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Navarria Aurelio

San Pietro Clarenza (CT) 1897 apr. 30 - Firenze 1977 ott. 5

Intestazioni:
Navarria, Aurelio, critico letterario, scrittore, (San Pietro Clarenza 1897 - Firenze 1977), SIUSA

Aurelio Navarria nasce a San Pietro Clarenza (Catania) il 30 aprile del 1897.
Frequenta il liceo classico insieme a Francesco Lanza, scrittore siciliano (1897-1933), con il quale stringe un'amicizia solida e sincera come testimonia la fitta corrispondenza fra i due che copre gli anni dal 1915 al 1932. Dopo il diploma si iscrive alla facoltà di Lettere dell'Università di Catania, ma il 28 settembre 1916 è costretto ad interrompere gli studi universitari perché chiamato alle armi nella Prima guerra mondiale. Mentre è ancora studente universitario comincia a pubblicare saggi critici e recensioni sulla rivista «L'Educazione nazionale», edita a Catania e diretta da Giuseppe Lombardo Radice, e sulla rivista «L'Incolore siciliano», stampata a Catania e diretta da suo cugino Francesco Giusto, che diventa «Vedetta artistica» nel luglio del 1921. Già nei primi articoli degli anni 1920-1921 mostra particolare interesse per l'opera verghiana che sarà argomento della sua tesi di laurea, discussa il 22 novembre 1921 e meritevole del massimo dei voti e la lode. L'elaborato, di cui fu relatore Attilio Momigliano, allora docente di Letteratura italiana all'Università di Catania, giovò al neolaureato la stima di Verga che espresse a Giuseppe Lombardo Radice il desiderio di conoscere il giovane per ringraziarlo di persona dello studio sulla sua opera. L'incontro avvenne nello studio dello scrittore siciliano in Via Sant'Anna a Catania un pomeriggio di gennaio del 1922, pochi giorni prima che Verga morisse, come racconta Navarria nell'articolo "Visita a Giovanni Verga", pubblicato sul quotidiano «La Sicilia» l'8 febbraio 1955. Nel 1922 vince la cattedra di Lettere italiane presso un istituto tecnico di Catanzaro e inizia una vita itinerante di città in città. Insegna infatti in molte città italiane fino al 1957, anno in cui lascia la cattedra perché vincitore del concorso a preside. Tra il 1922 e il 1930 scrive alcune novelle e poesie, usando lo pseudonimo di Lucio Eirene, e continua a pubblicare saggi di critica letteraria e recensioni. In particolare, l'articolo Dante e De Sanctis, pubblicato nel 1922, sul n. 10 dell'«L'Educazione Nazionale», desta l'interesse di Benedetto Croce. Collabora anche alla rivista «Lunario siciliano», nata ad Enna nel dicembre del 1927 sotto la direzione di Francesco Lanza. Inizia, sempre nello stesso anno, una fitta corrispondenza con Mario Zangara che dura sino al 1969. Nel luglio 1930 ha inizio la corrispondenza con Giuseppe Lanza, cugino di Francesco. Nel 1933 Navarria inizia a lavorare alla pubblicazione degli scritti inediti di Francesco Lanza, morto il 6 gennaio dello stesso anno, alla ristampa delle sue opere e contemporaneamente anticipa su riviste alcuni dei suoi scritti. Tra il 1933 e il 1941 collabora a «Quadrivio», settimanale di cui, tra il 1933 e il 1943, è direttore Telesio Interlandi e redattore Arcangelo Blandini. Si fidanza nel 1935 con Maria Viaro, assistente presso l'Osservatorio atronomico «Capodimonte» a Napoli, che poi sposerà nel 1940. Il periodo 1936-1944, eccettuato il biennio 1940-1941, è poco fecondo.
Nel 1940 inizia la corrispondenza con Vitaliano Brancati e nel biennio 1945-1946 collabora assiduamente al giornale «Corriere d'Informazione», diretto da Mario Borsa. Nel 1945 tiene una Conferenza sulla poesia del Purgatorio di Dante a Macerata, mentre l'anno successivo inizia a scrivere su «Belfagor» e a collaborare alla rivista «L'Illustrazione italiana», diretta da Giovanni Titta Rosa, dove pubblica due articoli di storia, su suggerimento di Giuseppe Lanza. Tra il 1947 e il 1962 molti suoi articoli appaiono sul quotidiano «La Sicilia» di Catania. Nel 1948 lavora all'opera di Capuana, prestando particolare attenzione agli scritti giovanili. Nel 1953 partecipa al concorso del Premio del Ministero della pubblica istruzione per le scienze filologiche e la critica letteraria e artistica bandito dall'Accademia nazionale dei Lincei, dove è segnalato per i suoi saggi sull'Alfieri, su Foscolo, Verga, Pirandello e Carducci. Pubblica nel 1954, sulla rivista «Letterature moderne», il saggio "I Malavoglia", che ha un lusinghiero riconoscimento di Gaetano Trombatore.
Verso il 1960 Navarria raccoglie i suoi scritti su Verga e si aggiudica, nel 1961, il premio letterario «Premio Giovanni Verga» con il saggio, Lettura di poesia nell'opera di Giovanni Verga, pubblicato nel 1962 dalla casa editrice D'Anna. Fra il 1962 ed il 1967 collabora alla rivista «Il Gazzettino» di Venezia, diretta da Giuseppe Longo, e scrive assiduamente, continuando però a definirsi «un oscuro o un solitario» e a compiacersi della sua «solitudine che significa indipendenza, onestà e lontananza da tutte le porcherie che pur sono fra i letterati, gli editori e simili». Nel 1964 pubblica una seconda opera, "Giovanni Verga", presso la casa editrice La Navicella di Catania, dopo avere ottenuto con non poche difficoltà la possibilità di esaminare le carte verghiane, sulle quali Vito Perroni aveva concesso tutti i diritti d'autore alla casa editrice Mondadori.
Riceve nel 1969 il premio letterario «La Civetta d'oro».
Negli ultimi anni, dal 1970 al 1977, Navarria riassume gran parte dei suoi scritti in tre monografie su Pirandello ("Pirandello prima e dopo", Milano, Quaderni dell'Osservatore, n. 11, 1971), De Roberto ("Federico De Roberto: la vita e l'opera", Catania, Niccolò Giannotta, 1974) e Verga ("Annotazioni verghiane e pagine staccate", Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia, 1976). Nel 1970 il Comune di Valguarnera, bandendo un concorso per il migliore saggio critico sull'opera di Francesco Lanza, lo chiama come membro della giuria insieme a Leonardo Sciascia. Nel 1973 pubblica, sulla rivista «L'Osservatore Politico Letterario», le lettere inedite di Giovanni Verga. È sulla stessa rivista che appaiono, nel 1975, gli ultimi articoli.
Aurelio Navarria muore a Firenze il 5 ottobre 1977. Postuma è stata pubblicata, a cura della moglie, Maria Viaro, una raccolta di studi critici inediti o editi in riviste, sulla Divina Commedia, su Alfieri e Foscolo: Aurelio Navarria, "Saggi", a cura di Maria Viaro Navarria, Milano, Quaderni dell'Osservatore, n. 20, 1981. Tra i suoi scritti, restano inediti, "Il canto decimo dell'Inferno" (Aurelio Navarria, "Studiando l'opera di Dante", pp. 36-38) datato «23 ottobre 1926», "Il sentimento dell'infinito nei primi idilli leopardiani" (ID., "Appunti su Leopardi", pp. 49-52.) datato «Camerino, 6-7 ottobre 1936», "Conversazioni e lettere" (ID., Quaderno 6, pp. 20-22, "Il saggio tratta della situazione della critica letteraria italiana nel Novecento").


Complessi archivistici prodotti:
Navarria Aurelio (fondo)


Bibliografia:
Maria Viaro Navarria, "Aurelio Navarria. Nota biobibliografica", «Archivio Storico Siciliano», serie IV, vol. 6 (1980), p. 471-498.
Aurelio Navarria, "Saggi", a cura di Maria Viario Navarria, «Quaderni dell'osservatore », 20, 1981
Antonino Di Rosalia, "Itinerario critici di Aurelio Navarria", in « L'Osservatore politico letterario», Milano, 5, maggio 1981, pp. 55-62, pp- 55-62

Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Navarria Francesca


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