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Comune di Putignano

Sede: Putignano (Bari)
Date di esistenza: 1806 -

Intestazioni:
Comune di Putignano, Putignano (Bari), 1806 -, SIUSA

Come attestano gli atti del "Chartularium Cupersanense", il toponimo Putignano era ben noto sin dagli inizi del X secolo [cfr. D. MOREA, Il «Chartularium» del Monastero di S. Benedetto di Conversano, I, Montecassino, 1892, docc. nn. 5, 7, 22; G. CONIGLIO, Codice Diplomatico Pugliese XX, docc. nn. 3, 5, 19; M. LANERA, Fonti per la storia di Castellana, Bari, 1975, I, docc. III, p. 55, VIII, p. 68; A. D'ITOLLO, I più antichi documenti del Libro dei Privilegi dell'Università di Putignano (1107-1434), Società di Storia Patria per la Puglia, Bibliografie e Fonti Archivistiche, VIII, Bari, Editrice Tipografica, 1989, p. LXXXII]. In più, l'esistenza di una importante strada come la Polignano-Putignano, testimoniata in un documento del 916 del "Chartularium" [cfr. M. LANERA, Fonti, II, n. XXXVI, p. 230 e nota 41; D'ITOLLO, op. cit., p. LXXXIX] ed il ricordo, in documenti di secoli posteriori, di vie che collegavano Putignano con le località di Castellana, Genna, Locorotondo, Casaboli, Gioia del Colle e Noci, dimostravano che Putignano fosse «parte integrante di quel sistema economico» che comprendeva i paesi dell'entroterra e della costa [D'ITOLLO, ibidem].
In base alle pergamene pervenute nel Libro dei Privilegi di Putignano all'inizio del XII secolo la storia di Putignano è strettamente legata a quella del Cenobio benedettino monopolitano di Santo Stefano. Il monastero, infatti, nel 1107 su istanza dell'abate Benedetto, aveva ricevuto da Boemondo I principe di Antiochia privilegi e donazioni di terre, tra le quali, anche se non esplicitamente citato, era compreso il territorio di Putignano, come dimostrano le piante topografiche redatte dal Regio Tavolario Gioacchino Avellino insieme con Raffaele Minervini nel 1800 [cfr. Archivio di Stato di Bari (d'ora in poi ASBa), Atti demaniali, b. 92, fasc. 1052; MOREA, op. cit., I, pp. 257-258; D'ITOLLO, op. cit., pp. XXI, LXXXIII, LXXXVII].
Nel 1195, il monastero, con privilegio di Enrico VI di Svevia, veniva compreso nel demanio imperiale e posto sotto la protezione diretta dell'imperatore. Il privilegio veniva esteso a tutte le proprietà del Cenobio tra le quali figurava, questa volta con riferimento esplicito, anche Putignano. Con il provvedimento imperiale si sanciva «l'esenzione per l'abate, i suoi confratelli ed i sudditi dell'abbazia dall'obbligo di fedeltà a qualsiasi autorità laica ed ecclesiastica diversa da quella dell'imperatore e dei suoi eredi; [la] conferma di tutti i privilegi concessi al monastero dai precedenti sovrani [...], l'esenzione dal pagamento del plateatico nei paesi e negli altri possessi del monastero; [la] conferma dell'esenzione da tutte le forme di servizio militare, per terra e per mare [...]; [la] concessione all'abate del diritto di ricorrere direttamente all'imperatore ai suoi legati, vicari e cancellieri, mentre per la parte ecclesiastica il monastero avrebbe potuto e dovuto rispondere direttamente al papa o ai suoi legati e cardinali» [cfr. D'ITOLLO, op. cit, p. XCVIII-XCIX].
Ciò che a noi preme sottolineare del provvedimento è il contemporaneo svincolo dalla soggezione dei conti di Conversano che la protezione imperiale implicava; in tal modo veniva superato quanto era stato disposto dal diploma del 1169 emesso da Roberto II di Basunvilla, conte di Conversano e conte palatino di Loretello in Molise [cfr. D'ITOLLO, op. cit., pp. LV, XCII-XCV ].
Il 13 giugno del 1317 papa Giovanni XXII inviava da Avignone al Gran Maestro dell'Ordine di San Giovanni d'Acri una lettera in cui sanciva la soppressione dell'abbazia benedettina di Santo Stefano, le cui proprietà venivano affidate all'Ordine di San Giovanni (poi detto di Rodi ed infine di Malta) [cfr. Biblioteca Nazionale di La Valletta, MNL, Arch. 13, n. 4, D'ITOLLO, op. cit., p. CVIII].
Ben presto, però, l'Ordine di San Giovanni dovette fare i conti con le continue usurpazioni territoriali perpetrate da Gualtieri VI duca d'Atene, di Brienne, di Lecce e signore di Conversano che terminarono nei primi anni della seconda metà del 1300 quando Gualtieri, prossimo alla morte, dispose per volere testamentario che Putignano ed altri territori tornassero in possesso dell'Ordine [cfr. D'ITOLLO, op. cit., p. CXIX].
Importante per capire gli obblighi feudali di Putignano nei confronti dei Gerosolimitani di Santo Stefano è il documento dato a Monopoli il 27 maggio 1416 [Inserto nella pergamena datata 7 luglio 1516, conservata nell'Archivio Comunale di Putignano con segnatura B 11]. L'atto riportava la nomina da parte del Precettore di Santo Stefano di tre procuratori i quali dovevano recarsi subito «ad terram Potiniani», per ricevere, secondo la consuetudine del Regno, dai cittadini dell' 'Universitas' rappresentati dal Sindaco, il «sacramentum fidelitatis et homagii ac assecurationis», cioè l'omaggio feudale e l'assicurazione formale di fedeltà dei sudditi. I procuratori, definiti «generales procuratores, actores, factores, negotiorum gestores, iconomos et nuntios speciales» del precettore, dovevano raccogliere, a nome di questi, dal sindaco di Putignano la decima (esazione della decima parte sulla produzione complessiva) sugli alimenti, sul vino, sugli animali da latte, tutti i diritti di bagliva (relativi cioè alle carni, ai grassi e alla farina) e del forno; veniva specificato anche l'importo del censuo anno da doversi pagare il 26 dicembre giorno della festa di S. Stefano. Il sindaco si impegnava a rispettare questi obblighi attraverso un documento scritto, pena la confisca di tutti i suoi beni e di quelli dell' 'Universitas'.
I tre precettori ebbero anche competenza in materia giudiziaria [cfr. D'ITOLLO, op. cit., pp. CXLI-CXLIV, 70 e ss.].
Dalla prima metà del '600, Putignano fu amministrata da un governo aristocratico formato dai capifamiglia appartenenti ai tre ceti: dei nobili, degli artigiani e dei contadini [cfr. R. MARASCELLI, Putignano, Guida storica, III ediz. a cura di P. Mezzapesa, Putignano, Radio, 1979, pp. 49-52].
L' 'Universitas' di Putignano rimase feudo dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, a cui successe l'Ordine delle Due Sicilie, sino al 1806, quando ai sensi della legge del Regno di Napoli n. 130 del 2 agosto fu abolita la feudalità. Di qui nacque un contenzioso tra Putignano ed i feudatari su questioni economiche inerenti la riscossione delle decime. La Suprema Commissione feudale, in data 29 aprile 1808 decise che le decime potevano essere esatte dai feudatari solo sul territorio originale del feudo. Quindi «dichiarò non essere decimabili le contrade 'Genna', e 'Barsiento', e sottopose ad indagine, ed esame le [...] contrade 'S. Luca', 'S. Magno', e terreni adiacenti» sui quali l'Ordine accampava diritti di esazione ["Carte del Commissariato per la esecuzione della Sentenza della Suprema Commissione feudale", ASBa, Atti demaniali, Putignano, b. 92, fasc. 1058, cc. 1 e 2]. Fu incaricato dell'indagine il già citato 'Tavolario' Raffaele Minervini, che il 23 febbraio 1810 presentò una relazione ["Relazione del Tavolario Sig. Raffaele Minervini nella causa per l'Ordine Reale delle Due Sicilie contro il Comune di Putignano", ASBa, Atti demaniali, Putignano, b. 92, fasc. 1053] alla Commissione feudale; questa il 23 marzo 1810 decise e dichiarò «che le Contrade dette 'S. Luca' e 'S. Magno', e tutto il resto del controverso territorio [...] non appartengono al territorio originario di Putignano» ["Carte del Commissariato per la esecuzione della Sentenza della Suprema Commissione feudale", ASBa, Atti demaniali, Putignano, b. 92, fasc. 1058, c. 3].
Ai sensi del «decreto per la nuova circoscrizione delle quattordici provincie del regno di Napoli» del 4 maggio 1811 n. 922, il Comune di Putignano risultava capoluogo di circondario del distretto di Bari, all'interno della provincia di Terra di Bari con capitale Bari. La «legge portante la circoscrizione amministrativa del regno di Napoli» del 1° maggio 1816 n. 360 confermò Putignano capoluogo di circondario del distretto di Bari.
I dati relativi alla demografia, dal 1861, possono così essere sintetizzati (elaborazione dati Istat, 1985): anno 1861: abitanti 10.090; a. 1871: ab. 10.321; a. 1881: ab. 12.161; a. 1901: ab. 13.997; a. 1911: ab. 15.065; a. 1921: ab. 17.859; a. 1931: ab. 16.180; a. 1951: ab. 19.000; a. 1961: ab. 19.664.


Condizione giuridica:
pubblico

Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale

Soggetti produttori:
Universitas di Putignano, collegato

Contesto storico istituzionale di appartenenza:
Regno di Napoli, 1806 - 1815

Profili istituzionali collegati:
Comune, 1859 -
Comune (Regno delle due Sicilie), 1816 - 1860
Comune (Regno di Napoli), 1806 - 1815

Complessi archivistici prodotti:
Comune di Putignano (fondo)
Stato civile del Comune di Putignano (fondo)


Bibliografia:
A. D'ITOLLO, "I più antichi documenti del libro dei privilegi dell'Università di Putignano (1107-1434)", Società di Storia Patria per la Puglia, Bibliografie e Fonti Archivistiche, VIII, Bari, Editrice tipografica, 1989.
"Le pergamene del Libro dei privilegi dell'Università di Putignano", a cura di A. D'ITOLLO, Castellana Grotte (BA), Pascale, 1988.

Redazione e revisione:
Caldarola Alessandro - direzione lavori Eugenia Vantaggiato, 2006/11/10, prima redazione
Mincuzzi Antonella - supervisore Rita Silvestri, 2015/09/04, supervisione della scheda


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