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Donghi Daniele

Milano 1861 feb. 6 - Padova 1938 0

ingegnere

Intestazioni:
Donghi, Daniele, ingegnere, (Milano 1861 - Padova 1938), SIUSA

Nato a Milano il 6 febbraio del 1861, Daniele Donghi si laurea in ingegneria civile presso la R. Scuola di Applicazione per Ingegneri di Torino nel 1883.
Le prime esperienze professionali hanno luogo come praticante presso l’ufficio tecnico comunale di Torino dove rimane fino al 1896, anno del suo trasferimento a Padova, con l’incarico di capo dell’ufficio tecnico cittadino.
Pioniere nell’utilizzo del calcestruzzo armato, Daniele Donghi ne sperimenta molto presto le potenzialità in diverse tipologie edilizie, dalla ricostruzione del teatro di Varallo Sesia (1896) al cavalcavia della stazione centrale di Padova (1898), mentre, tra gli edifici per l’educazione, si ricordano la scuola Lucrezia degli Obizzi a Padova (1897) e la scuola Giuseppe Mazzini a Bassano del Grappa (1904-08).
Nel 1900 lascia Padova per andare a dirigere la filiale milanese della Società G.A. Porcheddu per costruzioni in calcestruzzo armato (detentrice per l’Italia settentrionale del brevetto Hennebique).
In questo periodo può dedicarsi anche alla libera professione, finora svolta con difficoltà a causa dell’incompatibilità delle carriere. Realizza opere come il magazzino Ansaldi (1903) in corso Principe Umberto a Milano, partecipa al concorso per la ricostruzione del teatro Sociale di Rovigo distrutto da un incendio (1903) e porta a compimento il progetto di casa Marangoni (1903) in via Nizza a Torino.
Dal 1904 al 1910 vive a Venezia con l’incarico di capo dell’ufficio lavori pubblici del comune. Qui realizza edifici civili di primaria importanza per la vita civile cittadina come le scuole in calle Giacinto Gallina (1906-09) e quelle alla Giudecca (1907-10). Si confronta anche con la progettazione a grande scala di interi quartieri che necessitano di risanamento come quello di Sant’Elena (1909-11) e propone di realizzare l’allacciamento subacqueo del Lido con Venezia mediante un ponte translagunare da San Marco alla Quattro Fontane (1911). Tuttavia, la sua notorietà, a Venezia, si deve al contributo di esperto del cemento armato offerto alla ricostruzione del campanile di San Marco, crollato il 14 luglio del 1902.
Accanto all’attività professionale, Donghi si dedica anche alla pubblicistica e alla docenza. Fondatore e direttore di due periodici, «Memorie di un architetto» (1890-1895), e «L’Architettura Pratica» (1899-1906), nonché collaboratore di «Edilizia Moderna» e de «Il Monitore Tecnico», Donghi è l’ideatore del Manuale dell’architetto. Pubblicato dall’UTET (Unione Tipografico-Editrice Torinese) nel 1893 sotto forma di fascicoli periodici e accorpati in 10 volumi a partire dal 1905, il Manuale ha rappresentato per generazioni di architetti e tecnici uno strumento di lavoro imprescindibile.
Già docente al Politecnico di Milano, nel 1910 vince il concorso di ordinario di Ingegneria tecnica presso la facoltà di ingegneria dell’Università di Padova, città nella quale risiede fino al 1938, anno della morte.


Complessi archivistici prodotti:
Donghi Daniele (fondo)


Bibliografia:
Daniele Donghi. I molti aspetti di un ingegnere totale, a cura di G. Mazzi e G. Zucconi, Venezia, Marsilio, 2006
M.Velatta, Daniele Donghi ed il suo contributo alla tecnica architettonica italiana, Stabilimento tipografico nazionale, Trieste, 1940. Estratto da: Tecnica italiana, n.5 (maggio 1940)

Redazione e revisione:
D'Aulerio Antonella, 2011/09/15, prima redazione


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