Fotografo professionista
Intestazioni:
Coppi, Domenico, fotografo, (Livorno 1869 - Prato 1939), SIUSA
Nasce a Livorno, ma si trasferisce ancora bambino a Firenze con la madre, Maria Bianchini, la sorellastra Maria Cerri, detta Elettra, e la sorella Ernesta. Del padre Luigi non si hanno notizie. Nel 1917 sposa a Firenze la pratese Siebe Annita Ines Orsini: dal matrimonio non nascono figli. Dopo aver lavorato in gioventù come carbonaio e falegname, probabilmente per provvedere alle necessità della famiglia, entra in contatto con i fotografi fiorentini Alinari e Brogi. Le prime notizie di Domenico Coppi fotografo a Prato risalgono al
gennaio 1902. Con ogni probabilità in via Magnolfi inizia l’attività in proprio dopo il 1902, nello stabilimento fotografico che era stato dei Salvi, quando costoro cessarono, definendosi “successore di G. Salvi”. Dopo il 1905 si trasferisce in un grande locale costruito
appositamente in piazza Buonamici, in pieno centro storico: la nuova Fotografia Coppi viene
inaugurata nell’aprile 1905 ed è destinata a segnare la storia della fotografia a Prato. Introdotto nella
migliore società cittadina, membro dell’esclusivo circolo dei Misoduli, Coppi sembra scegliere bene il momento, inserendosi nel vuoto lasciato dai Salvi e puntando tutto sulla novità di un grande e moderno locale adatto per ospitare uno studio fotografico, secondo quanto accadeva da tempo nelle grandi città. La Fotografia
Coppi diviene il polo di attrazione dei pratesi facoltosi che desiderano un ritratto per sé o per la propria famiglia, di chi desidera posare scherzosamente in improbabili scenette (allegri bagnanti o ciclisti in corsa), degli attori impegnati sui palcoscenici cittadini, ma anche dei militari in partenza per il fronte della Grande Guerra. Domenico Coppi non esegue solo ritratti in studio, realizza anche fotografie all’aperto, soprattutto nella campagna di Schignano dove possiede una casa; fotografa al seguito dei mutilati e invalidi di guerra in gita a Trieste e Venezia, e documenta una mostra di
tessuti pratesi in Tripolitania. Non mancano i collage fotografici, i fotomontaggi, le stampe “artistiche” eseguite con diversi procedimenti e tipi di carte. Cessa l’attività nel grande studio di piazza Buonamici nel 1929, afflitto da seri problemi alla vista e forse anche dalla
concorrenza e da difficoltà economiche; ma non è un abbandono definitivo; successivamente infatti sembra che il fotografo abbia ripreso per qualche tempo il lavoro in un piccolo locale in piazza San Francesco. Domenico Coppi ha avuto come allievi i futuri fotografi professionisti della città: Carlo Silli, Adolfo Massai e, in particolare, un giovanissimo Alfredo Ranfagni al quale insegna amorevolmente il mestiere e al quale la moglie lascerà alla morte l’archivio dei negativi, acquisito
successivamente dall’Archivio Fotografico Toscano. E. L.
Coppi diviene il polo di attrazione dei pratesi facoltosi che desiderano un ritratto per sé o per la propria famiglia, di chi desidera posare scherzosamente in improbabili scenette (allegri bagnanti o ciclisti in corsa), degli attori impegnati sui palcoscenici cittadini, ma anche dei militari in partenza per il fronte della Grande Guerra. Domenico Coppi non esegue solo ritratti in studio, realizza anche fotografie all’aperto, soprattutto nella campagna di Schignano dove possiede una casa; fotografa al seguito dei mutilati e invalidi di guerra in gita a Trieste e Venezia, e documenta una mostra di
tessuti pratesi in Tripolitania. Non mancano i collage fotografici, i fotomontaggi, le stampe “artistiche” eseguite con diversi procedimenti e tipi di carte. Cessa l’attività nel grande studio di piazza Buonamici nel 1929, afflitto da seri problemi alla vista e forse anche dalla
concorrenza e da difficoltà economiche; ma non è un abbandono definitivo; successivamente infatti sembra che il fotografo abbia ripreso per qualche tempo il lavoro in un piccolo locale in piazza San Francesco. Domenico Coppi ha avuto come allievi i futuri fotografi professionisti della città: Carlo Silli, Adolfo Massai e, in particolare, un giovanissimo Alfredo Ranfagni al quale insegna amorevolmente il mestiere e al quale la moglie lascerà alla morte l’archivio dei negativi, acquisito
successivamente dall’Archivio Fotografico Toscano. E. L.
Per saperne di più:
AFT Archivio Fotografico Toscano
Complessi archivistici prodotti:
Coppi Domenico (fondo)
Redazione e revisione:
Gallai Monica, 2009/07/10, prima redazione