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Raicich Marino

Fiume 1925 mar. 7 - Roma 1996 giu. 7

Intellettuale

Intestazioni:
Raicich, Marino, insegnante, pubblicista, politico, (Fiume 1925 - Roma 1996), SIUSA

Raicich nacque a Fiume il 7 marzo 1925. Suo padre, anch'egli di nome Marino, di fervente fede irredentista, aveva studiato filologia classica a Gottinga, senza riuscire però a laurearsi. L'ambiente familiare, caratterizzato dall'amore per gli studi letterari, specialmente per la lettura di scrittori latini e greci - anche la madre Maria aveva compiuto studi umanistici presso l'Università di Graz -, segnò gli interessi culturali del giovane Marino e il "curriculum" universitario che avrebbe seguito. Nella città natale portò a termine gli studi superiori presso il liceo classico "D. Alighieri". In quel periodo frequentò un'istituzione educativa d'impronta fortemente cattolica ed ispirata a letture di autori classici, il "Collegium Tarsici", avviata da monsignor Ugo Camozzo, vescovo di Fiume dal 1938; ma già all'età di diciotto anni Raicich abbandonò la fede cattolica. Dal gennaio 1944 fu allievo della Scuola normale superiore di Pisa, nell'anno accademico 1946-1947 usufruì di una borsa di studio presso l'Università svedese di Lund e nel novembre 1947 si laureò in Filologia classica con Augusto Mancini discutendo una tesi dal titolo "La dissoluzione dei generi letterari nello sviluppo della tragedia eschilea". Sempre alla Normale, nel 1949, sostenne la tesi di perfezionamento con Giorgio Pasquali su "Elegia e scolio nel Corpus Theognideum". Negli anni universitari e in quelli immediatamente successivi seguì corsi ed esercitazioni di Delio Cantimori, Eduard Fraenkel, Giorgio Pasquali, Luigi Russo. Si dedicò quindi all'insegnamento: nell'anno scolastico 1948-1949 fu alla Scuola media di Calci, in provincia di Pisa, dal 1949 al 1954 a Pontedera. Nel 1951 superò il concorso per l'insegnamento e conseguì la cattedra di latino e greco. Dal 1954 al 1956 fu al Liceo classico "Pellegrino Rossi" di Massa e nei due anni successivi al Liceo "Giovanni Battista Niccolini e Temistocle Guerrazzi" di Livorno. Quindi dal 1958 al 1968 insegnò stabilmente al Liceo classico "Galileo" di Firenze, dove provvide anche al riordinamento e all'arricchimento della biblioteca scolastica; dopo l'alluvione del 4 novembre 1966 ebbe parte attiva nell'opera di salvataggio e restauro dei volumi in essa conservati. Dalla metà degli anni Cinquanta iniziò un'intensa attività saggistica su questioni attinenti al mondo della scuola, collaborando con riviste come «Belfagor», «Il Ponte», «Società», «Riforma della scuola», «Rinascita», «Scuola e città», «Passato e presente». In quegli stessi anni intraprese approfonditi studi - che mai avrebbe abbandonato - sulla storia dell'istruzione e degli istituti culturali in epoca post-unitaria, focalizzando la propria attenzione sulle questioni relative alla riforma Gentile e impostando le sue ricerche sull'utilizzo di materiali documentari conservati presso l'Archivio Centrale dello Stato e, a Firenze, presso la Biblioteca Nazionale, la Marucelliana e la Riccardiana. Agli anni Cinquanta risale la sua militanza nelle file del Partito comunista italiano, cui si iscrisse nel 1955, e negli anni Sessanta fece sentire la propria voce nella vita politica e culturale fiorentina. Alle elezioni politiche del maggio 1968 fu eletto deputato. In qualità di capogruppo comunista nella VIII Commissione istruzione e belle arti della Camera fu direttamente coinvolto nel dibattito relativo alla riforma della scuola. Fu in Parlamento dalla V alla VII legislatura. Gli impegni politici non gli impedirono di continuare i suoi studi e fu assiduo frequentatore della Biblioteca della Camera, dove ebbe modo di conoscere Antonietta Pintòr, sorella di Giaime e Luigi Pintòr, che sarebbe presto divenuta la sua terza moglie. Oltre a suoi numerosi interventi e contributi nel quadro delle discussioni sulla riforma della scuola e dell'università, curò la raccolta degli scritti di Giorgio Pasquali dedicati a quei temi e composti tra il 1905 e il 1952 (G. Pasquali, "Scritti sull'università e sulla scuola", Firenze 1978). Il mandato parlamentare terminò nel giugno 1979 e già agli inizi dell'anno successivo assunse una delle più importanti cariche della vita culturale fiorentina subentrando ad Alessandro Bonsanti nella direzione del Gabinetto Scientifico-Letterario "G.P. Vieusseux". Bonsanti aveva retto l'Istituto, nella prestigiosa sede di Palazzo Strozzi, per circa un quarantennio e continuò ad avere un importante ruolo al suo interno passando a dirigere, in qualità di conservatore, l'Archivio Contemporaneo, nato come sezione separata del "Vieusseux" con sede presso Palazzo Corsini Suarez. Raicich resse l'ufficio dal marzo 1980 fino al gennaio 1985; in veste di direttore curò l'incremento di libri e manoscritti della biblioteca del "Vieusseux" e il servizio di pubblica lettura. Si fece promotore di importanti iniziative come l'organizzazione della mostra documentaria "Intellettuali di frontiera. Triestini a Firenze (1900-1950)"; gli atti del convegno che si tenne in concomitanza con la mostra apparvero all'interno della collana "Studi" che creò grazie alla collaborazione dell'editore Olschki. Nel 1984 organizzò il seminario di studi su "Karl Hillebrand eretico d'Europa", mentre non riuscì a concretizzare il progetto, a lui molto caro, di una mostra sulle donne e il mondo della scuola nell'Ottocento, che ebbe invece realizzazione solo nel 1987 presso l'Università di Siena ("Le donne a scuola. Educazione femminile nell'Italia dell'Ottocento"; tra gli atti del convegno figura anche il suo intervento dal titolo "Verso la cultura superiore e le professioni"). Sempre durante il suo mandato di direttore, dopo la morte di Bonsanti, sovrintese alla pubblicazione del periodico "Antologia Vieusseux", impegno che mantenne fino alla fine del 1986. Terminato l'incarico di direttore agli inizi del 1985, riprese con maggiore intensità gli studi e le ricerche sulla storia della scuola che, in realtà, non aveva mai abbandonato. Nel corso degli anni Ottanta fu ripetutamente chiamato da istituti universitari per tenere corsi a contratto: nel 1984-1985 presso il Dipartimento di filosofia della Facoltà di Lettere di Torino ("Il dibattito su istruzione classica e istruzione tecnica in Europa e in Italia nella seconda metà dell'Ottocento"); nel 1985-1986 presso la Facoltà di Lettere di Trieste ("Le grammatiche della lingua materna in Italia dal purismo all'idealismo, 1830-1940"); nuovamente a Trieste nel 1988-1989 "(Il manuale di storia letteraria nazionale in Italia dai modelli di bello scrivere allo storicismo, 1830-1940)". Furono particolare oggetto dei suoi interessi la "questione della lingua", l'evoluzione dell'editoria scolastica, l'educazione femminile nella seconda metà dell'Ottocento, il problema delle minoranze linguistiche. Il suo fondamentale contributo alle ricerche nel settore si può cogliere nelle due raccolte di contributi apparsi su varie riviste e opere collettanee: "Scuola, cultura e politica da De Sanctis a Gentile" (Pisa 1981); "Di grammatica in retorica. Scuola, editoria e cultura nella seconda Italia" (Roma 1996). L'originalità degli orientamenti e dei metodi delle sue ricerche consiste principalmente nel fatto che, accanto agli studi di storia del pensiero pedagogico già abbastanza coltivati in Italia, pose particolare attenzione alla storia della scuola come istituzione, esaminando il rapporto tra essa e il contesto sociale, culturale e politico; a tal fine fece ampio ricorso a materiale documentario e archivistico. Nei primi anni Novanta entrò a far parte della direzione scientifica della collana "Fonti per la storia della scuola": un progetto editoriale dell'Archivio Centrale dello Stato per l'edizione di documenti riguardanti l'evoluzione dell'istruzione in Italia a partire dalla seconda metà dell'Ottocento. Nell'ambito di questa iniziativa, che prevedeva la collaborazione tra storici e archivisti, curò, insieme a Luisa Montevecchi, l'edizione delle carte relative all'inchiesta conoscitiva promossa, all'inizio degli anni Settanta dell'Ottocento, dal ministro Scialoja sulle condizioni dell'istruzione pubblica nel Regno d'Italia ("L'inchiesta Scialoja sulla istruzione secondaria maschile e femminile (1872-1874)", Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali-Ufficio centrale per i beni archivistici, 1995). Morì a Roma il 7 giugno 1996. Il 27 novembre dello stesso anno il Gabinetto "Vieusseux" gli dedicò una giornata di studi; le relazioni dei numerosi studiosi che vi presero parte sono confluite in "Marino Raicich intellettuale di frontiera", pubblicazione apparsa all'interno della collana "Studi" da lui stesso creata.

Complessi archivistici prodotti:
Raicich Marino (fondo)


Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Mazzolai Daniele, 2009/06, prima redazione
Morotti Laura, 2009/12, rielaborazione


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