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Campo Cristina

Bologna 1923 apr. 28 - Roma 1977 gen. 10

Scrittrice

Intestazioni:
Campo, Cristina, scrittrice, (Bologna 1923 - Roma 1977), SIUSA

Altre denominazioni:
Guerrini Vittoria

Nata in una famiglia colta, venne educata dai genitori lontano dai suoi coetanei per preservarne la malferma salute (era affetta da un congenito difetto cardiaco) e invece di seguire un corso di studi regolare crebbe da raffinata autodidatta, ricevendo dai parenti stimoli e consigli di letture. Nel 1928, al seguito della famiglia, si trasferisce a Firenze, dove il padre di Cristina, il maestro Guido Guerrini, era stato nominato direttore del Conservatorio "Luigi Cherubini". Nel capoluogo toscano, durante gli anni della prima maturità, ebbe la possibilità di coltivare la passione per la letteratura, che si concretizzò nella pubblicazione di pochi scritti e traduzioni, ma che - soprattutto - lievitò in una abitudine alla conversazione con i sodali di un ristretto cenacolo. Le letture di Simone Weil e di Hugo von Hofmannsthal, tra i nomi probabilmente evocati in quelle discussioni, sono quelli che più influenzeranno il cammino di Cristina. Mario Luzi, Anna Banti, Margherita Pieracci Harwell, Gabriella Bemporad, sono - tra gli altri - i compagni di strada con i quali scambia idee e suggerimenti (a cui si aggiungeranno, tra Firenze e Roma, altri fidati amici, come Margherita Dalmati, Alessandro Spina, María Zambrano). Dal 1948 si legò sentimentalmente con Leone Traverso, con il quale ebbe un rapporto contrastato, alla ricerca dell'"amore impossibile". Sempre parca nell'esporsi in prima persona, una palestra per mettere in pratica il suo gusto e le sue preferenze fu la rubrica quindicinale della "Posta letteraria" del «Corriere dell'Adda», a cui collabora grazie a Gianfranco Draghi. Alla metà degli anni '50 un nuovo trasferimento a Roma, sempre al seguito del padre, nella capitale per guidare il Conservatorio di "Santa Cecilia", rappresenta quasi una cesura, segnata soprattutto dalla volontà di mettersi alle spalle la rottura della relazione con Traverso. Nei primi anni romani collabora ad alcuni programmi radiofonici della RAI e pubblica, per la casa editrice di Vanni Scheiwiller, la sua prima raccolta di poesie, "Passo d'addio" (All'insegna del pesce d'oro, 1956), firmata con l'eteronimo di Cristina Campo, il più famoso e fedele dei nomi dietro ai quali si è travestita. Continua a scrivere e a tradurre (William Carlos William, Simone Weil, John Donne ecc.) ma sempre saltuariamente e sotto lo schermo degli pseudonimi (un tratto questo che ha assunto il colore della leggenda). Nella capitale conosce Elémire Zolla che diventerà suo compagno di vita e di lavoro (tra le altre cose Cristina collaborerà all'antologia "I mistici" e scriverà sulla rivista di Zolla «Conoscenza religiosa»), insieme al quale ha combattuto una battaglia contro la modernità e per una concezione dell'arte aristocratica, raffinata, indistinguibile dalla perfezione che solo può trovare linfa nel sacro e nel misticismo. Nel 1962 esce da Vallecchi un suo volume di saggi, "Fiaba e mistero" (che in parte confluirà ne "Il flauto e il tappeto" pubblicato da Rusconi nel 1971). La morte di entrambi i genitori (avvenuta a distanza ravvicinata a metà degli anni '60) alimenta forse una nuova svolta che accentua la tendenza all'isolamento, perfezionato con il trasferimento sul colle dell'Aventino (una secessione dal sapore in questo caso elitario), dove già frequentava l'abbazia di Sant'Anselmo tenuta dai monaci benedettini. Il 1965 è una data che fa da spartiacque anche per la chiusura del Concilio Vaticano II, sinonimo di apertura della Chiesa al mondo, rinnovamento che la Campo osteggerà con tutte le sue forze. Dopo la fuga nel rito gregoriano che salvaguardava l'antica liturgia - per lei unica fonte dell'autentico mistero sui cui si fondano l'arte e la religione - l'approdo finale in questa corsa a ritroso sarà un'ulteriore scarto verso la tradizione, assicurato dai riti ortodossi o in quelli della Chiesa scismatica di Monsignor Lefebvre, quella cattolica aveva secondo lei ceduto alle pretese dei tempi.
La sua misteriosa biografia ce la mostra ora ascetica e distante (disprezzava l'attualità e, piuttosto che combatterla, scomparve, ne fece le spese anche il suo nome - al secolo era nata come Vittoria Guerrini -, dimenticato in una selva di pseudonimi), ora appassionata e battagliera (difese pubblicamente Danilo Dolci, prese a cuore la sorte di patrioti greci e ungheresi e si buttò nella mischia organizzando sottoscrizioni e promuovendo associazioni per la difesa della Messa in latino). Le sue poesie, i testi critici, le traduzioni, gli epistolari (che di volta in volta aggiungono un tassello alla ricostruzione del suo ritratto) hanno goduto di una vita editoriale quasi completamente postuma, assumendo - seppure confinati nella dimensione della nicchia - la risonanza di un caso letterario, grazie alle edizioni curate dalla casa Adelphi, per la quale rappresenta quasi un marchio a garanzia di una letteratura estranea alle correnti più in voga nel secolo scorso. "Gli imperdonabili" (1987), volume di saggi introdotto da Guido Ceronetti, è il primo capitolo di questa politica di riscoperta, "La tigre assenza" (a cura e con una nota di Margherita Pieracci Harwell, 1991) raccoglie le poesie del primo titolo datato 1956, le prove liriche sparse e le traduzioni poetiche, "Sotto falso nome" (a cura di Monica Farnetti, 1998) ha il merito di riunire (fornendo anche un utile apparato bibliografico) altri saggi e recensioni della Campo, difficilmente rintracciabili anche a causa dall'uso degli pseudonimi che rendono complicato attribuirle la paternità dei suoi stessi testi.


Per saperne di più:
Sito dedicato a Cristina Campo

Complessi archivistici prodotti:
Campo Cristina (collezione / raccolta)


Bibliografia:
Alessandro Spina, "Conversazione in Piazza Sant'Anselmo. Per un ritratto di Cristina Campo", Milano, Libri Scheiwiller, 1993, nuova ed. con "altri scritti", Brescia, Morcelliana, 2002.
Cristina Campo, "Lettere a un amico lontano", Milano, Libri Scheiwiller, 1989, 2ª ed. accresciuta 1998.
Monica Farnetti, "Cristina Campo", Ferrara, Tufani, 1996 (2ª ed. 2001).
"Cristina Campo a venti anni dalla morte", fascicolo monografico di «Città di vita», a. 51, (nov.-dic. 1996) n° 6.
"Per Cristina Campo", atti delle giornate di studio, Firenze, 10-11 gennaio 1997, a cura di Monica Farnetti e Giovanna Fozzer, Milano, All'insegna del pesce d'oro, 1998.
Cristina Campo, "«L'infinito nel finito». Lettere a Piero Pòlito", a cura di Giovanna Fozzer, Pistoia, Via del vento, 1998.
Alessandro Spina, Massimo Morasso, "Ricordo di Cristina Campo", «Antologia Vieusseux», a. 4 n.s. (magg.-dic. 1998) n° 11-12, p. 147-159.
Cristina Campo, "Lettere a Mita", a cura e con una nota di Margherita Pieracci Harwell, Milano, Adelphi, 1999.
Margherita Ghilardi, "Una fiaba per Cristina Campo", «Antologia Vieusseux», a. 5 n.s. (sett.-dic. 1999) n° 15, p. 116-120.
Laura Melosi, "Profili di donne, dai fondi dell'archivio contemporaneo, Gabinetto G.P. Vieusseux", Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Università degli Studi di Firenze, 2001, p. 25-33.
William Carlos Williams, Cristina Campo, Vanni Scheiwiller, "Il fiore è il nostro segno. Carteggio e poesie", a cura di Margherita Pieracci Harwell, Milano, Libri Scheiwiller, 2001.
"Cristina Campo", a cura di Enzo Bianchi e Pietro Gibellini, numero monografico di «Humanitas», n.s., a. 56 (giugno 2001) n° 3.
Andrea Emo, "Lettere a Cristina Campo, 1972-1976", a cura di Giovanna Fozzer, Bologna, Associazione culturale "In forma di parole", 2001.
Cristina De Stefano, "Belinda e il mostro. Vita segreta di Cristina Campo", Milano, Adelphi, 2002.
"Poesia e preghiera nel Novecento. Clemente Rebora, Cristina Campo, David Maria Turoldo", a cura di Giovanna Scarca e Alessandro Giovanardi, con interventi di Bernardo Antonini, Monica Farnetti, Filippo Secchieri, Villa Verucchio, Pazzini, 2003.
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, vol. 60 (2003), p. 688-691, sub voce "Guerrini, Vittoria". (Dizionario biografico degli italiani)
"Italiane", a cura di Eugenia Roccella e Lucetta Scaraffia, Roma, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, 2004, vol. III, "Dagli anni Cinquanta ad oggi", sub voce, p. 50-52. (Italiane, a cura di Eugenia Roccella e Lucetta Scaraffia, Roma, 2004)
Margherita Pieracci Harwell, "Cristina Campo e i suoi amici", Roma, Studium, 2005.
"Appassionate distanze. Letture di Cristina Campo. Con una scelta di testi inediti", a cura di Monica Farnetti, Filippo Secchieri, Roberto Taioli, Mantova, Tre Lune, 2006.
"Scritture femminili in Toscana. Voci per un autodizionario", introduzione e cura di Ernestina Pellegrini, postfazione di Pietro Clemente, Firenze, Le Lettere, 2006, p. 90-93.
Cristina Campo, Alessandro Spina, "Carteggio", Brescia, Morcelliana, 2007.
Cristina Campo, "Caro Bul. Lettere a Leone Traverso (1953-1967)", a cura e con una nota di Margherita Pieracci Harwell, Milano, Adelphi, 2007.
"L'opera di Cristina Campo al crocevia culturale del Novecento europeo", atti del convegno di studi campiani, Palermo 28 febbraio-1 marzo 2006, a cura di Arturo Donati e Tommaso Romano, Palermo, 2007.
Cristina Campo, "Se tu fossi qui. Lettere a María Zambrano, 1961-1975", a cura di Maria Pertile, Milano, Archinto, 2009.
Giovanna Scarca, "Nell'oro e nell'azzurro. Poesia della liturgia in Cristina Campo", Milano, Ancora, 2010.
Massimo Morasso, "In bianca maglia d'ortiche. Per un ritratto di Cristina Campo", con una nota di Alessandro Spina, Milano, Marietti 1820, 2010.
Cristina Campo, "Un ramo già fiorito. Lettere a Remo Fasani", a cura di Maria Pertile, Venezia, Marsilio, 2010.
Cristina Campo, "Vivere, certo, mio caro amico. Lettere a Gianfranco Draghi", a cura di Margherita Pieracci Harwell, Milano, Adelphi, 2010.
Cristina Campo, "Il mio pensiero non vi lascia. Lettere a Gianfranco Draghi e ad altri amici del periodo fiorentino", a cura e con una nota di Margherita Pieracci Harwell, Milano, Adelphi, 2011.
"Cristina Campo. La via dell'interiorità redenta", Panzano in Chianti, Edizioni Feeria, 2012.

Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Desideri Fabio, 17 agosto 2011, prima redazione
Desideri Fabio, 23 gennaio 2015, integrazione successiva


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