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Cassa rurale ed artigiana di Impruneta

Date di esistenza: 1938 - 1994

Intestazioni:
Cassa rurale ed artigiana di Impruneta, Impruneta (Firenze), 1914 -, SIUSA

Altre denominazioni:
Banca di credito cooperativo dell'Impruneta, 1994-
Cassa rurale di depositi e prestiti di Santa Maria dell'Impruneta, 1914-1938

Il 2 agosto 1914, 21 persone riunite davanti al notaro Roberto Vivarelli dettero vita alla Cassa rurale di depositi e prestiti di Santa Maria dell'Impruneta, cooperativa di credito a responsabilità illimitata. Come la maggior parte delle casse rurali, anche quella di Impruneta nacque per dare una risposta concreta ai bisogni ed alle emergenze dei ceti più deboli da parte di un movimento cattolico sensibile e consapevole del proprio ruolo nell'ambito del credito e del risparmio. Tra i soci fondatori vi furono droghieri, coloni, fittavoli, operai, sarti e più in generale il ceto degli artigiani. Alla prima assemblea partecipò anche un sacerdote, il preposto Edoardo Casini, ed un prelato si trovava anche fra i sindaci revisori del primo Consiglio di amministrazione, mentre il rappresentante della Federazione interdiocesana delle casse rurali partecipò, significativamente, all'atto costitutivo della Banca. L'origine della Cassa imprunetina - che tenne la sua prima denominazione fino al marzo 1938 per poi assumere quella di Cassa rurale ed artigiana - era da collegarsi al sostegno delle attività sociali ed economiche dei cittadini cattolici di allora, ovvero al "mutuo soccorso", alla cooperativa di consumo e quindi alla cassa rurale. La prima sede della Cassa era adiacente alla chiesa, presso lo spazio dedicato al Circolo cattolico. Fra i 12 articoli dello statuto, l'art. 4 prevedeva che per essere soci occorreva essere "praticanti la religione cattolica". Uno degli scopi principali della nuova Cassa era rappresentato dalla lotta all'usura mediante erogazione di credito a chi ne era meritevole, anche al di là delle garanzie formalente richieste per averne regolare accesso. La Cassa dell'Impruneta, analogamente alle tante sue consorelle sul territorio, non si trovò in sintonia con le politiche adottate dal regime fascista: dopo le leggi 'fascistissime' del 1925 riuscì a non sciogliersi, continuando ad operare in modo "coperto" grazie alla collaborazione di un impiegato di un altro istituto consimile, Gino Bianchi. Nel 1937 la Cassa, per effetto delle disposizioni di legge di allora, assunse la denominazione sociale Cassa rurale ed artigiana di Impruneta. Nell'immediato dopoguerra un rinnovato gruppo dirigente, composto da Michele Vegni, un artigiano, Ezio Pratesi, impiegato in una ditta privata, Ugo Poggi, artigiano e il già menzionato Gino Bianchi, restituirono nuova forza alla vecchia cooperativa di credito. Essi ricostituirono il Consiglio e tornarono a dare regolarità e continuità alle attività della Cassa, impiegando anche un giovane segretario, Renzo Larucci. Nel 1949 Ugo Poggi venne eletto presidente, carica che ricoprì fino alla fine degli anni Settanta. A lui succedette Fernando Poggi e, nel 1984, Giuseppe Pieraccini, insegnante e direttore didattico, che, nel 1989, lasciò la presidenza a Cesare Vegni, imprenditore operante nel settore dei serramenti in legno per l'edilizia, ancora oggi presidente. Nel 1994, al pari delle altre Casse rurali ed artigiane, cambiò la sua ragione sociale per effetto della nuova legge bancaria, diventando Banca di credito cooperativo di Impruneta.

Condizione giuridica:
privato (1914 - )

Tipologia del soggetto produttore:
ente di credito, assicurativo, previdenziale (1914 - )

Per saperne di più:
Banca di credito cooperativo di Impruneta Sc - sito generale

Complessi archivistici prodotti:
Cassa rurale ed artigiana di Impruneta (fondo)


Redazione e revisione:
Baglioni Roberto, 2008/02/04, prima redazione


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