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Santi Giorgio

Montieri (Grosseto) 1746 apr. 15 - Pienza (Siena) 1822 dic. 30

Scienziato: naturalista
Insegnante: università
Diplomatico

Intestazioni:
Santi, Giorgio, naturalista, insegnante, diplomatico, (Montieri 1746 - Pienza 1822), SIUSA

Ottavo di dieci figli, Giorgio Galgano Santi nacque il 15 aprile 1746 a Montieri, nell'attuale provincia di Grosseto, da Rutilio e Fillide Mattei. Il padre, dottore in legge, si trovava in quel piccolo centro come "commissario feudale", una carica allora legata all'amministrazione della giustizia; solo nel 1754 sarebbe tornato con la famiglia a risiedere stabilmente a Pienza, città di cui era originario, per intraprendervi l'attività di maestro e morirvi il 26 settembre 1772. Sopravvissuto a un'infanzia segnata da una salute cagionevole, Giorgio Santi si spostò presto a Siena, forse già prima del 1759 (v. De Gregorio 2014, I, p. 90). Vincitore, come il fratello Francesco Pio (1740-1789), futuro vescovo di Sovana, di un alunnato Mancini - una borsa di studio assegnatagli il 18 agosto 1765 -, frequentò i corsi di Filosofia e Medicina dell'Università senese per laurearsi l'11 e 12 agosto 1772. Il 4 maggio dell'anno successivo, l'attribuzione di un'altra borsa di studio cittadina, il prestigioso alunnato Biringucci, gli consentì di partire per la Francia con lo scopo di arricchire la propria formazione. Mentre non è attestato da documentazione diretta, anche se probabile, un suo passaggio dall'Università di Montpellier, allora uno dei maggiori centri di studio per la chirurgia, è ben documentata la sua permanenza a Parigi, che si protrasse dall'autunno 1774 al 1782. Santi ridefinì in quel periodo i propri interessi, orientandosi verso le scienze naturali e la chimica, disciplina che, sulla scorta delle ricerche di Lavoisier, stava attraversando una fase di profondo rinnovamento. Tra i maestri parigini di Santi andranno quindi ricordati soprattutto chimici come Hilaire Marie Rouelle, Jean Darcet e Claude Louis Berthollet. Del resto le sue relazioni non si limitarono ai soli ambienti accademici: importanti - e in qualche caso durevoli - furono anche i rapporti che Santi strinse con alcune figure della Legazione toscana a Parigi, come Giovanni Fabbroni, l'amico di una vita, e come Felice Fontana, Francesco Favi e lo zio di quest'ultimo, Raimondo Niccoli. Proprio grazie a Niccoli, Santi conobbe Honoré-Gabriel Riqueti, conte di Mirabeau, di cui fu ospite e di cui divenne ben presto il medico di famiglia e l'uomo di fiducia da raccomandare negli ambienti diplomatici europei, per le sue competenze e la sua abilità. Così, grazie a Mirabeau, Santi estese la corrispondenza che come informatore intratteneva con personalità del Granducato e dell'amministrazione austriaca, ai ministri del margravio del Baden, Carl Frederick Scheffer e il barone von Edelsheim. Sempre a Mirabeau sarà probabilmente da attribuire l'affiliazione di Santi alla loggia massonica delle Neuf Sœurs, attiva nella promozione del costituzionalismo e nell'appoggio all'indipendenza americana. Tra la fine del 1781 e i primi mesi del 1782, Santi, lasciandosi alle spalle la possibilità di intraprendere ufficialmente la carriera diplomatica per il Margravio del Baden, tornò in Toscana per inserirsi nell'amministrazione leopoldina e nel mondo accademico del Granducato. Il primo incarico che gli venne affidato nell'estate del 1782 fu di riformare l'organizzazione complessiva dell'ospedale senese del Santa Maria della Scala sul modello di quello fiorentino di Santa Maria Nuova; successivamente, il 14 settembre di quell'anno, passò ad insegnare Botanica, Scienze naturali e Chimica nell'ateneo di Pisa, un ruolo che implicava anche la gestione del Giardino botanico e dell'annesso museo. A partire da allora fino alla morte, avvenuta a Pienza il 30 dicembre 1822, Santi dimorò a Pisa, allontanandosene solo per le escursioni naturalistiche, per far ritorno a Pienza durante le vacanze dalla didattica e per assolvere le mansioni di ispettore dell'istruzione durante la seconda dominazione francese, una fase in cui agli oneri dell'insegnamento si aggiunsero incarichi amministrativi e di rappresentanza (nel 1806 fu nominato ispettore generale degli studi e capo del Consiglio medico di Firenze, nel 1810 vicedirettore dell'Università e ispettore dell'Accademia Imperiale di Pisa). Con la restaurazione del Granducato, Santi non perse il posto nell'Università, ma la sua cattedra fu "sdoppiata" e gli restarono quindi gli insegnamenti di Zoologia, Geologia e Paleontologia; in ultimo, nel corso del 1815, Ferdinando III lo nominò provveditore onorario dell'università toscana. A Pienza, a cui era fortemente legato, ricoprì a partire dal 1804 il ruolo di "operaio", vale a dire di amministratore, del Conservatorio San Carlo Borromeo. Fu affiliato all'Accademia italiana (1807), alla Società del Cimento di Firenze (1808), all'Accademia dei Sepolti di Volterra (1812), all'Accademia Etrusca di Cortona (1812) e all'Accademia delle scienze di Torino (1819). Dal matrimonio che lo legò ad Anna Simonelli, sposata il 3 novembre 1790 a San Quirico d'Orcia, non nacquero figli; così, nel testamento, Santi predispose che la moglie trasmettesse il suo cognome ai nipoti: di qui ha tratto origine la famiglia Simonelli Santi, ancora oggi residente in Val d'Orcia (v. http://www.simonellisanti.com dov'è consultabile l'albero genealogico della famiglia). Tra tutte le sue opere, meritano senz'altro una menzione i tre volumi dei "Viaggi", pubblicati a Pisa presso Ranieri Prosperi tra il 1795 e il 1806, che raccolgono il frutto delle sue osservazioni naturalistiche sul Monte Amiata e nel territorio senese.

Complessi archivistici prodotti:
Santi Giorgio (fondo)


Bibliografia:
V. Simonelli, "Diario di un viaggio da Parigi a Firenze fatto nel 1782 dal Prof. Giorgio Santi naturalista e diplomatico pientino", in «Bullettino senese di storia patria», a. XXXIIII-XXXIV, 1926-1927, pp. 3-37, 102-118
M. De Gregorio, "Giorgio Santi. Un savant fra riformismo e Restaurazione", premessa di F. Abbri, Siena, Betti Editrice, 2014, 2 voll.
U. Bindi, "Giorgio Santi. Scienziato pientino del Settecento. Biografia e scritti inediti", Pienza, Fondazione del Conservatorio S. Carlo Borromeo, 2014

Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Francioni Mirko, 2015/01/04, prima redazione
Morotti Laura, 2015/01/05, revisione


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