Brescia, Cagliari e Cremona. Nel 1890 si iscrive alla sezione di Filosofia e Filologia dell'Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento di Firenze, iniziando a frequentare la cerchia dei fratelli Ugo Guido e Rodolfo Mondolfo, di Alfredo Galletti, di Gennaro Mondaini, di Gaetano Salvemini e di Cesare Battisti. Nel 1898, a causa della sua attività politica e del suo dichiarato laicismo positivista, viene destituita dall'insegnamento in tutte le scuole del Regno. Nel 1899 sposa civilmente Cesare Battisti e si trasferisce a Trento, dove collabora alla pubblicazione dei periodici diretti dal marito: «Tridentum» (1898), «Il Popolo» (1900) e «Vita trentina» (1903), sostituendolo nella direzione durante le sue assenze. Tra il 1901 e il 1910 dà alla luce i figli Luigi (Gigino), Livia e Camillo. Il 12 luglio 1916 il marito Cesare viene condannato a morte dal tribunale austriaco per alto tradimento e viene impiccato nella Fossa dei Martiri del Castello del Buonconsiglio a Trento. Negli anni seguenti Ernesta si dedica all'impegno politico, al lavoro e alla famiglia, noché alla promozione della memoria del marito attraverso la scrupolosa raccolta dell'eredità politica e umana di Battisti. La vedova Battisti inizia così a riordinare le carte dell'archivio del marito, un lavoro che l'accompagnerà per oltre un quarantennio, e che darà origine al nucleo più consistente del suo archivio personale. Nel 1930 si trasferisce a Milano, dove ha frequenti contatti con gli ambienti antifascisti e prende posizione contro il regime fascista, talvolta con gesti simbolici e coraggiosi, come quando, nel 1939, infrange le leggi razziali pubblicando su «Il Corriere della Sera» il necrologio per la morte dell'ebreo Augusto Morpurgo. Lascia Milano nel 1943, costretta a fuggire in Svizzera dall'incalzare della guerra. Nel 1946 perde l'amato figlio Gigino in un incidente ferroviario. Nel secondo dopoguerra partecipa attivamente al dibattito sulla questione dell'Alto Adige schierandosi a fianco delle popolazioni alloglotte altoatesine sostenendo soluzioni autonomiste e regionaliste.

Soggetti produttori:
Battisti Cesare, collegato
Battisti Gigino, collegato
Battisti Livia, collegato

Complessi archivistici prodotti:
Battisti, famiglia (Fondazione Museo storico del Trentino) (complesso di fondi / superfondo)
Bittanti Ernesta in Battisti (fondo)


Bibliografia:
«Archivio trentino», S. 4, a. 46 (1997), 2 (n. mon.: Ernesta Battisti Bittanti a quarant'anni dalla morte)

Redazione e revisione:
Fogliardi Giovanna, 2016/04/29, supervisione della scheda
Marchesoni Patrizia, 2009, raccolta delle informazioni
Tamanini Michela, 2015/11/19, prima redazione


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