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Masini Galliano

Livorno 1896 feb. 7 - Livorno 1986 feb. 15

Cantante lirico (tenore)

Intestazioni:
Masini, Galliano, cantante lirico, (Livorno 1896 - Livorno 1986), SIUSA

Giovanissimo, Galliano Masini entrò nella fila della Società corale livornese "Costanza e concordia" con la quale partecipò come corista ad una produzione operistica rimasta celebre, quella della mascagniana "Parisina" andata in scena nel febbraio-marzo 1914 al Teatro Goldoni di Livorno, sotto la direzione dell'autore. Poi partì per il servizio militare negli anni della Grande guerra. Rientrato a Livorno, continuò a cantare nel coro e debuttò come primo tenore il 25 dicembre 1924 nella "Tosca", sempre al Teatro Goldoni. Suoi maestri erano stati Angelo Bendinelli nella città natale e Giovanni Laura a Milano. La straordinaria qualità vocale mise rapidamente in luce il tenore livornese anche in periodo ricco di voci come gli anni Venti: dopo due soli anni di carriera Galliano Masini già cantava "L'amico Fritz" a Firenze sotto la direzione di Pietro Mascagni. Anche se questa esperienza non fu delle più felici, l'attività del cantante non subì rallentamenti, toccando nel 1927 piazze importanti come Bologna e Trieste e, nell'anno successivo, Parma e Verona (Teatro Filarmonico), dove iniziò la collaborazione con Riccardo Zandonai cantando la parte di Paolo il Bello in "Francesca da Rimini". Al 1928 appartenne pure il debutto all'estero, avvenuto a Lisbona nella "Bohème", la presentazione al pubblico milanese con "Tosca" e il consolidamento nella provincia italiana. Il sodalizio con Zandonai condusse Galliano Masini a prodursi in "Giuliano" al Teatro Carlo Felice di Genova (15 febbraio 1929), quindi a Pisa (13 marzo di quello stesso anno) in "Francesca da Rimini" al fianco di Carmen Melis. Fu l'inizio della grande stagione di Galliano Masini che nel novembre di quell'anno aggiunse alle sue referenze il Teatro Adriano di Roma, dove cantò in "Lucia di Lammermoor", nella "Bohème", in "Madama Butterfly" e nella "Traviata". Un tenore che fosse in grado di misurarsi con tanta perizia nel repertorio contemporaneo e con taluni capisaldi del repertorio ottocentesco ad un tempo non poteva tardare a raggiungere notorietà internazionale. Se nel 1930 lo strappo verificatosi tra Mascagni e Masini con il "Fritz" fiorentino ancora non era ricomposto, il personaggio mascagniano di Turiddu portò a Galliano Masini un clamoroso successo il 25 maggio di quell'anno al Teatro Colón di Buenos Aires e, nello stesso dicembre, un nuovo debutto romano, ancora con "Lucia di Lammermoor", questa volta affrontata sulle tavole del Teatro dell'Opera. Nel 1931 Masini cantò a Nizza ("Cavalleria", "La Gioconda", "Andrea Chénier", "Tosca", "Butterfly") prima di tornare oltreoceano per allargare il giro sudamericano al Brasile; tra giugno e settembre, tra Buenos Aires e Rio de Janeiro cantò "La Wally", "Lucia", "Rigoletto", "Cavalleria", "Adriana Lecouvreur". Dopo un nuovo soggiorno romano ("Francesca", "Adriana", "Traviata") nel 1932 debuttò alla Scala in "Madama Butterfly", il 19 marzo. Durante le prove, Mascagni presente a Milano per dirigervi "Cavalleria", avrebbe voluto il giovane tenore come Turiddu, stante l'affaticamento del titolare Bertelli, fiaccato da precedenti rappresentazioni di "Guglielmo Ratcliff". Gino Marinuzzi, che aveva fatto scritturare Masini alla Scala perché gli fosse affidata la parte di Signorello nella prima rappresentazione assoluta della sua nuova opera "Palla de' Mozzi", fu inamovibile e non volle cedere il cantante a Mascagni. Il tenore rimase all'oscuro della vicenda, ma lo strappo di "Fritz" era comunque ricucito. "Palla de' Mozzi" andò in scena il successivo 5 aprile sotto la direzione dell'autore, forte dell'interpretazione di Benvenuto Franci, di Gilda Dalla Rizza, di Galliano Masini cui Marinuzzi rilasciò lusinghieri attestati. Per Galliano Masini iniziò un periodo durante il quale, oltre alla circolazione di "Palla de' Mozzi" nei più importanti centri italiani, partecipò a molte prime rappresentazioni assolute, o in tal forma per il territorio: "La vita breve" (De Falla, Milano, 1934), "Maristella" (Pietri, Livorno, 1934), "La morte di Frine" (Rocca, Rio de Janeiro, 1937), "Caracciolo" (Vittadini, Roma, 1938, prima assoluta), "La zolfara" (Mulé, Roma, 1939, prima assoluta), "Lo stendardo di San Giorgio" (Peragallo, Genova, 1941, prima assoluta). Da inscrivere in questo ambito anche la prima rappresentazione al teatro alla Scala di "Lodoletta" (25 aprile 1933, al fianco di Toti dal Monte). Intraprese in quegli anni la frequentazione con spartiti forieri per lui di grandi successi: "Fedora" (Pisa, 12930), "Il piccolo Marat" (Livorno, 1933), "I Maestri Cantori di Norimberga" (Scala, 1934). Nel 1935 fu scritturato alla Staatsoper di Vienna ("Andrea Chénier", "Tosca", "Traviata") e al Teatro Reale di Budapest ("Tosca" e "Traviata"): questo valse una riconferma per la stagione estiva viennese alla Hohe Warte, durante la quale uno ormai stanco Aureliano Pertile non poteva sostenere la parte di Radamès in "Aida". Lo sostituì Masini, che ottenne unanimi consensi, dando il via a una serie fortunatissima che fino al 1949 lo avrebbe visto interpretare quel personaggio in altri trenta teatri. L'estate 1935 fu basilare per la maturità masiniana: il 28 luglio Masini debuttò anche in Arena, a Verona, con una "Cavalleria" diretta da Marinuzzi. L'anno successivo nel tempio della lirica estiva, Masini cantò Aida, esperienza ripetuta dieci anni dopo, nel 1946, inaugurando la prima stagione areniana del dopoguerra.
Alla fine degli anni Trenta il cinema notò la maschera molto espressiva di Galliano Masini, offrendo al tenore una partecipazione nel film "La regina della Scala" (Ed. Aprilia, regia: Guido Salvini e Camillo Mastrocinque). Si trattava di una pellicola propagandistica del massimo teatro milanese, al cui progetto era intervenuto direttamente il soprintendente Jenner Mataloni e alle cui riprese parteciparono, tra gli altri, Pietro Mascagni e Margherita Carosio. Con il soprano genovese Masini cantò il duetto dall'atto primo di "Otello"; in un altro momento del film il tenore eseguì "Ch'ella mi creda" dalla "Fanciulla del West". L'esperienza cinematografica fu ripetuta da Masini come protagonista di "Stella del mare" (Ed. Imperator film S. A., 1938, regia: Corrado D'Errico; coint.: Germana Paolieri) e fu da lui conclusa nel 1948-49, registrando la parte di Canio per la colonna sonora del film "Amore tragico-Pagliacci" e di Don Alvaro nella "Forza del destino" per il film omonimo, entrambi recentemente riediti.
Al 1937 appartenne la definitiva consacrazione a cantante di portata mondiale: dopo una prima parte dell'anno trascorsa tra Roma, Napoli e Torino, Masini tornò in Brasile (a Rio: "Aida", "Lo schiavo", "Chénier", "La Bohème", "La morte di Frine", "Francesca da Rimini"; a San Paolo: "Tosca", "Chenier", "La Bohème"), quindi debuttò negli Stati Uniti, il 10 novembre, a Chicago: "Lucia di Lammermoor", cui fecero seguito "Tosca", "La Gioconda", "La Bohème". Un anno dopo Masini fu a San Francisco ("Lucia", "Cavalleria", "La Bohème"), tornò a Chicago ("Tosca", "La Bohème", "Turandot", "Lucia"), infine debuttò al Metropolitan di New York ("Lucia", "Aida", "Tosca"), e a Philadelphia ("Tosca"). Negli stessi anni, in Italia, Masini continuò la collaborazione con Genova, con Roma, con Napoli, con Bologna, spesso tornò a cantare a Livorno (un'"Adriana Lecouvreur" con Iva Pacetti ed Irene Minghini Cattaneo furoreggiò nel 1939 al Goldoni). Nel 1940, dopo uno "Chénier" alla Scala, fu scelto da Mascagni come Turiddu nella celebrazione del cinquantesimo anniversario di "Cavalleria rusticana". Masini cantò l'opera a Roma, a Milano, a Napoli, quindi attraversò ancora una volta l'Oceano per Buenos Aires, per Rio de Janeiro, per San Paolo, dove fu accolto come un regnante. In Sud America fu raggiunto dalla dichiarazione italiana di guerra. Oltremare, Masini avrebbe avuto tutto: onori, contratti, ricchezza, ma non gli affetti che erano rimasti a Livorno, e decise di tornare. La sua attività sul territorio nazionale rimase piuttosto intensa fino al 1943, quando l'interpretazione del personaggio di Don José ottenne straordinario favore al Maggio musicale fiorentino. Passata la guerra riprese a cantare nel 1945. Dell'ultimo periodo furono notevoli: la stagione al Palazzo dello sport di Milano (con la Scala distrutta) nell'estate 1946, dove cantò "Aida", "Tosca", "Carmen" e "Cavalleria", inframezzata con il ritorno in Arena e con una "Tosca" a Genova allestita sul palcoscenico del bombardato Politeama, uno "Chénier" a Santiago del Cile e Vina del Mar, cui volse una nuova sosta bonaerense (20 maggio 1947, "Fedora"). Nel 1948 l'incontro artistico con Maria Callas ("Turandot", Terme di Caracalla, 4 luglio) portò ad una successiva "Norma" (Teatro dell'Opera, 23 febbraio 1950, debutto nella parte di Pollione) e a una "Tosca" al Verdi di Pisa, per lungo tempo vivida nella memoria di molti appassionati livornesi e pisani. Di quegli anni fu anche il debutto in teatro della parte di Don Alvaro nella "Forza del destino" (Caracalla, 30 giugno 1949), già consegnata magnificamente al disco, ed una tournée in Egitto, dove Masini cantò per la prima volta in scena la parte di Canio in "Pagliacci" (Il Cairo, febbraio 1949). Iniziò quindi un lento crepuscolo con il commiato dai pubblici di Trieste ("Tosca", 1951), Roma (Terme di Caracalla, "Chénier", 1951), Bologna (Teatro Duse, "Fedora", 1951), Napoli (Arena Flegrea, "Pagliacci", 1953), Milano (Castello Sforzesco, "Pagliacci", 1953), Pisa (Teatro Verdi, "Pagliacci", 1953). Nel 1955 volle interpretare un personaggio a lungo sognato: "Otello" (Livorno, Teatro Goldoni, 16 aprile). Due anni dopo il definitivo ritiro dalle scene, avvenuto sulle tavole che l'avevano visto iniziare la carriera illustre trentatré anni prima: il 27 e 28 giugno 1957, al Goldoni, cantò per l'ultima volta "Tosca" e "Pagliacci". Si spegnerà a Livorno il 15 febbraio 1986.


Complessi archivistici prodotti:
Masini Galliano (fondo)


Bibliografia:
M. CALVETTI, "Galliano Masini", Livorno, Belforte, 1986
"Galliano Masini 1896-1996: il centenario, Mostra documentaria, 24 novembre -3 dicembre 1996, Piazza Manin, Livorno", Catalogo a cura di F. Venturi, Livorno, Debatte, 1996

Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Lenzi Marco, revisione
Lo Presti Giuseppina Rita, prima redazione


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