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Ronconi Luca

Susa - Tunisia 1933 mar. 8 - Milano 2015 feb. 21

regista

Intestazioni:
Ronconi, Luca, regista, (Susa - Tunisia 1933 - Milano 2015), SIUSA

Luca Ronconi nacque l'8 marzo 1933 a Susa, in Tunisia, dove la sua famiglia si era trasferita per il lavoro del padre Giovanni, romano e, prima del matrimonio, artigiano del ferro battuto. La mamma, Fernanda Nardi, era invece una professoressa di lettere. Dopo pochi anni fecero ritorno in Italia ed abitarono a Roma. I genitori presto si separarono. Durante la Guerra Ronconi fu inviato in Svizzera, dove frequentò il Collegio di Pratteln; incontrava sua madre durante le vacanze estive. Proprio mentre si trovavano sul lago di Como, giunse loro la notizia che un piroscafo diretto in Africa, sul quale viaggiava il padre, era affondato. La vacanza fu interrotta e Ronconi non fece più ritorno in collegio. Dopo il liceo, fatto a Roma, si iscrisse alla Facoltà di giurisprudenza, dando qualche esame, ma abbandonandola dopo circa due anni. In quel periodo viveva in un appartamento in via Nomentana.
Già dal 1951 aveva iniziato a frequentare l'Accademia nazionale d'arte drammatica, di cui fu allievo negli anni 1951-1952 e 1952-1953.
Nel 1953 al Teatro Valle di Roma recitò in "Tre quarti di luna" di Luigi Squarzina, dopo aver superato il suo primo provino: gli era stata attribuita la parte di Mauro Bartoli. Nel 1963, quando aveva 30 anni, al Teatro Stabile di Bologna fu Paul ne "Il costo di una vita" di Bruno Magnoni. In questi dieci anni aveva partecipato a numerosi spettacoli teatrali, a sceneggiati, prosa radiofonica e televisiva con la RAI, a film. Si era cimentato, tra gli altri, con testi di George Bernard Shaw, William Shakespeare, Luigi Pirandello, Menandro; aveva lavorato con tanti attori esperti e tanti coetanei, la maggior parte dei quali, a differenza di lui, continuarono a recitare anche in seguito. Aveva scritto qualche copione; tra quelli trovati in archivio gli è stato sicuramente attribuito, grazie a testimonianze raccolte, "Guerra ed estate" del 1956.
Il 1963 è l'anno di esordio alla regia al Teatro Valle di Roma con "Bettina (La putta onorata e La buona moglie)" di Carlo Goldoni, spettacolo teatrale di cui diresse poi una versione televisiva nel 1976. Negli anni a seguire portò in scena numerosi spettacoli teatrali.
Nel 1967 diresse le prime due opere liriche, "Giovanna d'Arco al rogo" di Arthur Honegger e "Arlecchino ovvero le finestre" di Ferruccio Busoni, in scena al Teatro Nuovo di Torino; nel 1969 portò a Zagabria "Traumdeutung" di Edoardo Sanguineti, musica di Vinko Globokar.
A Spoleto, nell'ambito del XII Festival dei Due Mondi, presso la Chiesa di San Nicolò, venerdi 4 luglio 1969, fu rappresentato lo spettacolo che lo consacrò come regista e gli diede successo in Italia e all'estero: era "Orlando furioso" di Ludovico Ariosto, nella riduzione di Sanguineti, scene di Uberto Bertacca e costumi di Elena Mannini. Tra gli interpreti c'erano Edmonda Aldini, Massimo Foschi, Mariangela Melato, Ottavia Piccolo e un giovanissimo Michele Placido, solo per ricordarne alcuni. Nel 1970 lo spettacolo era già a New York. Ne seguì, nel 1975, una versione televisiva.
Nel1972 fu a Zurigo con "Das Kätchen von Heilbronn" di Heinrich Von Kleist per una messa in scena originale, affidata ad Arnaldo Pomodoro, sulle acque del lago; un mese dopo a Belgrado con "Orestea" di Eschilo; poi nel 1973, 1975 e 1976 al Burgtheater di Vienna con "Die Backen (Le Baccanti)" di Euripide e "Die Vogel (Gli uccelli)" di Aristofane ed "Orestea" di Eschilo.
In Italia, intanto, negli anni Settanta realizzò altre regie liriche: a Verona, alla Scala, a Napoli, a Bologna, a Firenze; in questi stessi anni, all'estero, fu al Théâtre de l'Odéon di Parigi, al Deutsche Staatsoper di Berlino Est, al Nurberger Opernhaus di Norimberga, all'Opéra di Lione, alla Deutsche Oper di Berlino. Con lui, alle scene e ai costumi, in prevalenza Gae Aulenti e Pierluigi Pizzi.
Dall'anno accademico 1971-1972 a quello 1986-1987, anche se non ininterrottamente, svolse attività di formazione teatrale presso l'Accademia nazionale d'arte drammatica, nella quale si era formato e con la quale riprese la collaborazione successivamente, realizzando numerosi spettacoli al termine dei corsi.
Dal 1975 al 1977 diresse la Sezione Teatro della Biennale di Venezia e tra il 1977 e il 1979 il Laboratorio di progettazione teatrale di Prato con la Cooperativa Tuscolano srl, un'altra significativa tappa del teatro italiano. A Venezia, negli ex Cantieri navali della Giudecca, portò sul palco "Utopia" di Aristofane. Nella cittadina toscana, invece, fece "Calderón" di Pier Paolo Pasolini, "La Torre" di Hugo von Hofmannsthal ed, infine, una nuova versione di "Le Baccanti", con interpretazione unica di Marisa Fabbri; le scene furono affidate a Gae Aulenti, i costumi a Gian Maurizio Fercioni. "La Torre" fu poi uno sceneggiato televisivo, andato in onda il 21 aprile 1979; qualche anno dopo, nel 1982, fu trasmesso anche John Gabriel Borkman, sempre di Ibsen.
Il 15 marzo 1981 a Milano, alla Scala, fu rappresentata la prima grande opera di Karlheinz Stockhausen Giovedi da Luce cui seguì, nel 1984, al Palazzo dello Sport, Sabato da Luce.
Nel 1982 Ronconi tornò a Spoleto con "Spettri" di Ibsen e poi di nuovo a Prato, nel 1984 e nel 1985, con "Fedra" di Jean Racine, "Commedia della seduzione" di Arthur Schniztler e, soprattutto, nel 1986 con "Ignorabimus" di Arno Holz, nuova rilevante esperienza nella sua ricerca teatrale. Con lui era Margherita Palli, la nuova scenografa/architetto che lo ha accompagnato negli anni, sia nel teatro che nella lirica, alternandosi con la stessa Aulenti. Da ricordare, in questo ruolo, anche Luciano Damiani e Pierluigi Pizzi.
Nel frattempo era stato a Zurigo con "Medea" di Euripide nel 1981, a Pistoia con "Santa Giovanna" di Shaw nel 1984, al Teatro Greco di Epidauro con "Pluto" di Aristofane nel 1985. Ritornò anche in Umbria, a Gubbio, nel 1986, con "La serva amorosa" di Carlo Goldoni, con Anna Maria Guarnieri, e nel 1989 con "Le tre sorelle" di Anton Cechov; poi a Spoleto nel 1989, nella Chiesa di San Simone, con "Féerie. Pantomima per un'altra volta" di Louis Fedinand Céline.
Negli anni Ottanta, con la lirica, lo ritroviamo alla Grosses Haus di Bonn con "Manon Lescaut" di Giacomo Puccini; poi ancora alla Scala, all'Opéra di Parigi e alla Fenice di Venezia con "Così fan tutte" di Wolfgang Amadeus Mozart, di cui curò anche le scene con Lauro Crisman; ancora a Bonn, all'Auditorium Pedrotti di Pesaro; nel 1985 due volte alla Scala con "L'Orfeo" di Lugi Rossi e "Aida" di Verdi e al Teatro dell'Opera di Roma con "Demofonte" di Luigi Cherubini; nel 1986 e 1987 al Comunale di Bologna e al Petruzzelli di Bari e a Firenze ai Giardini di Boboli con "Capriccio" di Richard Strauss e "The Fairy Queen" di Henry Purcell; nel 1988 di nuovo alla Scala con "Fetonte" di Niccolò Jommelli e Guglielmo Tell di Rossini e al Regio di Reggio Emilia con "La fiaba dello zar Saltan" di Nicolaj Rimskij-Korsakov; infine, il 26 gennaio 1989, ancora alla Scala, con una nuova versione di "Oberon" di Weber. A Bonn il 12 settembre 1982 aveva rappresentato la "Traviata" di Verdi, che poi nel 2002 portò al New National Teatre di Tokyo e nel [2008] all'Opera Palace, sempre a Tokyo.
Dal 1989 al 1994 fu chiamato a dirigere il Teatro Stabile di Torino, occupandosi anche della Scuola di teatro. Il 29 novembre 1990 andò in scena "Gli ultimi giorni dell'umanità" di Karl Kraus, un allestimento singolare nella ex Sala Presse del Lingotto, con scene di Daniele Spisa, costumi di Gabriella Pescucci, luci di Sergio Rossi, suono di Hubert Westkemper ed oltre sessanta attori, trasmesso poi dalla RAI il 23 settembre 1991.
Nel 1994 lasciò Torino perché fu chiamato a dirigere un altro grande Stabile, quello di Roma; in quegli anni nei teatri romani firmò numerose regie.
In questo periodo si dedicò molto anche all'opera: nel 1990 "Ricciardo e Zoraide" di Rossini e "Don Giovanni" di Mozart; nel 1991 "Lodoiska" di Luigi Cherubini; nel 1992 "Il Trovatore" di Verdi e "La dannazione di Faust" di Berlioz; nel 1993 "Falstaff" di Verdi, "Armida" di Rossini, "Il caso Makropulos" di Leos Janacek; nel 1994 "Otello" di Rossini, "Elettra" di Strauss, "Ligeia" di Augusta Read-Thomas e "Anacleto Morones" di Victor Rasgado, "La Figlia del reggimento" di Gaetano Donizetti; nel 1995 "Fierrabras" di Franz Schubert e "Turn of the Screw" di Benjamin Britten; nel 1996 "Teorema" di Giorgio Battistelli; nel 1997 "Tosca" di Puccini e "Sansone e Dalila" di Camille Saint-Saens; nel 1998 "La Cenerentola" di Rossini e "Il ritorno di Ulisse in patria" di Claudio Monteverdi; il 2 novembre 1999, infine, "Lohengrin" di Wagner.
Il 16 luglio 1998 Ronconi fu nominato direttore artistico del Piccolo Teatro di Milano, di cui poi, dal 1° gennaio 2005 e fino alla sua morte, fu consulente artistico; gli fu affidata anche la Scuola per attori. Milano, così, dal gennaio del 2000 al gennaio del 2015, ospitò le "prime" di buona parte degli spettacoli da lui firmati in questi anni: si iniziò nel 2000 con "La vita è sogno" di Pedro Calderon de la Barca e "Il sogno" di Strindberg per finire nel 2015 con "Lehman Trilogy" di Stefano Massini, la sua ultima regia.
Il 6 luglio 2002, in corso Ercole I d'Este a Ferrara, fu rappresentato "Amor nello specchio" di Andreini, risultato del primo laboratorio del neonato Centro teatrale Santacristina, da poco fondato con Roberta Carlotto, nella sua proprietà eugubina. Negli anni a seguire il Centro, in collaborazione con il Festival dei Due Mondi e con l'Accademia nazionale d'arte drammatica Silvio D'Amico, tenne corsi e laboratori, spesso conclusi con la messa in scena di spettacoli, in particollare neiteatri umbri. La Scuola, dopo la morte di Ronconi, ha continuato la sua attività, sotto la guida di Roberta Carlotto.
Nel 2006 Ronconi fu chiamato a Torino, in occasione delle Olimpiadi invernali, responsabile del Progetto Domani, che si concretizzò nella realizzazione di cinque spettacoli: "Troilo e Cressida" di Shakespeare, "Atti di guerra: una trilogia" di Bond, "Lo specchio del diavolo" di Giorgio Ruffolo, "Biblioetica. Dizionario per l'uso" di Gilberto Corbellini, Pino Donghi e Armando Masserenti, "Silenzio dei comunisti" di Vittorio Foa, Miriam Mafai ed Alfredo Reichlin.
Dal 2001 al 2011 allestì anche numerose mostre di successo, in collaborazione con Margherita Palli: a Milano, 1951-2001 Made in Italy, al Palazzo della Triennale dal 4 aprile 2001 e Anton van Dyck. Riflessi italiani, al Palazzo Reale dal 19 febbraio 2004; a Roma, Cina. Nascita di un impero, alle Scuderie del Quirinale dal 22 settembre 2006, Capolavori dell'arte europea, al Palazzo del Quirinale dal 24 marzo 2007, Sebastiano del Piombo, al Museo Nazionale di Palazzo Venezia dall'8 febbraio 2008, Roma. La pittura di un Impero, ancora alle Scuderie del Quirinale dal 24 settembre 2010; infine La bella Italia. Arte e identità delle citta capitali, alle Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria dal 17 marzo 2011 e a Palazzo Pitti di Firenze dal novembre dello stesso anno.
Per la lirica, il nuovo Millennio fu inaugurato alla Scala di Milano, l'8 aprile 2000, con "Ariadne auf Naxos (Arianna di Nasso)" di Strauss mentre a Firenze il 21 maggio 2000 andò in scena "L'incoronazione di Poppea" di Monteverdi. Il 31 marzo 2015, quando Ronconi era già morto, fu rappresentata "Lucia di Lammermoor" di Donizetti, per la regia di Ugo Tessitore e su suo progetto.
Tantissimi sono stati i premi ed i riconoscimenti che Ronconi ha ricevuto nella lunga carriera artistica: settanta e trentadue, della maggior parte dei quali è rimasta testimonianza in archivio. Al 1970 risale il primo omaggio, conferito dalla televisione scozzese. All'estero lo premiarono poi nel 1972 a Belgrado per "Orestea" e in Francia, dove ebbe il "Grand prix de la critique 2006/2007" assegnato a "Il Ventaglio" come miglior spettacolo straniero e un premio del Syndicat de la critique dramatique et musicale a "Verso/Peer Gynt".
Diciotto sono stati gli Ubu del critico Franco Quadri, dal 1978, quando gli fu consegnato un quadro di Alighiero Boetti alla migliore regia, al 2013, quando Il panico fu giudicato il miglior spettacolo dell'anno. In mezzo tutti gli altri: come miglior spettacolo e per la miglior regia. Ebbe anche il Premio speciale Ubu 2006 per "Progetto domani". Quattro furono i premi della critica teatrale, nel 1985, 1988, 2004-2005, 2009, ed uno il "Premio AGIS Critica teatrale-Stagione teatrale 1995/1996".
Per la lirica ebbe: nel 1991 il "Premio Amici del Loggione del Teatro alla Scala", nel 1994 il premio del "1° Concorso Orpheus del Teatro lirico sperimentale di Spoleto A. Belli a Ligeia-Anacleto Morones"; il "Premio Rossini d'oro 1996" dal Circolo Amici della lirica G. Rossini di Pesaro. Ebbe un riconoscimento anche per la sua attività formativa da parte dell'Università degli studi di Milano con il "Premio Athena-Giovani e Cultura 2000 2a edizione". A Pescara, nel 1996, arrivò il primo alla carriera, il "XXIII Premio Internazionale Flaiano per il Teatro" e, sempre nello stesso anno, il Premio alla carriera "Imola 1996". Il più prestigioso fu nel 2012: il "Leone d'oro alla carriera" della Biennale di Venezia-Laboratorio internazionale del Teatro, consegnato il 6 agosto; l'ultimo ancora a Pescara nel 2013. Il più originale, tra i tanti, è stato il modello di treno, il "Lingotto '90", per "Gli ultimi giorni dell'umanità", cui andò anche l'Ubu 1991 per il migliore spettacolo e il "Premio Acqui Storia 1992-Premio Filippo Sacchi" per la miglior regia.
Il 12 maggio 1981 a Parigi il Ministero della cultura e comunicazione francese lo aveva riconosciuto "Officier de l'Ordre des arts e des lettres"; il 15 novembre 2014 ottenne, invece, la "Cittadinanza onoraria di Prato", con la consegna di un diploma e degli antichi sigilli comunali. Quattro sono state le "lauree honoris causa", a Bologna nel 1999, a Perugia nel 2003, ad Urbino nel 2006, a Venezia nel 2012, da parte dello IUAV. Ebbe riconoscimenti anche dall'Accademia di Brera nel 1993 e dalla Bocconi il 12 marzo 1996 e due furono quelli della Presidenza della Repubblica, l'Onorificenza di Grande Ufficiale, con cerimonia del 9 gennaio 1996, e la consegna di una medaglia da parte di Giorgio Napolitano nel 2006. Il Comune di Milano, infine, in occasione del suo ottantesimo compleanno, gli diede il "Sigillo della città"; anche Roma e Venezia lo avevano tributato nel 1997 e nel 2000, rispettivamente con una medaglia e con la chiave della città.
I suoi spettacoli e il suo teatro sono stati raccontati in interviste per la carta stampata e la televisione, in volumi, talvolta da lui stesso curati con altri; sono stati studiati in numerose tesi di laurea.
Per la sua grande collaboratrice, Maria Annunziata Gioseffi, aveva fondato un'associazione ed un premio. Sua era anche l'"Associazione Teatro di documenti", creata con Luciano Damiani e Giuseppe Sinopoli. Dall'archivio, inoltre, sono emerse tessere d'onore o di iscrizione agli "Amici del Piccolo Teatro", al "Centre culturel francais de Milan", all'associazione "esterni"; era anche socio della "Casa Lyda Borelli per artisti e operatori dello spettacolo".
Amava cani e gatti, e tante sono le fotografie, conservate in una apposita serie, che li ritraggono. Era appassionato di giardinaggio e nella sua casa di Santacristina non mancava una bellissima serra.
Luca Ronconi è morto a Milano il 21 febbraio 2015; è stato sepolto nelle vicinanze di Santacristina, nel cimitero di Civitella Benazzone, nel Comune di Perugia, dove dall'aprile 1982 riposava anche la sua mamma e dal giugno 1998 Nunzi Gioseffi.

(tratto dall'inventario)


Soggetti produttori:
Nardi Fernanda, collegato

Per saperne di più:
Luca Ronconi - Sito ufficiale del regista.

Complessi archivistici prodotti:
Ronconi Luca (fondo)


Bibliografia:
Luca Ronconi. Gli anni della Scala, a cura di V. CRESPI MORBIO, Parma, Grafiche Step Editrice, 2016
A. MOSCATI, Luca Ronconi. Un grande maestro negli anni dei guru, Roma, Ediesse srl, 2016
Ronconi secondo Quadri. Storia di un percorso teatrale attraverso gli occhi di un critico, a cura di L. MELLO, introduzione di M. G. GREGORI, Roma, Ubulibri, 2016
L. RONCONI - G. CAPITTA, Teatro della conoscenza, Roma-Bari, Gius. Laterza & Figli spa, 2012
Luca Ronconi al Piccolo, a cura di M. G. GREGORI, fotografie di M. NORBERTH e di M. CASELLI NIRMAL e A. MARASCO, Piccolo Teatro di Milano-Teatro d'Europa e Maurizio Corraini srl, prima edizione Corraini, 2009 e 2011

Redazione e revisione:
Santolamazza Rossella, 2017/08/28, revisione


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