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Betti Laura

Casalecchio di Reno (Bologna) 1927 mag. 1 - Roma 2004 lug. 31

attrice di prosa e cinematografica, 1950 - 2004
cantante, 1950 - 2004
regista e documentarista, 1965 - 2004

Intestazioni:
Trombetti, Laura, attrice, cantante, regista, (Casalecchio di Reno 1927 - Roma 2004), SIUSA
Betti, Laura, attrice, cantante, regista, (Casalecchio di Reno 1927 - Roma 2004), SIUSA

Altre denominazioni:
Sarno, Laura, 1950 - 1953
Betti, Laura, 1953-2004

Laura Betti, nome d'arte di Laura Trombetti, nasce a Casalecchio di Reno il 1 maggio 1927. La sua carriera come cantante jazz ha avvio all'inizio degli anni Cinquanta, con lo pseudonimo di Laura Sarno, mentre il suo debutto nel teatro di prosa risale al 1953, con il nome d'arte con cui sarà conosciuta per il resto della sua lunga carriera, Laura Betti.
Nel 1955 recita ne "Il crogiuolo" di Arthur Miller, diretta da Luchino Visconti, e ne "Il ventaglio" di Carlo Goldoni, con la regia di Carlo Ludovici. Nel 1958 prende parte alla rivista musicale "I saltimbanchi" di Walter Chiari. Nel 1959 debutta a Milano, presso il Teatro Gerolamo, con il suo spettacolo musicale più noto: "Giro a vuoto", con testi e musiche scritti da poeti e compositori italiani (tra cui Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Mario Soldati, Alberto Arbasino ed Ennio Flaiano). Lo spettacolo, tradotto anche in francese, le vale un grande successo sia in Italia sia in Francia ed entra in cartellone alla Biennale di Venezia nel 1960. Lo stesso anno interpreta con Paolo Poli il programma televisivo "Tutto da rifare, pover'uomo". Affermatasi come interprete "impegnata" la Betti si specializza nel repertorio di Bertold Brecht e Kurt Weil (alcuni brani verranno anche inseriti all'interno di "Giro a vuoto"), recitando anche in alcuni spettacoli con la Filarmonica Romana ("I sette peccati capitali" per la regia di Luigi Squarzina) e con l'Accademia Cherubini di Firenze, dove canta "Der Jaseger". Sotto la direzione e con gli arrangiamenti di Bruno Maderna incide un album composto da due 35 giri con l'intero repertorio Brecht-Weil. La Betti continua ad alternare recital ad interpretazioni attoriali in spettacoli esclusivamente di prosa come "Il ventaglio" e "Le donne del parlamento" di Aristofane per la regia di Luigi Squarzina (1958-1960); o ancora in "Potentissima signora" recita testi di Ennio Flaiano, Pier Paolo Pasolini e altri autori italiani per la regia di Mario Missiroli (1963). Nel 1965 esordisce nella regia teatrale con "Libertà e resistenza", mentre nel 1968 viene diretta in "Orgia" da Pier Paolo Pasolini, nella sua unica regia per il teatro.
Negli stessi anni ha inizio anche la sua carriera in ambito cinematografico dove interpreta ruoli importanti e fortemente caratterizzanti con i più importanti registi italiani di quegli anni: viene diretta da Federico Fellini ne "La dolce vita" (1960) ed è protagonista in diversi film di Pier Paolo Pasolini, tra cui "La ricotta" (1963), "La terra vista dalla luna" (1966), "Teorema" (1968), che le vale la "Coppa Volpi" come miglior interpretazione alla Mostra del cinema di Venezia; lavora con Bernardo Bertolucci in "Ultimo tango a Parigi" (1972) e "Novecento" (1976), con Marco Bellocchio ne "Il gabbiano" (1977), con Gianni Amelio in "Il piccolo Archimede" (1979), film prodotto dalla Rai e mai distribuito nel circuito cinematografico.
Nel 1976, anno della morte di Pasolini, è regista del documentario di denuncia sull'omicidio Pasolini dal titolo "Il silenzio è complicità" e nel 1977 cura il volume "Pasolini: cronaca giudiziaria, persecuzione, morte" (Milano, Garzanti Libri), tradotto anche in francese. La morte di Pasolini, d'altronde, segna una cesura netta nella vita della Betti. Dopo la morte dell'artista, infatti, Laura Betti si dedica assiduamente alla diffusione dell'opera di Pier Paolo Pasolini, soprattutto tramite l'Associazione "Fondo Pier Paolo Pasolini", da lei fondata e presieduta fino alla sua morte, organizzando retrospettive, acquisizioni documentarie e filmiche, pubblicazioni e convegni internazionali.
Nel 1979 pubblica il romanzo di stampo autobiografico "Teta veleta" (Garzanti, Milano 1979, uscito in Francia con il titolo "Madame". Nel contempo prosegue la propria attività artistica, sia in Italia che in Francia, sia in ambito teatrale che cinematografico: è a fianco di Jerry Lee Lewis nella produzione francese "Retenez-moi…ou je fais un malheur!" (1983, regia di Michel Gérard); tra il 1984 e il 1986 porta nuovamente nelle sale "Orgia" di Pasolini con la regia di Mario Missiroli; a partire dal 1992 è sulle scene con il monologo "Una disperata vitalità", basato su testi poetici di Pier Paolo Pasolini per la regia della Betti stessa, spettacolo a partire dal quale nel 1998 viene realizzato anche un documentario da lei diretto insieme a Mario Martone. Nel 1993 ottiene il "Ciak d'oro" per l'interpretazione in "Il grande cocomero", di Francesca Archibugi. Nel 2001 dirige il film "Pier Paolo Pasolini e le ragioni di un sogno", prodotto in italiano e in francese (in collaborazione con l'emittente franco-tedesca "Art'è") e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
Notissima e amata anche in Francia, nel 1984 era stata insignita del titolo di "Commandeur des Art et Lettres".
Laura Betti si spegne a Roma il 31 luglio 2004.


Per saperne di più:
Fondazione Cineteca di Bologna. Fondo Laura Betti - Scheda descrittiva del fondo e autoritratto di Laura Betti pubblicati sul sito web della Fondazione Cineteca di Bologna.

Complessi archivistici prodotti:
Betti Laura (fondo)


Bibliografia:
Laura Betti, illuminata di nero, a cura di R. CHIESI, Bologna, Cineteca di Bologna, 2005 (mensile di informazione cinematografica, numero monografico, ottobre 2005)
Filmlexicon degli autori e delle opere. Sezione Italia: aggiornamenti e integrazioni 1972-1991, Roma, Nuova Eri, 1992, coll. 114-115
L. BETTI, Teta Veleta, Milano, Garzanti, 1979

Redazione e revisione:
Iannacci Lorenza, 2012/09/11, prima redazione
Menghi Sartorio Barbara**, 2015/08/15, supervisione della scheda
Xerri Maria Lucia, 2013/09/11, revisione


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