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Meoni Vittorio

Colle Val d'Elsa (Siena) 1859 dic. 8 - Colle Val d'Elsa (Siena) 1937 lug. 25

giornalista
politico
pittore
imprenditore, 1922 - 1931

Intestazioni:
Meoni, Vittorio, pittore, politico, giornalista, imprenditore, (Colle Val d'Elsa 1859 - Colle Val d'Elsa 1937), SIUSA

Vittorio Meoni nacque a Colle Val d’Elsa l'8 dicembre 1859 da Francesco e Beatrice Rolandi, in una famiglia proprietaria di una cartiera e di una tipografia. Compiuti gli studi in una scuola professionale, si occupò fin da giovane dell’azienda di famiglia. Il 26 gennaio 1879 si sposò con Adele Poggetti, dalla quale ebbe sei figli: Alberto Mario (1881), Francesco Spartaco (1882), Delfina (1886), Brunetta (1891), Meonio (1895), Cecchino (1898). Aderendo al pensiero socialista e mazziniano, iniziò dapprima a scrivere nel periodico colligiano “L’Elsa”, di tendenze liberali e democratiche, prima di collaborare con Ettore Capresi, Giuseppe Vecchoni ed altri alla creazione del settimanale “La Martinella”, che vide la luce il 13 gennaio 1884, divenendo a breve espressione del Partito Socialista. Meoni ne fu redattore e dal 1889, alla morte di Capresi, direttore, editore e stampatore. Dirigente dapprima dell’Associazione democratica colligiana, poi membro della Società operaia di mutuo soccorso e della Cooperativa dei lavoratori del vetro verde e di altre associazioni, nel 1891 Meoni fu eletto consigliere comunale nelle fila del partito democratico-radicale. La militanza politica lo portò ad aderire, fin dal congresso di fondazione di Genova del 1892 al Partito dei Lavoratori Italiani che nel 1895 sarebbe diventato il Partito Socialista Italiano, per il quale si candidò senza successo a più riprese per il Parlamento nel collegio elettorale di Colle, nonostante il suo ruolo centrale nelle attività politiche valdelsane e la carica di sindaco ricoperta in più riprese. Nel 1912 durante il XIII congresso nazionale socialista, Meoni, venendo meno al mandato ricevuto dai socialisti colligiani, si schierò assieme al gruppo filogovernativo di Bissolati, Bonomi e Cabrini, assumendo così una posizione politica d’ambito riformista. Nel 1915 condivise inoltre la linea interventista e belligerante di Benito Mussolini. Avvicinatosi al disegno e alla pittura da autodidatta fin da giovanissimo, sviluppò progressivamente questa passione, stimolato soprattutto dall’amico pittore e architetto Antonio Salvietti. Nel 1891 partecipò all’esposizione collettiva organizzata presso l’Accademia di belle arti di Siena, ricevendo peraltro anche critiche severe, per quanto stimolanti, da Enrico Camenis, proprio sulle pagine de “La Martinella”. Dopo aver assistito alla mostra fiorentina “Festa dell’arte e dei fiori” svoltasi a Firenze fra 1896 e 1897 ed essendo rimasto colpito suprattutto dalla pittura di Vittore Grubicy e dall’arte divisionista, Meoni si accostò con decisione a questa esperienza pittorica, elaborando uno stile del tutto personale. L’attività artistica e la militanza politica lo portarono a prendere precise posizioni anche sul piano teorico: risalgono al 1897 la pubblicazione de La decadenza dell’arte borghese e al 1° maggio 1898, ne “La Martinella”, l’uscita di un importante articolo sull’Arte. Sempre nel 1898 Meoni fu costretto a fuggire da Colle a Marsiglia per scampare ad accuse di carattere politico mossegli dal tribunale militare di Firenze. Qui Meoni ebbe modo di incrementare studi che evidenziano il passaggio dalla tradizione post-macchiaiola toscana alla tecnica del colore diviso, con una crescita costante della qualità nella sua produzione artistica. A partire dal 1903 Meoni strinse una forte amicizia con Plinio Nomellini. Al primo e soprattutto al secondo decennio del XX secolo risalgono varie partecipazioni ad importanti mostre ed iniziative artistiche, che lo fecero apprezzare ben oltre l’ambito locale, fino ad essere ammesso nel 1921 alla prima Biennale romana, dove avrebbero trovato spazio i massimi esponenti del divisionismo, e nel 1922 alla tredicesima Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia. Con l’avvento del fascismo Meoni si ritirò dalla politica per dedicarsi all’attività imprenditoriale nel settore cartario e soprattutto alla pittura, ottenendo importanti riconoscimenti, come nel 1927 il titolo di Accademico onorario della Reale Accademia delle arti del disegno, e partecipando con grande intensità ad esposizioni in tutta Italia. In questo lasso di tempo, Meoni trasferì la propria residenza da Colle val d'Elsa a Firenze (1919), poi a Lucca (1920) - dove fu direttore dell'Unione Cartiere Toscane - e quindi, dopo aver assistito al fallimento della sua industria cartaria, ad Appiano Gentile, in provincia di Como (1931). Vittorio Meoni morì a Colle val d’Elsa, durante uno dei suoi frequenti soggiorni toscani, il 25 luglio 1937.

Complessi archivistici prodotti:
Meoni Vittorio (fondo)


Bibliografia:
T. Detti, "Meoni Vittorio", in "Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico (1853-1943)", a cura di F. Andreucci, T. Detti, III, Roma 1977, pp. 427-429
B. Talluri, "La Martinella e il giornalismo senese radicale e socialista (1880-1894)", Montepulciano 1983
"Vittorio Meoni pittore da Colle Val d’Elsa (1859-1937)", a cura di S. Francolini, Firenze 1993

Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, 2010, revisione
Moscadelli Stefano, 2010, prima redazione


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