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Anile Antonino

Pizzo Calabro (Vibo Valentia) 1869 nov. 20 - Raiano (L'Aquila) 1943 set. 26

politico
scienziato
poeta

Intestazioni:
Anile, Antonino, politico, scienziato, poeta, (Pizzo Calabro 1869 - Raiano 1943), SIUSA

Antonino Anile, scienziato, poeta ed esponente di rilievo del Partito popolare italiano, nacque a Pizzo Calabro il 20 novembre del 1869. Negli anni in cui frequentò il liceo classico Filangieri a Monteleone, dimostrò sensibilità e interesse per le lettere. Ma i familiari, piccoli proprietari terrieri attivi anche nel campo del commercio, condizionarono le sue scelte universitarie, orientandolo agli studi di medicina. Dopo la laurea, conseguita all'Università di Napoli nel 1894, divenne assistente del professor Antonelli e dal 1908 al 1911 insegnò la disciplina di Anatomia descrittiva e topografica. Nel 1912, ottenne la cattedra in Anatomia artistica presso la R. Accademia di Belle arti di Napoli e in seguito presso l'Accademia di Roma. Durante gli anni della sua professione di medico e di ricercatore, Anile fu autore di un'ampia trattatistica scientifica. La sua passione letteraria, tuttavia, non venne mai meno. Agli anni 1889-1939 risale infatti una costante attività poetica che si tradusse nelle raccolte: Primum mane (1889); Intermezzo di sonetti (1893); Ultimo sogno (1901); Poesie (1921), che raccoglie Primi tumulti, Sonetti dell'anima e La croce e le rose (1902-1909); Sonetti religiosi (1923); Nuovi sonetti religiosi (1931); Bellezza e verità delle cose (1935); Le ore sacre (1937); L'ombra della montagna (1939); e l'inedito Estuari, che la famiglia Galati e il professor Carlo Bo avrebbero curato, alla fine degli anni Ottanta, in una edizione critica non ancora pubblicata. Negli anni che precedettero la prima guerra mondiale, Anile collaborò con il «Giornale d'Italia», scrivendo articoli di carattere scientifico e anche letterario. In essi, l'autore espresse la sua visione del mondo, basata sull'idea di provvidenza e spiritualità. Il suo impegno come intellettuale cattolico lo indusse ad intraprendere anche la carriera politica. Nel 1919 si iscrisse al Partito popolare italiano. Il 16 novembre 1919 fu eletto deputato della Camera nelle liste del Collegio di Catanzaro per la XXV Legislatura e venne rieletto nel 1921 e nel 1924. Durante il periodo di attività politica, Anile concentrò la sua attenzione sulla scuola e in particolare sul rapporto tra Stato e scuola privata cattolica. Seguì il movimento riformatore promosso da G. Lombardo Radice; aderì al Fascio di educazione nazionale e al Gruppo di azione per la scuola nazionale. Nel 1920, si unì a P. Gobetti, V. Cento e E. Codignola, nel manifestare il proprio dissenso verso una gestione statale troppo accentratrice e poco attenta al ruolo della scuola nella società quale guida morale e civile. Anile trattò tale questione, anche durante il Congresso del Ppi, svoltosi a Napoli il 10 aprile del 1920, sostenendo la necessità di varare una riforma che, con l'istituzione dell'esame di Stato, determinasse una condizione paritaria tra scuola pubblica e scuola privata. Ministro alla Pubblica istruzione nei due governi Facta (27 febbraio-11 agosto; 12 agosto-30 ottobre 1922), il 23 maggio del 1922, presentò un disegno di legge relativo al problematico rapporto tra Stato e scuola privata cattolica, ma la crisi di governo ne impedì la discussione in aula e in seguito la proposta non venne più approvata. Anile fu sempre coerente con i suoi principi e sostenne in ogni occasione l'idea che la società, e quindi anche la scuola, avrebbe dovuto basarsi su valori saldi, ispirati alla fede e tali da prevenire il degrado culturale del tempo. Dal 1923 al 1925 Anile fu capo redattore della terza pagina de «Il Popolo» di Donati e collaborò a «Politica nazionale» di Fuschini. Dal 1923 divenne membro dell'Accademia pontificia dei Nuovi lincei su nomina di papa Pio XI. Anche in seguito fu molto attivo in campo culturale.
Da quando Mussolini assunse il potere (17 novembre 1922), Anile non seguì l'orientamento dichiaratamente antifascista del suo partito. Infatti, dopo il delitto Matteotti, non si unì agli aventiniani e quindi non perse il mandato parlamentare; ma da questo momento in poi preferì ritirarsi dalla vita politica. Morì a Raiano d'Aquila il 26 settembre del 1943. Le sue spoglie furono traslate nella Chiesa di S. Giorgio a Pizzo Calabro l'11 maggio del 1952.
L'epitaffio "Antonino Anile poeta di Dio" scritto dall'amico Galati esprime in pieno la personalità e la sensibilità di Anile. Intellettuale attivo e versatile, si applicò con sincero impegno alle scienze come alla letteratura e all'attività politica.

Soggetti produttori:
Galati Vito Giuseppe, collegato

Complessi archivistici prodotti:
Anile Antonino (fondo)


Redazione e revisione:
Ortu Beatrice, 2016/02/15, prima redazione


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