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Provenzal Dino

Livorno 1877 dic. 27 - Voghera 1972 apr. 11

Pedagogista
Scrittore
Giornalista

Intestazioni:
Provenzal, Dino, pedagogista, scrittore, giornalista, (Livorno 1877 - Voghera 1972), SIUSA

Dino Provenzal nacque a Livorno il 27 dicembre 1877 da una famiglia da cinque generazioni dedita all'insegnamento ed alla pedagogia. Rimasto orfano del padre all'età di otto anni, frequentò il ginnasio ed il liceo avendo tra i docenti Giovanni Pascoli. Nel 1900 si laureò in Lettere all'Università di Pisa, con una tesi su "I riformatori della bella letteratura italiana" che venne pubblicata (Rocca San Casciano, Cappelli, 1900). Successivamente frequentò un corso di perfezionamento a Firenze; in questi anni fra i suoi docenti e maestri ebbe personalità come Alesandro D'Ancona, Guido Mazzoni e Pio Rajna. Si dedicò quindi all'insegnamento negli istituti magistrali, cambiando quattordici volte sede: Verona, Torino, Finale Emilia, Urbino, Velletri, Perugia, Messina (dove si trovava al momento del terremoto), Firenze, Napoli, Catanzaro, Teramo, Siena, Sondrio e infine Voghera, ove giunto nel 1930 quale preside del liceo-ginnasio "Severino Grattoni", si stabilì definitivamente. Parallele alla sua attività di pedagogista furono quelle di pubblicista (collaborò a giornali e riviste come «Illustrazione toscana» e «L'Italia che scrive») e di saggista (scrisse racconti e romanzi dotati di un fine umorismo nonché romanzi storico-letterari e libri per ragazzi). Si occupò anche di critica letteraria, rivolgendo in età giovanile la propria attenzione ai letterati minori, passando successivamente al commento dei testi classici (in particolare la "Divina Commedia" e "I promessi sposi"). A queste attività fu introdotto da Averardo Borsi (cfr. la relativa scheda Soggetto produttore), fondatore del «Corriere toscano», proprietario e direttore de «Il Telegrafo» e padre di Giosuè Borsi.
Dino Provenzal fu un uomo di profonda cultura ma anche "creatore di amicizie", come lo definì Lombardo Radice. Entrò in rapporto con moltissimi tra i più prestigiosi esponenti della vita culturale italiana, come Sem Benelli, Massimo Bontempelli, Mario Bracci, Piero Calamandrei, Benedetto Croce (che frequentò assiduamente), Grazia Deledda, Angelo Fortunato Formiggini, Giustino Fortunato, Aldo Gabrielli, Domenico Giuliotti, Giuseppe Lombardo Radice, gli Orvieto, Sabatino Lopez, Giovanni Marradi, Pietro Mascagni, Guido Edoardo Mottini, Fernando Palazzi, Giovanni Papini, Luigi Pirandello, Giuseppe Prezzolini, Gaetano Salvemini, Umberto Zanotti Bianco. In particolare strinse un'affettuosa amicizia con Piero Calamandrei, col quale condivise fin dai primi anni Venti una profonda avversione al fascismo. Repubblicano di idee mazziniane, queste sue posizioni gli procurarono non poche difficoltà: a Siena, nel 1925, dopo che per alcuni mesi era stato fatto oggetto di pesanti minacce da parte degli squadristi locali, per motivi politici fu trasferito dall'Istituto magistrale cittadino, di cui era preside, a Sondrio.
Nel 1938, dopo la promulgazione delle leggi razziali, per le sue origini israelitiche (anche se da tempo si era convertito al cristianesimo) venne escluso dall'insegnamento; nel corso dell'occupazione nazista dovette nascondersi per sfuggire alla deportazione, che colpì invece il fratello Federico, morto ad Auschwitz.
Dopo la guerra riprese a tempo pieno la sua attività di scrittore, che sia pur sotto falso nome aveva continuato a esercitare anche negli anni della persecuzione razziale e che portò avanti con lucidità fino agli ultimi anni di vita. Morì a Voghera, all'età di novantaquattro anni, l'11 aprile 1972.
Tra i suoi scritti "Usanze e feste del popolo italiano" (1912), "Manuale del perfetto professore" (1917), "Uomini, donne e diavoli" (1919), "Dizionario Umoristico" (1935), "L'arte di scrivere lettere" (1939), "Coi pargoli innocenti" (1946), "Dizionario delle immagini" (1953), "Al mio paese e altri racconti" (1953).


Complessi archivistici prodotti:
Provenzal Dino (fondo)


Bibliografia:
P. Calamandrei, "Lettere inedite a Dino Provenzal (1922-1939)", a cura di N. Rossi, in "Rassegna di studi livornesi", dicembre 1967
P. Calamandrei, "Lettere 1915-1956", a cura di G. Agosti e A. Galante Garrone, Firenze, La Nuova Italia, 1968, voll. 2
P.E. POESIO, "È morto Provenzal", in «La Nazione», 12 aprile 1972
G. CALANDRA, "Nella letteratura 'per l'abbaino'", in «Giornale di Voghera», 11 marzo 1983 (articolo su Dino Provenzal)
"Lettere inedite di Benedetto Croce a Dino Provenzal", a cura di T. IERMANO, in «Forum Italicum», vol. 24 (1990), n. 2 (fall)

Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Lenzi Marco, revisione
Morotti Laura, 2011/11, rielaborazione
Previti Marcella, prima redazione


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