Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina | Vai alla colonna di sinistra

Colonna con sottomenu di navigazione


Contenuto della pagina


Guida on-line agli archivi non statali
Menu di navigazione

Home » Ricerca guidata » Soggetti produttori - Persone » Soggetto produttore - Persona

Timpanaro Sebastiano junior

Parma 1923 set. 5 - Firenze 2000 nov. 26

Filologo
Critico letterario

Intestazioni:
Timpanaro, Sebastiano, filologo, critico letterario, (Parma 1923 - Firenze 2000), SIUSA

Nasce a Parma da Sebastiano, studioso di fisica sperimentale e di storia della scienza e direttore dal 1940 al 1949 della Domus Galilaeana, di Pisa, e da Maria Cardini, insegnante studiosa di storia della filosofia e specialmente della matematica greca. Si trasfersce coi genitori a Firenze nel 1930, dove compie gli studi ginnasiali e liceali e si iscrive alla Facoltà di Lettere. È allievo di Giorgio Pasquali e di Nicola Terzaghi e anche quando la famiglia si trasferisce a Pisa rimane iscritto all'Università di Firenze, dove si laurea nel febbraio del 1945, con una tesi in letteratura latina: "Per una nuova edizione critica di Ennio", che aveva iniziato sotto la guida di Pasquali e proseguito con Terzaghi. A entrambi questi suoi maestri professa la più viva gratitudine per ciò che da essi ha appreso. Si riconosce anche discepolo di Giuseppe De Robertis, di Giacomo Devoto, di Luigi Foscolo Benedetto.
Dopo la laurea segue, come libero uditore, i seminari che presso la Scuola normale superiore di Pisa tenuti, negli anni Cinquanta e Sessanta, da Alessandro Perosa (Filologia umanistica), Augusto Campana (Filologia medievale e umanistica e Paleografia), Eduard Fraenkel (Filologia greca e latina); anche ad essi si riconosce debitore di preziosi insegnamenti, e così pure alle riunioni del Circolo linguistico diretto da Tristano Bolelli.
Dal 1945 al 1960 insegna in varie scuole secondarie della provincia di Pisa ritenendo questa esperienza altamente formativa sia dal punto di vista culturale sia da quello umano. Dal 1960 al 1983 si impiega presso la casa editrice La Nuova Italia di Firenze in qualità di redattore, dove conosce Maria Augusta Morelli, apprezzata studiosa di storia della Toscana Settecentesca, che in seguito diventerà sua moglie.
Per quanto riguarda i suoi studi di filologia classica, dopo la pubblicazione della sua tesi di laurea riveduta e accresciuta "Studi italiani di filologia classica,1945-48", continua ad occuparsi di critica testuale, di interpretazione di autori latini e, in minor misura, di storia della lingua latina, con particolare riguardo al periodo arcaico della letteratura latina, a Virgilio e all'esegesi Virgiliana antica, ad autori latini tardi. Una scelta dei saggi più significativi si trova nei suoi due volumi di "Contributi di filologia e di storia della lingua latina", Roma, Ateneo, 1978 e "Nuovi contributi di filologia e storia della lingua latina", Bologna, Pàtron, 1994. Pubblica un'edizione divulgativa, ma non priva di qualche contributo personale, del "De divinatione di Cicerone", Milano, Garzanti, 1988, rist. 1991 e un volume "Per la storia della filologia virgiliana antica", Roma, Salerno Editrice, 1986.
Un altro suo campo di studio è la storia della filologia classica: "La filologia di Giacomo Leopardi", Firenze, Le Monnier, 1955, nuova ed. riveduta Bari, Laterza, 1977; "La genesi del metodo del Lachmann", Firenze, Le Monnier, 1963, nuova ed. Padova, Liviana, 1981 e 1985; ed. tedesca "Die Entstehung der Lachmannschen Methode", Hamburg, Buske, 1971. Degli Scritti filologici (1817-1831) del Leopardi ha curato un'edizione in collaborazione con Giuseppe Pacella (Firenze, Le Monnier, 1969).
Si è anche occupato di storia della linguistica ottocentesca, con particolare riguardo a Graziadio Ascoli, ai suoi rapporti col Cattaneo, ai suoi successori, nonché ai fratelli Schlegel e alle polemiche tra A. W. Schlegel, Bopp e Humboldt (questi studi, usciti specialmente in «Critica storica», la rivista diretta dal compianto Armando Saitta, non sono stati raccolti in volume).
Infine, dalla metà degli anni Cinquanta in poi, rivolge il suo interesse anche alla storia della cultura ottocentesca "Classicismo e illuminismo nell'Ottocento italiano", Pisa, Nistri-Lischi, 1965, nuova ed. accresciuta 1969 e varie ristampe successive; "Aspetti e figure della cultura ottocentesca", ibid, 1980; "Nuovi studi sul nostro Ottocento", ibid, 1995, con particolare riguardo al pensiero del Leopardi e ad alcune figure minori del primo e medio Ottocento, specialmente Pietro Giordani, e, quanto all'ultimo Ottocento e primo Novecento, al De Amicis socialista "Il socialismo di E. De Amicis. Lettura del 'Primo Maggio'", Verona, Bertani, 1983.
Ha dato anche due contributi allo studio di alcuni aspetti della psicanalisi non privi di attinenza con la critica testuale: "Il lapsus freudiano", Firenze, Nuova Italia, 1975, rist. riveduta 1976 e "'La fobia romana', e altri studi su Freud e Meringer, Pisa, ETS, 1992. Del primo di questi due libri è uscita un'edizione inglese: "The Freudian Slip", London, New Left Books, 1976 ed una spagnola Barcelona, Editorial Crítica, 1977.
Timpanaro è stato socio corrispondente della British Academy, socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei, socio effettivo dell'Accademia dell'Arcadia e dell'Accademia fiorentina "La Colombaria".


Complessi archivistici prodotti:
Timpanaro Sebastiano junior (fondo)


Bibliografia:
"L'opera di Sebastiano Timpanaro: 1923-2000", a cura di Michele Feo, Firenze, Il ponte, 2001

Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Morotti Laura, 2011/09, prima redazione


icona top