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Della Mea Giacomo

Chiusaforte (Udine) 1907 - Udine 1968

architetto

Intestazioni:
Della Mea, Giacomo, architetto, (Chiusaforte 1907 - Udine 1968), SIUSA

Primogenito di Giovanni e Lucia Marcon, Iginio Giacomo Della Mea nacque a Chisaforte, in Val Raccolana, il 4 ottobre 1907. Suo padre, capomastro e abile disegnatore, dopo la prima guerra mondiale andò a lavorare a Udine presso la ditta di legnami dei fratelli Piussi. Giacomo, finite le elementari, frequentò il triennio dell'Istituto tecnico pareggiato di Tolmezzo ma in seguito alla prematura morte del padre interruppe gli studi e subentrò nella ditta Piussi. Durante la giovinezza alternò al lavoro diurno l'insegnamento serale presso l'Istituto professionale "Giovanni da Udine" a Udine. Si dedicò inoltre alla sua vera passione, la pittura, riuscendo a riprenderne lo studio e conseguendo la maturità artistica a Venezia nel 1933. La sua arte verrà apprezzata da Arturo Manzano e le sue mostre gratificate sempre da un buon riscontro di critica. Nel 1935 frequentò il corso Allievi ufficiali di complemento e nel 1939 si iscrisse all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV). Allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel 1940, venne assegnato al battaglione degli Alpini; partecipò alla campagna greco-albanese e alla campagna russa, unendosi successivamente ai partigiani della "Brigata Osoppo".
Terminato il conflitto bellico, nel 1946 si laureò e intraprese per un ventennio la carriera di architetto. Si iscrisse all'albo professionale dell'Ordine degli architetti ed aprì il suo primo studio in via Gorghi a Udine; seguirono poi quelli di piazza XX settembre nel 1950 e di via Ciconi, 14 nel 1954.
L'arte di Della Mea, fortemente segnata dall'esperienza di vita, trovò felice espressione nell'architettura sacra: in essa seppe riversare, con soluzioni originali, una riflessione personale indipendente dai cambiamenti post-conciliari. Si modificano i concetti dello spazio liturgico delle case di Dio, ma non si modifica il suo concetto del sacro edificio come "il luogo ove Dio è presente e dove gli uomini si riuniscono in assemblea liturgica". Per questo motivo egli predilige la pianta centrale dotata di presbiterio ben visibile ai fedeli e soffitto a nervature.
Delle diciassette chiese realizzate, ricordiamo in particolare quella dell'ospedale di Santa Maria della Misericordia (1957-'59), abbellita dalle opere dello scultore Max Piccini e del pittore Fred Pittino, e il tempio di Cargnacco (1949-'55), unico sacrario in Italia dedicato ai caduti e ai dispersi nella campagna russa, dei quali moltissimi alpini.
Sempre su committenza ecclesiastica progettò scuole e collegi quali l'istituto di don Emilio de Roja al villaggio di San Domenico e il complesso del collegio arcivescovile "Bertoni" (1968); altari e arredi sacri, come quelli per Chiusaforte (1959), Paularo (1963), cappelle come a Sella Nevea (1949). Non vanno sottaciuti i progetti per la casa dello studente in viale Ungheria; opere stradali come la variante dei Rivoli (1951), opere pubbliche come la caserma dei carabinieri di viale Venezia (1961) o la scuola media "Ellero" a Udine (1962); alberghi come il "Nevada" a Tarvisio (1965); condomini come in viale Europa Unita di Udine (1960-'61); l'edificio INA a Udine (1950-'54); il monumento ai caduti a Tarvisio (1955). Tra il 1947 e il 1968, anno della sua morte, la sua attività fu molto intensa.


Complessi archivistici prodotti:
Della Mea Giacomo (fondo)


Bibliografia:
A. MANZANO, Cinquant'anni in Carnia di pittura e scultura, in "Messaggero Veneto", 6 luglio 1958, p. 3
G. FORNASIR, Ricordo di Giacomo Della Mea architetto (1907-1968), in "Atti dell'Accademia di Scienze Lettere e Arti di Udine", VII, v. 4 (1976-78), pp. 97-122
G. BUCCO, Il tempio di Cargnacco, Udine, s. e., 2007
La chiesa di Santa Maria della Misericordia nell'Ospedale Civile di Udine. Itinerario storico, artistico e spirituale tra progetti, graffiti, sculture, mosaici e vetrate, Udine, Cappellania Ospedaliera Santa Maria della Misericordia, 2003

Redazione e revisione:
Santoboni Paolo, 2010/11/29, revisione
Valentin Paola, 2017/10/13, integrazione successiva


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